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Pubblichiamo questo ringraziamento all'ospedale di Gavardo da parte di una paziente. Ricordiamo che nei giorni scorsi abbiamo riferito proprio del servizio di reumatologia dell'ospedale di Gavardo che necessiterebbe di essere potenziato.

Tre anni fa, dopo un infinito ed estenuante periodo di visite, risonanze, lastre, interventi, manipolazioni, fisiochinesi, chiropratica, viaggi al confine del sovrannaturale, dolori assurdi e vaghe diagnosi, ormai convinta di dover soffrire a vita, se di vita si poteva parlare, approdo quasi per caso nello studio del Dott. Paolo Prandini, allergologo e reumatologo.Mi visita a Gavardo, a 300 metri da casa. Prescrive una serie di esami ed una risonanza specifica al bacino. L’unica che non mi avessero mai fatto.La diagnosi di Spondilo Artrite, malattia reumatica autoimmune, degenerativa e cronica, mi rese una persona felice, dopo anni di smarrimento e dolore.Solo chi ha cercato disperatamente un perché alla propria sofferenza senza nome, può capire cosa voglia dire avere una diagnosi.

Siamo in tantissimi in Italia con questo tipo di malattie reumatologiche che vengono ancora definite “rare”. È assurdo. Di raro non hanno nulla. Sono molto più comuni di quanto non si pensi e spesso difficili da diagnosticare. L’intervento precoce dello Specialista evita danni permanenti e irreversibili. Come molti, sono arrivata tardi. Ma ci sono arrivata.Alla diagnosi è seguita la cura. LA CURA. Non Fans o cortisone o oppiacei ma una CURA che potesse provare a rallentare il progredire della malattia. Nei casi più fortunati far sperare in una momentanea remissione. Io ora, di notte, non urlo più e mi sveglio poche volte. LA CURA prevede l’uso di un farmaco chiamato “biologico”, che di biologico non ha nulla. Sono farmaci costosissimi ma decisivi. Fanno parte di una categoria di farmaci definiti immunosoppressori o modulatori del sistema immunitario. Spesso il paziente deve passare anni a trovare quello giusto ed è costretto a cambiarne più di uno. Sostanzialmente si entra nelle cosiddette categorie fragili.

Vanno assunti a vita. Possono essere iniettati ogni 15 gg con una penna precalibrata, come nel mio caso o per infusione, in ospedale. Tipo chemio, per intenderci.In entrambi i casi la cura è ospedaliera. I farmaci vengono consegnati o somministrati in reparto. I controlli ematici vanno effettuati ogni due mesi per controllare che non compaiano danni collaterali ad altri organi.

Anche la visita di controllo è bimestrale. Va da sé che trovare un bravo reumatologo sia vitale per noi pazienti. Sono in contatto con numerosi pazienti in tutta Italia, compagni di s-ventura. Il periodo pandemico per moltissimi è stato drammatico. Visite rimandate di mesi, scarsità di farmaci disponibili, solitudine.

Io sono molto fortunata. Io sono una paziente del Dottor Paolo Prandini che mi visita presso l’Ospedale di Gavardo. Per me, mezz’ora di auto ha ripercussioni pesanti. Il centro più vicino a mia conoscenza è quello degli Ospedali Civili a Brescia. In questo pesantissimo di pandemia, non ho mai dovuto saltare un appuntamento. A Marzo dello scorso anno detti per scontato di non potermi recare all’appuntamento programmato. Mi sbagliavo. Prandini, medico pratico e di poche parole, non ha mai messo in discussione le nostre scadenze programmate. In reparto. Nel rispetto di ogni possibile norma Covid.

Mai un ritardo. Gentilezza e cordialità sempre comprese nel pacchetto.

Io non sono la mia malattia ma le sono comunque compagna, per sempre. Vivere con la certezza di un appoggio medico solido, sicuro e continuativo mi è vitale. Tutta la mia gratitudine all’ospedale di Gavardo. Ad ogni visita si respirano competenza, umanità, empatia e sicurezza. E la malattia si fa più lieve.

Valeria Bravi

Gavardo