BRESCIA – “Le imprese edili rappresentate da Ance Brescia sono disposte a compiere un rilevante sacrificio, facendo la propria parte con senso di responsabilità sociale, chiudendo da subito i cantieri per quindici giorni. Ciò non deve, però, portare al fallimento delle imprese stesse. Per questo il provvedimento di chiusura dovrebbe valere per tutta la filiera e i committenti, in modo che non si aprano inutili contenziosi né ci siano facili e strumentali speculazioni”: questo il chiaro messaggio dell’ingegner Massimo Angelo Deldossi, presidente della seconda per rilevanza organizzazione edile italiana. Una posizione condivisa con Ance Lombardia, con il bresciano Tiziano Pavoni nel ruolo di vicepresidente. L’Associazione regionale dei costruttori edili chiede misure di sostegno per evitare che alla chiusura dei cantieri segua una crisi economica che s’affiancherebbe alla pesante emergenza sanitaria. Una posizione che Ance Lombardia ha comunicato al presidente Fontana e all’Assessore al Welfare, Gallera, manifestando la disponibilità delle imprese di costruzione lombarde a sospendere le attività, per contribuire a contrastare la diffusione del Covid–19.
“Decisione comprensibilmente difficile – argomenta Deldossi – per un settore che con i suoi 20mila addetti nella nostra provincia, circa 300mila nella sola Lombardia, è fondamentale per l’economia del territorio, ma che significa soprattutto un atto di responsabilità del settore per tutelare il bene primario della salute dei nostri lavoratori e dei cittadini”. Decisione dettata dalla considerazione dei drammatici dati che, soprattutto a Brescia e in Lombardia, stanno portando al collasso le strutture e il sistema ospedaliero”.
Più di un imprenditore edile invita, all’insegna della rinomata concretezza bresciana, a considerare una pragmatica variazione del calendario: “Facciamo finta sia ora agosto e fermiamo tutto per due settimane. Anziché fermarci nel cuore dell’estate, festeggeremo solo Ferragosto e gli altri giorni lavoreremo”. Certo, il settore auspica che la propria disponibilità, al di là dell’intrinseca utilità sociale che riveste, sia accompagnata da iniziative di stimolo economico e a provvedimenti capaci, sin dai prossimi mesi, di far ripartire la filiera del costruito, universalmente riconosciuto come straordinario motore per la generale crescita dell’economia e della società.
Ricordiamo che nelle scorse settimane Ance Lombardia, con il fattivo supporto di Ance Brescia, ha individuato una serie di proposte che prevedono l’estensione all’area regionale di tutti gli strumenti di sostegno alle imprese e ai lavoratori del settore già previste per le ex “zone rosse”, compresi gli ammortizzatori sociali, il differimento dei termini degli adempimenti tributari e contributivi, le scadenze contrattuali, nonché il posticipo per un periodo adeguato di tutte le scadenze di rimborso dei prestiti bancari contratti dalle aziende edili che, a seguito delle doverose misure restrittive di questi giorni, subiranno considerevoli contrazioni dei flussi di cassa. Necessario, quindi, anche il differimento dei versanti fiscali e contributivi.
Brescia, 11 marzo 2020