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Cosa ha a che fare Salò con il Risorgimento? In realtà molto, tanto che il 15 dicembre 1860 la corte sabauda le conferì il titolo di città in considerazione dei meriti che essa aveva acquisito nei confronti della causa nazionale nel corso delle tre guerre d'indipendenza.

Se il 14 aprile del 1797, giorno del sacco di Salò da parte dei francesi, tutta la Riviera era stata disorientata politicamente dalla scomparsa del contesto politico e civile che l'aveva contenuta e rassicurata per secoli, la Magnifica Patria e la repubblica di Venezia, nel corso della prima metà dell'Ottocento i nostri antenati hanno lentamente elaborato un nuovo senso di appartenenza, una nuova identità, fondata sul concetto di nazione italiana.

Già nel 1848 Salò partecipa con piena consapevolezza e con propria volontà d'azione alla rivoluzione nazionale, precedendo, come le altre città lombarde, l'intervento piemontese: dà vita alla Guardia Nazionale, primo passo dell'iniziativa popolare, e si collega ai centri vicini, quelli dell'antica Riviera, ma anche Brescia, in una fratellanza patriottica testimoniata dalla stretta collaborazione tra le rispettive guardie civiche. Il fatto che Brescia sia vista non più come l'avversaria storica, ma come città guida della manifestazione rivoluzionaria locale testimonia quanto sia maturata la concezione politica di sé dei gardesani, convinti ormai di appartenere al comune corpo della nazione.

Già nel corso della prima guerra d'indipendenza è evidente il ruolo strategicamente cruciale che Salò e il Garda occidentale giocano, non solo come retrovia ospedaliera e di rifornimento dell'esercito regolare che combatte tra Garda e Mincio, ma e soprattutto come sede delle truppe volontarie che, operando in Valle Sabbia e in Trentino, tentano di prevenire e di arginare un'eventuale manovra di aggiramento da nord delle truppe austriache.

Salò in particolare diventa il centro nevralgico delle operazioni dei volontari, che saranno i Corpi Franchi nel '48 e i garibaldini nel '59 e nel '66.

Il radunarsi degli uomini, l'afflusso dei malati e dei feriti durante le operazioni, il movimento vorticoso dei rifornimenti, le retribuzioni dei militari, le intense comunicazioni strategiche tra i comandi dei vari reparti passano per la nostra città e lasciano ampie tracce negli archivi che, per fortuna ancora in essa si conservano.

Contrariamente a quanto era successo nel 1797, questa volta la Rivoluzione non coglie impreparati ed inconsapevoli i cittadini gardesani, che partecipano materialmente ed emotivamente al movimento nazionale che si manifesta sulla loro terra.

Salò vede nelle proprie vie e nei propri alberghi personaggi che sarebbero poi stati riconosciuti padri della Patria, come Emilio Dandolo, Carlo Pisacane, Luciano Manara e poi soprattutto Giuseppe Garibaldi, riflette e vive il loro impegno e il loro entusiasmo; tuttavia anche la società locale esprime molte figure di volonterosi patrioti, alcuni dei quali sacrificheranno la vita alla causa nazionale, altri che saranno poi protagonisti del governo del territorio e in quel ruolo porteranno con sé il ricordo e il segno della loro esperienza patriottica attiva.

Di questi argomenti si parla nella IV^ edizione degli "ITINERARI STORICI GARDESANI", tre serate organizzate dal gruppo archivistico dell'ASAR con il patrocinio del Comune di Salò.

Cos'è Salò all'approssimarsi della metà del secolo XIX, come è cambiata rispetto al periodo veneto? Come ci tocca il movimento risorgimentale? Chi sono i volontari, protagonisti delle guerre d'indipendenza? Quali salodiani si sono distinti in quei frangenti? Queste le domande a cui cercheremo di rispondere, basandoci soprattutto sul ricco patrimonio di conoscenza che è custodito dagli archivi della città.

Appuntamento i giovedì 30 marzo e 6 aprile alle 20.30 a Salò nella sala dei provveditori in municipio.