In merito all’editoriale del direttore Maria Paola Pasini riguardante la politica culturale della città di Brescia. Il sindaco Emilio Del Bono risponde a Pasini attraverso facebook. Ecco le sue parole.
“Sistemare i tetti di Santa Giulia, riaprire il teatro romano, musealizzare la quarta cella del capitolium sistematizzando il più significativo parco archeologico romano sopra Roma (obiettivi già raggiunti), riaprire la Pinacoteca, rilanciare il Castello, aprire e tenere aperto il vecchio Tribunale, riaprire la Crociera di San Luca. Portare stabilmente i visitatori dei musei bresciani a 200.000 visitatori l'anno (siamo a 130.000 con un incremento nell'ultimo anno del 30%). Questi sono grandi obiettivi, molto ambiziosi. Altro che dove sta la linea culturale. Sono indirizzi che varrebbero altro che una mandato amministrativo. Oltre alla straordinaria vivacità di iniziative culturali che hanno caratterizzato questo ultimo anno (musicali, teatrali (dal teatro grande al ctb, al ritorno dei grandi concerti estivi) fino alla nuova fiera del libro. Una crescita culturale durevole che investe sul patrimonio della città. Mi pare evidente la direzione di marcia e gli oggettivi risultati. Negare l'evidenza è ingeneroso e soprattutto inutile. Quindi Goldin o no, il tema sulla proposta culturale è chiaro, Poi le grandi mostre (intese come grandi eventi promozionali) non possono che innescarsi su solide basi. Ma ora è tempo di mettere solide basi per una Brescia che coltiva anche la sua vocazione turistico-culturale”.
Questa la replica del direttore Maria Paola Pasini al sindaco del Bono.
“Grazie signor sindaco della pronta rapidissima replica su fb. Mi fa piacere che lei segua con tale attenzione i dibattiti della rete. La mia idea di cultura però è un’altra. Più archivi e meno festicciole, più iniziative di qualità e meno cene in bianco. Non so forse avranno ragione i sostenitori del giovanilismo ad ogni costo, ma a me non convince. Guardo alle grandi capitali del nord, a Berlino, a città medio grandi che conosco come Lipsia. Guardo alla vicina Milano. A proposito faccia un salto alla Fondazione Prada. Lì siamo in Europa. Qui coltiviamo il gusto della periferia. Una mostra sui Celti? Chi poteva essere così ingenuo da pensare che avrebbe portato a Brescia i visitatori di Expo? Goldin sì, Goldin no. Simpatico divertissement estivo. Non ho mai avuto simpatia per Goldin, ma non è che vi imbarazzerebbero i suoi numeri? A Brescia ci sono archivi, biblioteche, università…Uno sguardo più attento da quelle parti perché no? Civiltà bresciana mi risulta non navighi in buone acque, Fondazione Micheletti spero se la passi meglio, l’Archivio della resistenza con cui mi onoro di collaborare sta in piedi grazie all’Università Cattolica. E allora? Qual è la cultura di cui parliamo? Queste per te (per voi) sono cose “vecchie”? Per me no. Della quarta cella parlava Boni all’inizio del suo mandato nell’immediato dopoguerra. A te va il merito di aver condotto a termine questa operazione che viene da lontano. Emilio Del Bono, in questa città sono in tanti a pensarla come me, credimi. Tienine conto. Un caro saluto”.
I lettori traggano le loro considerazioni.
http://www.51news.it/cultura/1187-su-goldin-a-brescia-anche-io-dico-la-mia