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Brescia e Nikolajewka. Una storia lunga: settantacinque anni, ormai. Una storia di cui le Penne Nere bresciane si sono fatte custodi ed orgogliose testimoni a livello nazionale.

Proprio a Brescia, nel gennaio 1946, infatti, a soli tre anni dal doloroso epilogo della Campagna di Russia, alcuni Reduci della “Tridentina” si ritrovarono in un’osteria, per ricordare. Le centinaia di chilometri percorsi a piedi all’andata, tra i campi di girasole e quelli della ritirata sulla neve, avevano lasciato un segno profondo: mille storie tragiche e i volti degli amici visti scomparire, senza poter fare nulla. Perché, si dissero, lasciare che tutto cadesse nell’oblio e che tutti quei sacrifici non contassero niente? I Reduci erano determinati: i loro compagni non sarebbero stati dimenticati. E così avvenne, da lì in avanti: all’inizio erano un gruppetto di amici; un ruscello, ma divenne un torrente e poi un fiume.

Nel giugno 1948, a Brescia, terra di reclutamento della Divisione Tridentina, vennero conferite Medaglie d’oro alle Bandiere del 5°, del 6° Reggimento Alpini (e alla memoria del suo comandante col. Signorini) e allo stendardo del 2° Reggimento artiglieria alpina. Il 21 gennaio 1951 il gen. Luigi Reverberi fu insignito della Medaglia d’Oro: con l’eroe di Nikolajewka, a Brescia, altri 78 Reduci vennero decorati con medaglie d’argento, bronzo e croci al merito.

Nel 1993, 50° anniversario, i reduci dell’Armata Rossa vennero a Brescia per stringere la mano ai nemici di allora davanti ai resti di nostri Caduti rientrati dalla Russia grazie all’opera del Conte Guido Caleppio, bersagliere Reduce dalla prigionia e del Gen. Benito Gavazza, già comandante del IV Corpo d’Armata Alpino, che presiedeva Onorcaduti. Da allora l’Ambasciata della Federazione Russa in Italia è sempre stata presente a Brescia, ai livelli più alti, per sottolineare l’importanza del gesto, perpetuato ogni anno.

Ma gli Alpini bresciani hanno fatto di più: nel 1983, per il 40°, il Presidente della Sezione di Brescia, Ferruccio Panazza, tenente della 33° del Bergamo, ferito ad Arnautowo, pensò che i monumenti fossero importanti, ma che un monumento “vivente” avrebbe assunto un significato ben più “pesante”. Ecco allora sorgere nel 1983 una struttura atta ad ospitare persone con disabilità (oggi sono 120), che porta il nome della leggendaria battaglia (“Scuola Nikolajewka”), costruita in sei mesi con il concorso di alpini delle tre sezioni bresciane e grazie anche alla comunità bresciana. E che poche settimane fa ha visto la posa della prima pietra della “Nuova Nikolajewka”, una struttura che, accanto a quella attuale, ne raddoppia le volumetrie, adeguando gli standard ed i servizi alle esigenze più avanzate.

Ma gli Alpini non si sono fermati qui. Ancora Ferruccio Panazza è stato l’anima insieme all’allora Presidente Nazionale Nardo Caprioli, reduce dell’Edolo, della realizzazione, nel 1993, dell’asilo di Rossosch, là dove sorgeva il Comando del Corpo d’Armata Alpino.

Molte cose sono cambiate, da allora, ma Nikolajewka è rimasta un’eredità viva e concreta.

Nel fine settimana più vicino alla data del 26 gennaio, perciò, a Brescia si tiene ufficialmente ogni anno il ricordo di questa battaglia.

La celebrazione solenne di Nikolajewka si tiene nei quinquenni e quindi, per il 2018, in occasione del 75° anniversario, la Sezione di Brescia, in accordo con la Sede Nazionale, ha promosso una serie di manifestazioni che coinvolgeranno le Penne Nere e la città dall’11 al 28 gennaio. Il programma è ricco ed articolato (comprende, ad esempio, la ricostruzione storica di un accampamento militare al Fronte russo sul terreno del Campo sportivo militare cittadino, oltre a mostre, esibizioni di cori alpini, caroselli di fanfare e lo spettacolo della Compagnia di danza di Stato russa dei cosacchi): il momento culminante sarà la sfilata di domenica 26 gennaio. Sabato 27 gennaio a Palazzo Loggia, sarà anche firmato un “Patto di fratellanza” tra le Genti bresciane ed il Popolo russo.