Società

Il candidato Sindaco della nuova coalizione #LONATO2020 è Paola Comencini. Un tavolo per la discussione sul programma aperto a tutti i cittadini si svolgerà martedì 11 agosto alle 21 presso la Locanda di Campagna, mentre la presentazione ufficiale della coalizione e della candidata sarà il 20 agosto alle 20:30 al parco Le Pozze.

 

Lonatese di famiglia e di residenza, classe 1957, Paola Comencini ha alle spalle 42 anni spesi al servizio del cittadino, di cui sei all’Ufficio Tecnico e trentasei ai Servizi Demografici come Responsabile. Figlia del geometra Cesare Comencini, sindaco democristiano per un breve periodo negli anni ’70, ha vissuto il paese specialmente grazie alla professione e alle passioni per il proprio territorio, tra queste il volontariato come guida per l'Associazione Amici della Fondazione Ugo da Como. Il pensionamento risale soltanto al 29 febbraio di quest’anno e da quel momento sono giunte da diversi cittadini lonatesi le prime proposte a farsi avanti come candidato sindaco, poi consolidate dalla richiesta formulata dalla lista civica Progetto Lonato con Flavio Simbeni.

“Lonato 2020” rappresenta una coalizione alternativa costituita da un’alleanza tra l’area civica di cui fanno parte Lista Civica Paola Comencini Sindaco, Lista civica Progetto Lonato con Flavio Simbeni e Andrea Locantore, area di centrosinistra con Lista civica Ritrovo Lonato di Daniela Carassai e Giovanni Contiero, Partito Democratico con Paola Perini e Franco Marchetti.

«La richiesta – dichiara la candidata Comencini – è partita dai cittadini. C’è la necessità di creare una coalizione di teste pensanti che vada oltre gli estremismi ideologici e i personalismi e che introduca persone nuove e competenti nell'amministrazione dei beni e dei servizi pubblici. Ho sempre tenuto molto al rapporto costante con il cittadino. Con la mia esperienza lavorativa, ritengo che le qualità di un buon amministratore siano conoscenza, competenza e trasparenza. Conoscenza, perché da tempo ho notato molta superficialità. Senza conoscenza non si ha la competenza e senza di questa manca la trasparenza».

Tra i temi su cui sarà posta maggiore attenzione ci sono la salvaguardia e il rispetto dell’ambiente, la corretta gestione del PGT e la sostenibilità ambientale, vista come controllo della qualità dell’acqua, dell’aria e del suolo, la sicurezza tramite le zone di controllo del vicinato e il vigile di quartiere, la legalità, la lotta a ogni tipo di discriminazione e il reciproco rispetto delle opinioni.

Uno degli obiettivi conseguenti è infatti quello di sottoscrivere gli impegni della Carta di Avviso Pubblico, un codice etico comportamentale rivolto agli amministratori, oltre alla presentazione del certificato del casellario giudiziale di tutti i candidati in coalizione.

«La nostra campagna elettorale – conclude Paola Comencini – sarà impostata sulla correttezza, sulla positività e sul rispetto verso altri modi di pensare, per affrontare nel modo migliore i reali problemi di tutti».

Nel secondo trimestre del 2020, l’indice di fiducia delle imprese bresciane attive nel settore terziario ha evidenziato una risalita rispetto al periodo precedente.  Nel dettaglio, l’indice si è attestato a 59, contro il 27 segnato nel 1° trimestre 2020, minimo storico registrato da quando è disponibile la serie (2016).

A evidenziarlo sono i risultati della tradizionale Indagine congiunturale condotta dal Centro Studi di AIB al secondo trimestre 2020.

La risalita della fiducia rifletterebbe il parziale miglioramento delle condizioni operative aziendali sperimentato nei mesi di maggio e giugno, dopo i forti cali fra marzo e aprile, nonché le prospettive di una possibile schiarita del quadro ciclico per la seconda parte dell’anno. Tuttavia, complice anche la stagionale chiusura in agosto, a breve l’attività non è prevista tornare sui livelli coerenti con la media degli ultimi anni.

