Terzo appuntamento con il ricordo dei viaggi in bicicletta di Peppo negli anni quaranta del Novecento.
Un’altra mattina d’estate partii verso il lido di Padenghe per rinfrescarmi nelle acque del lago. Non essendo però un gran ciclista, ogni volta che dovevo affrontare una salita mi fermavo per prendere fiato. Quella mattina trovai un’osteria sul lato sinistro della strada ed entrai per bere un bicchiere di spuma fresca prima di affrontare la salita che mi divideva da Pratello; poi ci sarebbe stata solo una lunghissima discesa e avrei potuto godermi il lago senza ulteriori fatiche.
Dopo avermi servito, l’ostessa attraversò la strada dirigendosi verso una chiesetta all’inizio della via per il castello di Drugolo. Aveva in mano un mazzolino di fiori raccolti nell’aiuola attigua all’osteria. La seguii con discrezione e quando la raggiunsi lei mi spiegò che quello era un santuario fatto costruire dai conti Averoldi, signori di quelle terre, sopra un cimitero detto dei “Morti della selva”.
La denominazione risale ai tempi della violentissima peste che nel 1445 colpì la zona. Gli appestati venivano raccolti in un lazzaretto vicino a una selva e alla loro morte erano seppelliti in un piccolo campo nelle vicinanze. Su questo modesto cimitero gli Averoldi edificarono una cappella, poi trasformata nel 1723 in santuario con il nome di “Morti della Selva”.
L’ostessa, però, non entrò in chiesa; depose invece i fiori vicino a una croce di legno posta in ricordo - mi spiegò - di quattro ragazze che nel 1800 circa per sfuggire alle soldataglie francesi si erano gettate in una buca di calce viva. Nel 1854, infine, alle spalle del santuario la devozione spinse gli abitanti del luogo a erigere una stele di marmo bianca sormontata da una croce, in ricordo dei morti della selva.
Ringraziai la donna per aver condiviso con me aneddoti tramandati da generazioni in paese e ripresi la strada mentre ancora ripensavo con emozione e un po’ di tristezza alle storie che avevo sfiorato per caso, grazie al desiderio di un bicchiere di spuma.
Peppo Cinquepalmi
Nelle foto, come sempre opera di Peppo, il santuario con la croce e la stele, una visione dalla "selva" e il castello di Drugolo situato nelle vicinanze.
Le precedenti puntate: La nostra terra... con gli occhi di Peppo: Rezzato e La nostra terra... con gli occhi di Peppo: Pontenove di Bedizzole