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Come sempre nel fine settimana la rubrica di riflessione della nostra collaboratrice gardesana Ariel.

 

Molti credono che il tempo dei sogni è relegato a piccole dimensioni temporali collegate alle varie fasi della nostra esistenza.

I bambini sognano tutti i colori del mondo e li pervade sempre un infinito senso di pienezza e assolutezza, non dovendosi confrontare con convenzioni stratificate e fermarsi di fronte a filtri e modelli non ancora conosciuti. In questo modo la loro fantasia corre felice e libera e si imbronciano quando intercettano la diversa impostazione mentale degli adulti.

Gli adolescenti sognano a occhi aperti di tutto ciò che appartiene all’ignoto, all’imponderabile, alla consistente leggerezza di ogni essere umano. I loro occhi, però, iniziano già a focalizzare i contorni di equilibri e disequilibri insiti nella società. La bella giovinezza, loro alleata imperscrutabile, li aiuta e li spinge oltre, permettendo loro di assaporare la bellezza e il trasformismo di tutto ciò che osservano già proiettato verso modi e mondi magici, incantati, lontani.

La crescita di ognuno di noi relega il nostro sguardo in raggi di azione emozionale sempre più circoscritti e le risate a bocca piena di tempi passati lasciano il posto a composti sorrisi, spesso di circostanza, dove il tempo dei sogni si muove a fatica e con difficoltà, alla affannosa ricerca delle corde di quelle altalene che non volteggiano più.

E’ arrivato il tempo di riappropriarsi del tempo dei sogni e di tapparsi le orecchie e riaprire la bocca per accogliere di nuovo grandi risate. Il tempo dei sogni arriverà così in un baleno a riempire i colori della nostra anima e accelerare i battiti del nostro cuore.

Ariel