“L’assestamento, per quanto al ribasso, dell’andamento dell’economia ha permesso all’aziende del settore terziario di fare una programmazione almeno a breve periodo – commenta Paolo Chiari, Presidente del Settore Terziario di AIB –: buona parte dei progetti che erano stati sospesi in periodo COVID sono ripartiti anche se in maniera differenziata. Certo è che i nuovi progetti legati ai nuovi investimenti sono ancora al palo”.

L’evoluzione del clima di fiducia delle imprese bresciane attive nel terziario appare nel complesso in linea con il quadro nazionale, dove l’Indice PMI riferito al settore, dopo il minimo storico raggiunto ad aprile (10,8), è stato protagonista di un recupero (28,9 a maggio e 46,4 a giugno), non tale da riportare i valori al di sopra della soglia che determina l’espansione dell’attività (50).

Nel dettaglio, per quanto riguarda i giudizi espressi dalle imprese sui tre mesi precedenti:

  • il fatturato è diminuito per il 48% delle imprese, con un saldo negativo del 29% tra coloro che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione;
  • gli ordini e l’occupazione evidenziano anch’essi flessioni (saldi netti pari rispettivamente a -38% e a -6%);
  • i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione piatta (saldo netto pari a +3%), a conferma dell’assenza di rilevanti pressioni inflattive, in particolare in questa fase storica.

Per quanto riguarda le prospettive per i mesi a venire:

  • il fatturato è atteso in contrazione dal 39% degli intervistati, con un saldo negativo del 16% a favore dei pessimisti rispetto agli ottimisti;
  • i saldi riferiti al portafoglio ordini (-19%) e all’occupazione (0%) descrivono uno scenario ancora complicato, ma in parziale rasserenamento;
  • i prezzi dei servizi offerti si contraddistinguono per un saldo di poco positivo (+7%), un altro elemento che potrebbe presagire un cambio di rotta all’orizzonte.

Secondo l’approfondimento legato all’emergenza Coronavirus, curato dal Centro Studi di AIB, l’evoluzione trimestrale dell’attività produttiva in questo periodo è la sintesi di dinamiche molto differenziate tra mese e mese. Posto pari a 100 il livello di “normalità” pre-Covid, le realtà intervistate hanno dichiarato per marzo un significativo ridimensionamento dell’attività (80), intensificatosi poi ad aprile (65). A maggio vi sarebbe poi stato un importante recupero (76), consolidatosi poi fra giugno (82) e luglio (84), appena sufficiente per ritornare ai livelli di marzo, ma non tale da colmare il gap con la situazione antecedente la pandemia, che rimarrebbe quindi ancora molto distante.

Nel primo semestre del 2020 il fatturato realizzato dalle imprese del terziario sarebbe inferiore dell’11% rispetto all’analogo periodo del 2019, mentre l’input di lavoro (misurato dalle ore lavorate) registrerebbe una contrazione relativamente meno intensa (-9%). Va tuttavia precisato che le suddette dinamiche nascondono evoluzioni molto eterogenee fra le singole aziende: a fronte di contrazioni significative, che riguardano i più, si contrappongono movimenti in crescita, realizzati dalla minoranza degli operatori. 

Per quanto riguarda le misure di gestione del personale adottate dalle imprese, va segnalato l’ampio ricorso allo smart working (intensificato o introdotto dal 92% dei rispondenti), seguito dall’utilizzo della CIG (56%), dall’imposizione di ferie obbligatorie o di altre misure temporanee per la riduzione dei costi (56%), dalla riduzione dell’orario di lavoro (48%) e dalla formazione aggiuntiva del personale (44%). Il 28% invece ha optato per la mancata proroga dei contratti a termine in essere e il 24% ha rinviato le assunzioni previste.

