Maxidepuratore a Gavardo: i comitati ci scrivono.
Il nostro Comitato Referendario Acqua Pubblica Brescia ed il Comitato Gaia di Gavardo hanno ritenuto opportuno presentare una serie di proposte per la soluzione del problema “emergenziale” riguardante la depurazione delle fogne dei comuni della sponda gardesana del lago di Garda. La nostra proposta, parte dall’esigenza di dare una risposta, seria, ai continui proclami sulla “falsa” emergenza ambientale che renderebbe necessario realizzare l’opera in tempi brevi. A questo assunto “da parte dell’establishment politico-economico” aggiungiamo una considerazione fondamentale nel valutare un’opera così necessaria come la collettazione dei reflui del Garda bresciano, cioè la necessità di considerare, tra le diverse opzioni, quella che presenti il miglior rapporto costi/benefici, sia relativamente alla costruzione che alla gestione dell’intero sistema che non può che prescindere da alcuni punti fermi. Prima di passare alla proposta sui siti ci preme anticipare alcune considerazioni quali prerequisiti:
1. Ad oggi non esistono normative Europee, nazionali o regionali che impediscano di realizzare impianti di
depurazione nel Bacino del Garda con scarichi a lago tanto che
2. Nel bacino del Garda sono presenti diversi depuratori. Nel Trentino sono diversi con scarico a lago a cui si
aggiungono il depuratore di Toscolano, che serve la Cartiera di Toscolano, ed il depuratore del Comune di Limone;
entrambi attualmente scaricanti a lago senza che nessuno abbia mai sollevato alcuna questione.
3. La soluzione prospettata del Depuratore a Gavardo è assolutamente dispendiosa sia nella fase costruttiva che nella
fase gestionale oltre ad essere ambientalmente assolutamente insostenibile.
Di seguito elenchiamo quali devono essere, le “conditio sine qua non” da considerarsi come principi ispiratori per la
realizzazione di qualsiasi impianto relativo alla depurazione dei reflui dei comuni del lago di Garda sulla sponda bresciana:
4. Il bacino idrologico-imbrifero del Garda quale unica sede naturale per qualsiasi impianto da realizzarsi;
5. Utilizzo delle BAT (migliori tecnologie disponibili) per qualsiasi impianto da realizzarsi;
6. Utilizzo delle BAT con tecnologia MBR (depuratori a membrana) che presenta notevoli vantaggi. Notevole
riduzione dell’ingombro dell’impianto di depurazione data l’assenza del sedimentatore e conseguente eliminazione
del rischio di sedimentabilità del fango. Elevata età dei fanghi, minor produzione di fanghi con notevole riduzione
dei costi per lo smaltimento. Migliore qualità del refluo in uscita dalla filtrazione con possibile riutilizzo delle acque
depurate all’interno dei cicli produttivi; Riduzione di costi per eliminazione dei trattamenti terziari. Perfettamente
adatto anche in aree limitate e. vista la possibile modularità, possibilità di ampliamento, appunto, in spazi limitati.
7. Consumo Zero del territorio a meno di valutazione costi/benefici particolarmente favorevoli per soluzioni diverse,
dimostrati nel lungo periodo, visto che la vita dell’impianto dovrà essere di almeno 40/50 anni; Le aree di seguito
individuate sono già aree degradate o cementificate che dovrebbero essere sottoposte ad adeguate riconversioni e/o
recupero.
8. In parallelo alla realizzazione del collettore predisporre un serio e concreto programma di separazione delle
acque bianche e acque nere, imprescindibile passaggio per il buon funzionamento di qualsiasi impianto di
depurazione.
9. Azzeramento degli scarichi fognari a Lago. La questione è primaria poiché non eliminando gli scarichi a lago si
rischierebbe di fare una parziale operazione di salvaguardia delle acque del lago.
10. Considerare come impatto ambientale dell’intera filiera anche quello dovuto alla realizzazione e alla
localizzazione dell’impianto e non solo quello relativo al corpo recettore come fatto fino ad ora;
11. Considerare il costo energetico di gestione per pompare i reflui dal lago verso Gavardo come un costo
irragionevole ed insostenibile.
Di seguito le proposte individuate che riteniamo necessitano di adeguata valutazione da parte degli organi provinciali
partendo dai principi ispiratori sopra citati.
