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A Prevalle il taglio di due conifere secolari ha suscitato vivaci polemiche. Una nostra lettrice - la signora Maria Pasini - ci scrive per esprimere il suo disappunto ed esporre le sue considerazioni, e allega al testo anche la foto dei due grandi alberi del giardino di palazzo Morani, datati 1910 e 1911.

  

Gentile Direttore,

vorrei esprimere tutto il mio disappunto per un fatto accaduto a Prevalle il 9 maggio scorso. L’Amministrazione Comunale, con una scelta dettata da problemi di bilancio, ha venduto a dei privati una piccola porzione di area pubblica a fianco del parcheggio adiacente la sede comunale di Palazzo Morani. Considerata l’esiguità dell’area presumo che l’introito sia stato, per altro, alquanto esiguo.

Su questa piccola area, invece, si innalzavano due alberi maestosi, due belle conifere, sane e quasi centenarie, alte più di 10 metri. Dopo pochissimo tempo dalla vendita dell’area gli alberi sono stati tagliati per far posto ad un giardino.

Presumo che tutto si sia svolto regolarmente e correttamente, la procedura di alienazione con un bando pubblico – pochissimo pubblicizzato, per la verità e non andato oltre l’albo pretorio. Anche il taglio degli alberi è stato autorizzato regolarmente poiché, trattandosi di conifere in prossimità di abitazioni, sembra che siano a rischio in occasione di eventi atmosferici violenti non avendo radici profonde.

Tutto a posto… all’apparenza.

Ma cosa dire del fatto che le due piante sono forse gemelle delle due conifere che fanno bella mostra di loro nel giardino centrale di Palazzo Morani e che furono piantate rispettivamente nel 1910 e nel 1911. Queste conifere sono altrettanto pericolose data la loro posizione in luogo pubblico molto frequentato, ma il Comune le ha più volte potate e non si sognerebbe nessuno di tagliarle. Ma vi sono anche molti altri esempi: alla Scuola Materna, altro luogo ancor più sensibile ai rischi anche solo potenziali, presso i Cimiteri e anche nei parchi comunali. Anche in questi casi il Comune ne cura la manutenzione in modo da evitare rischi.

Perché allora gli Amministratori Comunali non hanno pensato di inserire nel Bando per l’alienazione di quella piccola area pubblica l’obbligo per gli acquirenti di manutenere le piante e il divieto di tagliarle?

Nasce così il mio profondo disappunto per la superficialità che ha portato a vendere per pochi soldi una piccola area con due preziosi, antichi e caratteristici alberi, non avendo cura di imporre a chi era interessato ad acquisirla gli stessi obblighi cui il Comune – cioè tutta la comunità – tiene fede. Si è deturpato un angolo delizioso del paese in un contesto particolarmente delicato. E’ stata fatta una scelta superficiale e senza nessuna sensibilità nei riguardi della natura e del territorio. Mi dicono, inoltre, altre persone più informate che la stessa cosa è stata fatta in occasione della vendita di altre aree.

Ma ancora non è tutto… ulteriori vendite di aree pubbliche sono all’orizzonte: addirittura la porzione di un parco pubblico… un parcheggio nell’area artigianale… La colpa poi è sempre rimandata alla fame di soldi per i tagli di bilancio ai Comuni, al patto di stabilità… ma quando si sceglie di svendere la proprietà pubblica bisogna anche avere coscienza e sensibilità. Sono veramente e profondamente delusa dal Sindaco e dall’Amministrazione pubblica di Prevalle. 

Maria Pasini