Sul versante dei possibili effetti sull’azienda da qui alla fine dell’anno, la maggioranza dei rispondenti (55%) prevede una riduzione della domanda nazionale per i servizi offerti, il 28% invece segnala la contrazione della domanda locale. Un altro 16% evidenzia la flessione del volume d’affari a seguito della cancellazione/rinvio di fiere ed eventi promozionali, oltre alla flessione della domanda proveniente dall’estero. Va poi segnalato come il 12% degli intervistati metta l’accento sui possibili rischi relativi alla sostenibilità aziendale e, a conferma della forte eterogeneità che caratterizza l’attuale fase ciclica, il 32% ha dichiarato la normale prosecuzione dell’attività, senza particolari conseguenze negative.

Di fronte alla crisi causata dal Covid-19, il 64% delle imprese del terziario ha adottato (o adotterà) strategie che prevedono un’accelerazione della transizione al digitale, il 52% opterà per una riorganizzazione dei processi e degli spazi di lavoro e commerciali, il 44% si concentrerà sull’offerta di nuovi servizi non connessi con l’emergenza sanitaria, il 40% attuerà azioni di modifica o ampliamento dei canali di vendita, il 40% adotterà nuovi modelli di business e il 32% procederà all’intensificazione delle relazioni esistenti o alla creazione di partnership con altre imprese.

 

 

La giornata dell’assessore alla cultura della regione Lombardia Stefano Bruno Galli in Valsabbia e sul Garda. Dalla Rocca d’Anfo a quella di Manerba, dall’Ecomuseo del Botticino a Prevalle al Museo archeologico della Valsabbia a Gavardo. L’assessore era accompagnato dal consigliere regionale Floriano Massardi. A Prevalle ha incontrato (nella foto) numerosi sindaci della zona. Bisogna ripartire dalla cultura, questo è stato il filo conduttore della visita. «Siamo di fronte alla più grande crisi economica dalla Seconda guerra mondiale - ha detto Galli ieri a Bresciaoggi - e come già fatto dai nostri padri e dai nostri nonni dobbiamo ripartire da qui, dalla cultura, la musica, il teatro. Parlando di turismo, sappiamo che quest’anno di stranieri ne vedremo pochi: sarà il nostro anno zero, dobbiamo affrontare con ottimismo la seconda parte della stagione e far capire ai lombardi quanto c’è di bello nella nostra Lombardia».  In Vallesabbia l’assessore ha firmato una nuova convenzione sulla Rocca d’Anfo gioiello indiscusso del territorio.

 

 

Venerdì 7 agosto alle 11 presso la Comunità Montana Valle Sabbia (via Gen. Reverberi 2, Nozza) verranno presentati i progetti formativi ideati per creare nuove opportunità occupazionali.

 

La Comunità Montana di Valle Sabbia risponde in modo concreto alla crisi generata dall’emergenza sanitaria, proponendo nuove opportunità lavorative in ambito socio-assistenziale. Il progetto prevede un corso di formazione per ottenere la qualifica di operatore socio-sanitario, così da rispondere in modo concreto e fattivo alla crisi occupazionale post covid-19.

L’iniziativa nasce dalla collaborazione, oltre che della Comunità Montana, di Valle Sabbia Solidale, Consorzio Laghi e Solco Brescia, nella convinzione che solo facendo sistema si potrà uscire dalla crisi. All’incontro interverranno Giovanmaria Flocchini, presidente CMVS, Diego Prandini, presidente di Valle Sabbia Solidale, Massimo Brassoli, presidente di Consorzio Laghi, e Antonio Benedetti, direttore generale del Solco Brescia.

Sarebbero 18 milioni le prestazioni sanitarie rinviate a causa dell’emergenza Covid, secondo i dati di CREMS Lombardia dell’Università Cattaneo. Si tratterebbe, tra l’altro, di 2,2 milioni di esami diagnostici, 7,8 milioni di esami di laboratorio, oltre un milione di visite cardiologiche e 161mila controlli oncologici. Il risultato è l’allungamento a dismisura dei tempi di attesa e la messa a rischio della salute dei cittadini. Lo rende noto un comunicato del Pd.

