Esattamente 15 giorni fa gli agenti avevano raggiunto la stessa località accertando a carico di tre lumezzanesi una serie di reati venatori tra cui uccellagione, detenzione di specie protette, abbattimento di uccelli proibiti ed uso di mezzi di cattura elettromagnetici vietati. Il sentore degli agenti del distaccamento di Vestone era però, fin da subito, un’alta probabilità che i comportamenti messi in atto dai tre potessero reiterarsi.
L’operazione odierna ha infatti confermato i sospetti: sul posto la presenza di uno dei tre cacciatori già denunciato lo scorso 28 novembre, accompagnato da un altro collega questa volta di Polaveno. I reati accertati sono sostanzialmente gli stessi: detenzione di 26 uccelli vivi da richiamo appartenenti a specie protette ( Lucherini, Peppole, Fringuelli e Frosoni ) , un apparecchio elettromagnetico da richiamo – Fonofil - , 2 reti da uccellagione ancora da stendere e 10 uccellini abbattuti, Peppole e Lucherini. Mentre i richiami vivi sono stati immediatamente rimessi in libertà, la avifauna abbattuta, il Fonofil e tre fucili da caccia sono stati sequestrati. I due uomini verranno denunciati a piede libero per reati venatori commessi in concorso, il lumezzanese poi risulta recidivo avendo commesso gli stessi illeciti penali a distanza di due settimane.
Ma non è tutto: nel lasciare la zona, a circa duecento metri di distanza, gli agenti hanno rinvenuto un secondo capanno di caccia all’interno del quale, chiusi a chiave, vi erano altri 16 richiami vivi detenuti illegalmente, Peppole, Fringuelli, Lucherini e Frosoni. Anche questi esemplari sono stati tutti liberati sul posto. Il 68enne lumezzanese dovrà quindi rispondere anche di questo secondo illecito penale.