Una folla silenziosa e commossa si è riunita in chiesa nel pomeriggio di oggi per l’ultimo abbraccio alla 39enne barbaramente uccisa e abbandonata nel parco dietro la piazza. Lutto cittadino a Bedizzole.
Chissà come avrà sorriso quasi stupita, Francesca, guardando dal cielo il fiume di persone presente nella parrocchiale di Santo Stefano per il suo funerale. Ad accoglierla il sindaco e la giunta al completo, le forze dell’ordine, gli amici, gli innumerevoli conoscenti, una comunità intera ferita e segnata dal dolore, che ha voluto stringersi ai suoi cari e partecipare al dolore della mamma Milena, della sorella Elisa, della nonna e di tutti i parenti.
Il parroco don Franco Dagani ha letto il messaggio inviato dal vescovo Tremolada, che si è unito alla celebrazione ricordando quanto mancherà a tutti il sorriso dolce di Francesca, spento da una violenza cieca e assurda, e invocando il Signore affinché dia forza e consolazione in questa dura prova. Nella sua omelia don Franco ha poi voluto sottolineare che crediamo in un Dio che ha vinto la morte e chi crede non morirà: Francesca è dunque nella vita, dopo aver salito il calvario ed essere stata sulla croce, sola come Gesù.
A tutti don Franco ha chiesto il silenzio per poter trovare risposte nel buio in cui è piombata la nostra vita. Perché la violenza ha il sopravvento? Perché si sopprime la vita con tanta facilità? Perché Caino continua a uccidere? Egoismo, vendetta, odio hanno schiacciato dialogo, rispetto, accoglienza. Non possiamo incolpare genericamente la società, ognuno di noi ha colpa e dobbiamo fermarci in tempo prima di precipitare, dobbiamo saper andare oltre alla commozione e alla rabbia di questi giorni. Le parole del parroco sono state una sorta di controcanto a quelle pronunciate dal sindaco nella veglia, quando ha chiesto scusa a Francesca perché non abbiamo saputo proteggerla, come una comunità deve fare con i suoi figli, soprattutto con quelli più fragili (nella foto, la panchina rossa contro la violenza alle donne durante la serata davanti al municipio).
A fine celebrazione ha preso la parola Elisa, che si è rivolta alla sorella Francesca ricordandole quanto sia stato facile volerle bene e quanto già si senta la sua mancanza. In particolare, ha sottolineato quanto lei fosse sempre pronta al perdono, al punto da essere rimproverata perché troppo buona. Ma in realtà ti invidiavo questa dote, ha concluso Elisa. Ora Francesca sarà fra le braccia del papà Ennio e il suo sorriso vivrà nel cuore di chi le ha voluto bene e la ricorderà per sempre.
In mattinata, i bambini e i ragazzi avevano ricordato Francesca nella giornata della vita, con il lancio dei palloncini dal sagrato della chiesa.
Giovanna Gamba
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