Nel vicolo Mossi a Gavardo, il vicoletto che fiancheggia il fiume Chiese da Piazza Zanardelli in direzione Sopraponte, ho notato tempo fa un frammento di pietra incastonato sull’arco di una porta in parte nascosto da un tubo del gas, credo.
L’ho guardato spesso e mi ha molto incuriosito. Era evidentemente stato riutilizzato e faceva parte di qualcosa di diverso. Alla fine l’ho fotografato e ho sottoposto le fotografie ad uno studioso bresciano di scritture antiche, Angelo Brumana. Ecco il suo responso. Il mistero è stato in parte svelato ma non del tutto…
Angelo Brumana: “Per quello che ho potuto vedere dalla riproduzione fotografica, si tratta di una iscrizione piuttosto misteriosa. Comunque si parte con l'immagine di un teschio (quella specie di maschera da sub con due occhioni vuoti e il naso stilizzato: quindi si tratta di un criptotesto funerario). L'iscrizione vera e propria che si distende su due linee rudimentalmente incise dice: RUFE E/DAX. Comprendo bene l'aggettivo EDAX, "divoratore", che è attributo normalmente riferito al TEMPUS che divora le cose e ci conduce ineluttabilmente alla morte (vedi teschio). Ciò che francamente non capisco è il vocativo RUFE (la lettura mi sembra certa) che precede EDAX. Per quanto ne so, Rufus è generalmente usato come nome proprio di persona e non so dire di chi si tratti. RUFO DIVORATORE, sarebbe la traduzione: ma non so che cosa abbia abbia a che fare il "famelico" Rufo con il divorare del tempo e la corsa precipitosa verso la morte.
Molto caratteristico l'alfabeto usato dall'anonimo scalpellino e difficile la datazione della pietra. Ad un primo sguardo (ma mi sembra troppo bello per essere vero) azzarderei una datazione molto antica: la D la E la U e la A hanno tratti di scrittura onciale o semionciale, che ci sparano nell'alto medioevo”.
Il mistero continua e se altri hanno suggerimenti…
Maria Paola Pasini