Per questa ragione il Pd ha proposto e ottenuto un impegno della Regione a predisporre un piano straordinario “per recuperare entro la fine di novembre le prestazioni ambulatoriali e chirurgiche sospese nel periodo della pandemia”, prevedendo il prolungamento degli orari giornalieri e l’estensione al sabato e alla domenica dell’attività sanitaria in tutte le strutture, a cui fare fronte con l’arruolamento di personale medico e infermieristico dedicato interamente a questa attività. L’impegno è contenuto in un ordine del giorno all’assestamento al bilancio regionale, a prima firma del capo delegazione del Pd in commissione sanità Gian Antonio Girelli, approvato oggi in Aula.

“Con il calare dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia se ne è verificata una seconda – spiega Girelli - che è quella che riguarda tutte le visite, gli esami diagnostici e le prestazioni sanitarie non eseguite nei mesi del lockdown. In tantissimi ci segnalano tempi di attesa diventati impossibili e questo è un grande problema che la Regione deve affrontare subito. Oggi è stato approvato un piano per azzerare gli arretrati entro il mese di novembre ed è un fatto positivo a cui vigileremo perché segua una rapida traduzione in provvedimenti e assunzioni di personale.”

 

 

Sul tema della collettazione del Garda e le questioni relative pubblichiamo integralmente questa lettera del sindaco di Gavardo Davide Comaglio.

Alla cortese attenzione di:

 

Ill.mi
Presidente e Consiglieri Provinciali di Brescia
Eletti bresciani in Regione Lombardia
Onorevoli bresciani del Parlamento italiano
Eletti bresciani al Parlamento Europeo

 

e,  p.c.

 

S.E. il Prefetto di Brescia

Dott. Attilio Visconti

Carissimi,

scrivo a Voi che siete i nostri eletti nelle varie Istituzioni per rappresentare il grande rammarico per una vicenda che da ormai due anni è al centro del dibattito bresciano: la depurazione dei reflui dei Comuni del lago di Garda.

Scrivo da Sindaco di Gavardo: uno dei due Comuni individuati nella malaugurata ipotesi di ospitare i nuovi maxi-depuratori lungo il bistrattato fiume Chiese. Gavardo, se questo progetto verrà avallato, avrà per primo le negative ripercussioni ambientali e sociali in attesa che il Chiese veda, per lo stesso disegno, l’ampliamento del depuratore di Montichiari, ammesso che venga mai realizzato fra un decennio, visto il cronoprogramma e la situazione economica in atto. 

Scrivo umilmente, ma con orgoglio nel mio ruolo di Sindaco, a tutta la Politica bresciana chiedendomi perché ha delegato il suo ruolo decisionale, in questa importante partita, a funzionari e dirigenti degli enti rappresentati. Nella Cabina di Regia, massimo organo decisionale della vicenda, come nel Tavolo Tecnico convocato dal Ministero, non sono presenti persone elette da cittadini ma funzionari e dirigenti che non devono rispondere ai territori delle loro azioni.

 

Siamo rimasti solo noi Sindaci del Chiese, con i cittadini e con la collaborazione delle associazioni ambientaliste, a contrastare nel merito scelte originariamente viziate dalla superficialità e dalla segretezza di un iter decisionale non condiviso prioritariamente; scelte ora delegate a funzionari di enti che devono giustificare l’ipotesi della depurazione dei Comuni del Garda con il trasferimento sulle sponde del Chiese.


Sappiamo che la tecnica consentirebbe anche la realizzazione del depuratore del Garda a Madonna di Campiglio, ma l’opera bresciana più costosa del prossimo decennio perché non vede protagonista la Politica bresciana? Ad oggi, la scelta di portare i reflui gardesani sul Chiese a Gavardo non ha visto alcun voto favorevole dei Sindaci nell’assemblea ATO, non trova dichiarazioni ufficiali di assenso da parte di alcun partito o movimento politico presente nelle varie istituzioni, anzi si è assistito in questo biennio ad uno scaricabarile tra Istituzioni interessate, per cui la parola d’ordine è stata: “Non compete a me decidere”. I fatti però dicono il contrario e nella Cabina di Regia, per fare un esempio, Regione Lombardia è presente ma il suo parere determinante sulla scelta della localizzazione dei depuratori chi lo definisce? Il funzionario delegato o la parte politica delegante?