1. Ipotesi 1: La soluzione “Best value for money”, il migliore risultato al minor investimento! La soluzione
economicamente migliore in assoluto e dai tempi di realizzazione più brevi, che risponde perfettamente alle paventate
emergenze ambientali! Questa soluzione poteva essere adottata in pochi mesi e avrebbe potuto porre fine a qualsiasi
allarmismo. Ci riferiamo alla sostituzione della sublacuale esistente con una nuova, realizzata con le BAT,
permettendo il mantenimento delle condotte esistenti eventualmente con parziale rifacimento delle condotte usurate
al fine di eliminare l’infiltrazione di acque parassite. Questo permetterebbe un corretto funzionamento del collettore
esistente. I vantaggi economici e temporali sarebbero stati enormi, il consumo territorio ridotto a zero.
2. Ipotesi 2: Adeguamento e potenziamento del depuratore di Peschiera, con scarico nel Mincio e realizzazione di
un depuratore a Lonato del Garda per i comuni dell’alto Garda fino a Moniga e Puegnago. La realizzazione del
depuratore di Lonato, con scarico a Lago, da realizzarsi attraverso le compensazioni previste per bonifica e
riqualificazione area e solo a seguito delle relative bonifiche delle cave sottoposte a sequestro. Vantaggi economici e
consumo territorio zero visto il depauperamento causato dalle cave Vezzola a Lonato.
3. Ipotesi 3: Adeguamento e potenziamento del depuratore di Peschiera, con scarico nel Mincio, Mantenimento
delle condotte esistenti che convogliano presso la condotta sublacuale per la parte nord del lago a servizio di un
nuovo depuratore a Toscolano che è l’attuale punto di partenza della condotta sub lacuale, visto che qui sono
già convogliati tutti reflui della parte sud del Garda fino a Padenghe. Mantenimento delle condotte esistenti che
convogliano presso la condotta sublacuale, non è necessario invertire il flusso di scorrimento dei reflui verso il
depuratore di Toscolano che scaricherebbe a lago, anche al largo utilizzando la sub lacuale esistente garantendo
l’ottimale diluizione dei reflui depurati;
4. Ipotesi 4: Realizzazione di due nuovi depuratori: il primo a Salò ( Sito ex Fonte Tavina), per la parte nord del
lago fino a San Felice del Benaco ed il secondo a Lonato del Garda per i comuni da Moniga e Puegnago fino a
Padenghe. Per entrambi i depuratori scarico a Lago. Il depuratore di Lonato da realizzarsi attraverso le
compensazioni previste per bonifica e riqualificazione area e solo a seguito delle doverose bonifiche delle cave
sottoposte a sequestro.
5. Ipotesi 5: Realizzazione di due nuovi depuratori: un depuratore nell’ex mollificio a San Felice del Benaco per
la parte nord del lago fino a San Felice del Benaco, e secondo depuratore nelle cave a Manerba. Le aree
individuate sono aree attualmente già devastate ambientalmente. Il sito di San Felice seppur di interesse
archeologico-industriale è attualmente in totale abbandono. Le cave di Manerba sono attualmente in disuso.
6. Ipotesi 6: Realizzazione di un depuratore a Toscolano, punto di partenza della condotta sub lacuale, in cui
attualmente sono convogliati tutti reflui. Mantenimento delle condotte esistenti che convogliano presso la condotta
sublacuale, non è necessario invertire il flusso di scorrimento dei reflui, grande risparmio sui costi di realizzazione e
realizzazione di un depuratore a Lonato del Garda per i comuni da Moniga e Puegnago fino a Padenghe, con
scarico a Lago, da realizzarsi attraverso le compensazioni previste per bonifica e riqualificazione area e solo a
seguito le relative bonifiche delle cave sottoposte a sequestro.
7. Ipotesi 7: Realizzazione di 3 depuratori di circa 50.000 AE nei seguenti siti: Salò ( Sito ex Fonte Tavina), per la
parte nord del lago per i comuni da Gagnano a Salò. Un secondo depuratore sito nell’ex mollificio a San Felice
del Benaco per i comuni della media Valtenesi. Un terzo depuratore a Lonato del Garda per i comuni della
bassa Valtenesi. Tutti i tre depuratori con scarico a lago.
Questo nostro esercizio dimostra, ancora una volta la volontà propositiva dei Comitati che seguendo il principio di
precauzione e considerando gli aspetti ambientali nell’intera filiera e nella loro interezza, riescono a produrre proposte
che andrebbero seriamente valutate senza pregiudizi di sorta. Aggiungiamo che sarebbe più opportuno e serio pensare
alle future generazioni che dovranno accollarsi i costi economici ed ambientali di eventuali scelte scellerate. Ribadiamo che
l’opera, al di là di qualsiasi considerazione e per quanto sopra descritto non possa che essere realizzata nella bacino
idrografico di riferimento, sua area naturale.
Mariano Mazzacani Comitato Referendario Acqua Pubblica Brescia
Filippo Grumi Comitato Gaia di Gavardo