Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

La riflessione della nostra Ariel sulla moda dell'estate 2016: la caccia ai Pokemon che si aggirano in massa anche sul lago di Garda.

La mia nipotina Benedetta mi chiama e mi dice: zia tu a che livello sei? Atterrita dai risvolti di una semplice domanda, mentalmente ho iniziato a prendere tempo e riflettere su come e cosa rispondere.

Non ho avuto tempo e subito lei incalza: zia, allora, quanti pokemon hai catturato? A che livello sei? Da qui in poi è stata una rapida progressione di informazioni, dettagli, suggerimenti, curiosità. In un piccolo spaccato si è aperta una finestra così grande che, al termine della telefonata, mi sembrava di aver corso la maratona di NY.

Vado su internet e mi documento; mai ricerca è stata più facile, dal momento che le prime 1000 pagine di Google sono completamente dedicate al fenomeno più viralizzato del momento.

Poi decido il da farsi. Apprendo che i pokemon più rari sono in luoghi di grande passaggio e cammino decisa verso un meraviglioso parco storico a Gardone Riviera. Diligentemente scarico l'applicazione e sul cellulare si materializzano tantissime stelline. Benedetta aveva ragione, il parco è pieno di questi piccoli mostriciattoli, ma .......la piacevole sorpresa?

Mi accorgo che tutti i luoghi del parco sono perfettamente geolocalizzati con immagini a altissima risoluzione e allora mi esalto nel ragionare sull'evoluzione di un fenomeno che in questi giorni sta facendo vagare in trance milioni di americani e gente di tutto il pianeta con il proprio cellulare in mano in ogni posto della terra.

L'evoluzione vincente di questa moda contagiosa potrebbe fare benissimo alla conoscenza dei luoghi culturali, museali, ambientali, turistici. Ogni persona ipnotizzata dai pokemon dovrebbe - attraverso l'applicativo - catturare i piccoli pokemon, dopo aver visto l'immagine del luogo e aver risposto a una domanda di cultura generale dedicata.

Ciò comporterebbe approcciare la conoscenza e la cultura in modo ludico ma diretto e di viralizzare la grande bellezza al pari dei colorati piccoli mostri.

L'idea è sicuramente positiva, utile, contagiosa. Chissà se gli ideatori dell'applicativo raccoglieranno questa nuova sfida. Dopotutto milioni di seguaci nel mondo più preparati culturalmente sarebbero certamente i migliori testimonial di una cultura globale che si evolve.

Ariel