In tutti gli studi emerge ciò che ribadiamo inascoltati da mesi: l’ipotesi di portare i reflui gardesani in un altro bacino imbrifero, densamente abitato, produttivo e ambientalmente delicato, comporta un pesante impatto per il fiume Chiese e i territori attraversati, senza risolvere le criticità del lago di Garda, che merita ben altra attenzione con riguardo alla sostenibilità, agli sversamenti indebiti e alle acque parassite nel sistema di collettamento dei reflui. L’opzione più logica e naturale è mantenere a Peschiera la depurazione dei reflui del Garda bresciano, su un fiume (il Mincio, emissario del lago) ben più idoneo del Chiese per portata e regolarità, adeguando l’impianto esistente, che per metà appartiene a Brescia. Credo nessun Comune del lago si opporrebbe a velocizzare l’iter in questo senso, riconoscendo a Peschiera le giuste compensazioni economiche.

 

 

 

Abbiamo più volte indicato le criticità che si prospettano con l’ipotesi Gavardo-Montichiari estratta tra le sei arbitrarie ipotesi iniziali, addirittura ridotte a quattro dal gestore del servizio idrico Acque Bresciane. Chi ha scelto le opzioni sul tappeto: la parte tecnica o la politica?  Avevamo chiesto uno studio indipendente che individuasse la miglior soluzione per l’intero lago di Garda, ma il “mantra” della mancanza di tempo ha dominato la scena. Noi sindaci, che siamo l’ultima ruota del carro istituzionale, abbiamo dovuto chiedere ed ottenere un incontro direttamente al Ministro Costa per avere conferma del finanziamento da 100milioni, anche nel caso fosse necessario più tempo per approfondire i progetti.

 

 

 

Il tema delle condizioni delle tubazioni sub-lacuali è stato utilizzato per accelerare un iter che meriterebbe e merita un’attenzione particolare. Credo sia importante che la Politica bresciana accerti se la condotta sub-lacuale tra la sponda bresciana e la veronese si stia irrimediabilmente corrodendo: nel caso fosse un problema reale, chi si prenderebbe la responsabilità di lasciarla sott’acqua per altri dieci anni necessari al compimento del mega-progetto ipotizzato? Chi prenderebbe la responsabilità di giustificare manutenzioni periodiche sulle tubazioni, con costi superiori a quelli richiesti dalla posa immediata di una nuova tubazione “salva lago”?

 


Il mondo da qualche mese è cambiato: siamo all’inizio di una fase che chiede un ripensamento delle priorità. Tutti dovremmo interrogarci sulla bontà di un investimento di oltre 220 milioni di euro, per stravolgere l’attuale sistema di collettamento e depurazione dei reflui gardesani aggravando le criticità del territorio del Chiese, pur avendo a disposizione un’alternativa ben più funzionale e storicamente consolidata. Mentre noi sindaci con il Ministero stiamo valutando quale corpo recettore sia più adatto per la depurazione gardesana, la parte veneta, senza attendere l’esito del Tavolo Tecnico, ha approvato il progetto definitivo che prevede, tra l’altro, l’esclusione del territorio bresciano (con le eccezioni di Desenzano e Sirmione) dall’utilizzo del depuratore di Peschiera, che appartiene per il 50 per cento alla nostra provincia e scarica in un fiume di prevalente competenza lombarda.

 

 

 

Come può la politica bresciana non esprimere preoccupazione per un progetto che sostanzialmente non risolve le criticità sul lago e costa ormai ben oltre i 220milioni preventivati inizialmente? Se il progetto veronese è passato da un costo di 80 milioni, in fase preliminare, ad uno di 160 milioni, nel progetto definitivo, perché non preoccupano i costi delle sei ipotesi di localizzazione sulla sponda bresciana, dove i costi dal solo progetto preliminare del 2018 a quello del 2019 sono aumentati per cifre che variano da 15 a 51 milioni? Considerando che i progetti dovranno essere ulteriormente affinati dalla fattibilità tecnica all’esecutivo, le stime per l’intero collettore a fine lavori superano i 350 milioni.

