Qualche nota di approfondimento. Dell’Associazione “Valsabbia Climbing” già in alcuni numeri precedenti il nostro giornale ha scritto. E bene ha fatto!
L’Associazione, infatti, valorizza un aspetto fondamentale della nostra valle, ossia le montagne. Anzi: proprio per favorire il contatto con la montagna, “Valsabbia Climnig” organizza uscite di gruppo, corsi, eventi culturali, ma cura anche nuove vie di arrampicata e gestisce una palestra “Valsabbia Climbing indoor” di Sabbio Chiese.
Molto, poi, si può sapere pure dal sito che l’Associazione ha predisposto per presentarsi ad un vasto pubblico (si veda www.valsabbiaclimbing.it).
Dal sito si ricavano, ad esempio, informazioni relative alle vie più suggestive che la Valle Sabbia offre: la “Corna 23” a Vestone, il “Covolo” a Villanuova, la “Corna di Fenere” a Idro.
Ma si può essere informati pure sulla palestra di Sabbio Chiese.
Utilizzata principalmente d’inverno, la palestra presenta una quarantina di vie soprattutto di facile e media difficoltà. Queste vie, modificate due volte all’anno, hanno una lunghezza che varia dai 9 ai 13 metri di sviluppo in base all’inclinazione della parete e sono contrassegnate da prese dello stesso colore, oltre che da una etichetta che specifica nome della via e grado di difficoltà.
Nella palestra sono stati introdotti anche corsi di Yoga, disciplina ritenuta preparatoria dei movimenti richiesti per l’arrampicata.
Il sito dell’Associazione dà notizie anche su altre attività che l’Associazione promuove. Penso, in particolare, a “Travata by night”, una festa notturna che si tiene i primi di luglio, nel corso della quale si può arrampicare sulla falesia di Barghe, allo scopo illuminata da potenti riflettori, ma anche condividere panini e birra.
Infine, il sito propone immagini suggestive delle vie attrezzate e degli arrampicatori: una carrellata di scene colorate che invitano a cimentarsi nell’esperienza della arrampicata e lasciano intuire entusiasmo ed allegria in ogni partecipante.
Cosa posso aggiungere qui che già non sia stato scritto altrove?
Credo soprattutto due riflessioni.
La prima è che l’associazione è nata nel 2008, grazie alla passione per la montagna di Andrea Capelli e Andrea Facchetti, per cui costituisce una realtà abbastanza giovane. Tuttavia al presente i soci sono già 200. E questo appare un dato molto interessante. L’impressione che se ne ricava, infatti è che fondatori hanno dato vita ad un loro sogno, ma al contempo hanno intercettato, ed anche alimentato, il bisogno di molti giovani di avere un contatto esperto con la loro terra.
La seconda considerazione è che fare “Climbing” è esercitare un’arte diversa rispetto alla scalata tradizionale. Questa ultima utilizza piccozza ed altre attrezzature, come moschettoni e, in caso di neve o ghiaccio, ramponi.
Il climbing invece esige un contatto quasi corpo a corpo con la montagna. In effetti, l’arrampicatore cerca, solo con le proprie mani nude e con i piedi che sentono la roccia essendo riparati esclusivamente da scarpette leggere, i punti di migliore appiglio. Non può dunque mai distrarsi né sottovalutare la montagna.
Il risultato è un’emozione straordinaria, perché chi si arrampica sente la montagna come un proseguimento di sé e se ne immagina parte.
E’ anche per garantire emozioni del genere che l’Associazione investe ogni anno 1500 euro per la manutenzione delle falesie della Valle Sabbia: una valle che, con tutte le sue falesie – o coste rocciose –, sembra essersi formata per dare gioia agli arrampicatori!
Proprio perciò sull’Associazione “Valsabbia Climbing” mi è parso utile riportare l’attenzione dei nostri lettori.
Luisa Maioli