 


Ci si chiede se sia moralmente corretto, in questa fase di emergenza da Covid che sta incidendo pesantemente sull’economia bresciana, pensare di accollare alle bollette degli utenti bresciani gran parte di un investimento che ne raddoppierà l’importo nel giro di pochi anni.

 

 

 

Ci chiediamo come faranno i Comuni gardesani a rispettare quanto concordato nella Convenzione Operativa sottoscritta il 20 luglio 2017: “I Comuni facenti parte dell’Associazione temporanea di scopo “Garda ambiente” si sono impegnati a destinare una quota dell’imposta di soggiorno per concorrere al finanziamento delle opere di collettamento e depurazione del lago di Garda. Tale contributo, al momento non quantificato, potrà consentire di accelerare la realizzazione delle opere e ridurre il contributo tariffario a vantaggio degli utenti del servizio idrico integrato”.

 

 

 

Come potranno gli stessi Comuni gardesani destinare ulteriori risorse, per alcuni milioni di euro, alle compensazione prospettate per i Comuni sul Chiese che ospiteranno l’impianto?
La Politica bresciana forse non si rende conto che l’anno funesto del Covid-19 avrà ripercussioni tanto pesanti per il turismo sul lago e il suo indotto che è impensabile aggiungere dieci anni di cantieri sulla Gardesana lungo i 33 chilometri da Gargnano a Gavardo, per la posa di tubazioni fino a 80 centimetri di diametro, con la chiusura di metà carreggiata per poche decine di metri alla volta e l’istituzione di sensi unici alternati in un itinerario già di difficile percorrenza.

 


Una soluzione alternativa è di semplice evidenza: sostituire il tubo subacqueo in acciaio con un ventesimo del costo del progetto attuale e contestualmente aumentare il diametro della conduttura già progettata sulla sponda veronese per salvare la sponda bresciana dall’impatto di dieci anni di cantieri. Viene da pensare che i politici veneti si siano impegnati a salvaguardare il loro territorio e i loro interessi molto più dei colleghi bresciani.

 

 

 

La Provincia di Brescia ha numerosi agglomerati in infrazione europea che richiedono investimenti onerosi e immediati, mentre nel progetto di depurazione del Garda nessun Comune gardesano che verrebbe collettato a Gavardo è oggetto di procedura. A Gavardo è già in fase di realizzazione un depuratore sovraccomunale, altri Comuni lungo il Chiese sono in una situazione critica e meritano investimenti immediati, come previsto nel Piano d’Ambito. Non si può rimandare di un decennio la soluzione di tali criticità, indebitamente inserite nel progetto di depurazione per il lago di Garda. Anche a questo riguardo s’impone una ridefinizione delle priorità.

 

Sul territorio gavardese si sta costruendo un depuratore da 36.000 abitanti equivalenti, a servizio anche dei Comuni di Villanuova sul Clisi e Vallio Terme e di una parte del Comune di Muscoline: nello stesso tratto di fiume, nonostante le criticità segnalate con riguardo a regolarità e consistenza delle portate d’acqua, verrebbe a scaricare i reflui di depurazione l’impianto in progetto per 100.000 abitanti equivalenti. L’area verde ambientalmente di pregio tra Chiese e Naviglio presa di mira dal progetto di Acque Bresciane chiaramente non è luogo idoneo alla realizzazione di un nuovo depuratore da 100.000 abitanti equivalenti, a meno di 500 metri dalle abitazioni e a meno di 900 metri, addirittura, dal centro storico di Gavardo.

La comunità di Gavardo, che non si è mai sottratta nel momento del bisogno a mettersi a disposizione per portare solidarietà ad altri enti in difficoltà, attende dalla Politica bresciana una fattiva collaborazione perché si risolvano, con visione complessiva in modo opportuno le criticità in evidenza. Il grande bacino lacustre del Garda merita interventi idonei alla difesa della sua valenza paesaggistica e ambientale, al tempo stesso il fiume Chiese chiede attenzione per la qualità delle sue acque e della vita dei territori attraversati. Allego lo studio messo a punto dai nostri tecnici incaricati, come contributo all’analisi, ai fini di una gestione appropriata delle problematiche secondo criteri di sostenibilità ambientale nei due ben distinti bacini del Garda e del Chiese. Alla Politica bresciana affido l’auspicio di una presa diretta di responsabilità, in risposta alle domande delle comunità e alle criticità segnalate. 

 

All’auspicio aggiungo un cordiale saluto.

 

 

Il Sindaco

 

Arch. Davide Comaglio

 

 

 

 

Il Servizio di Assistenza Sanitaria Turistica è rivolto alle persone non residenti, temporaneamente presenti nelle località turistiche, è gratuito e garantisce interventi di primo soccorso, visite, prescrizioni e certificazioni.

Modalità di accesso: l’accesso all’ambulatorio di Assistenza Sanitaria Turistica avviene solo su prenotazione telefonica; le visite domiciliari possono essere richieste in orario di ambulatorio. In caso di sintomi sospetti per COVID-19, il paziente sarà preso in carico con visita domiciliare dal medico di Unità Speciale di Continuità Assistenziale (USCA).

Documenti necessari: Tessera Sanitaria/TEAM e documento di riconoscimento

Negli orari di chiusura del Servizio è possibile rivolgersi:

  • alla Continuità Assistenziale dalle 20.00 alle 8.00 di tutti i giorni e dalle 8.00 alle 20.00 del sabato, festivi e prefestivi;
  • ai Medici e Pediatri di famiglia (a pagamento)

Per le urgenze ed emergenze sanitarie comporre il 112

Sedi e orari di attività: https://www.ats-brescia.it/contenuto-web/-/asset_publisher/Gj9ZAWqZPys2/content/assistenza-sanitaria-turistica-2020

 

 

 

È tutto vero! L'Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali (ODAF) Brescia promuove online la categoria con una rubrica ad hoc per i professionisti del territorio. 

In un mondo in cui ormai la dimensione virtuale ha scavalcato i confini dell’importanza tutto è nato la primavera del 2018 quando Elena Zanotti, da pochi mesi eletta Presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali di Brescia, decide di investire energie nella comunicazione. Decisione intrapresa grazie al supporto di tutto il neo Consiglio. Responsabile della commissione comunicazione viene nominata Emanuela Lombardi dottore forestale non esperta nel settore, ma interessata ad incominciare una nuova avventura tutta digitale. 

Si inizia con piccoli passi rilasciando interviste, scrivendo brevi articoli, comunicati stampa e tenendo aggiornata la pagina Facebook. L’anno a seguire, nel 2019 la dott.ssa Emanuela Lombardi viene incoraggiata a frequentare un Master di I livello in Gestione e comunicazione della sostenibilità presso la rinomata Università Cattolica del sacro Cuore di Brescia. Da questa esperienza nasce l’input di una collaborazione con lo stesso ateneo e la decisione di ospitare per uno stage curricolare la dott.ssa Dolores Duka, laureanda nella facoltà di Lettere e filosofia profilo Gestione dei contenuti digitali per le PMI, il patrimonio culturale e i media. L’intesa è da subito grande poiché Dolores, con la sua dinamicità e determinazione, inizia coraggiosamente ad impostare da zero un “piano di comunicazione” che possa essere coerente con le funzioni e la mission di un ordine professionale. Tra le altre iniziative nasce così la rubrica #iprofessionistidelterritorio che ha l’obbiettivo di creare una rete di comunicazione tra i colleghi di diverse specializzazioni. Per la sua realizzazione è stato chiesto a ciascun iscritto di inviare, presso la posta elettronica della nostra segreteria, una breve descrizione della propria carriera specificando gli anni di carriera nel settore, un contatto mail, e la menzione di un progetto attuale su cui sta lavorando. Infine, per completare la scheda veniva richiesta anche una fotografia professionale del singolo iscritto. 

Idearlo, redigerlo e concretizzarlo su uno spazio virtuale non è stato affatto un gioco da ragazzi poiché il lavoro di organizzazione e recruiting del materiale ha richiesto tanto tempo e perseveranza. Ma le soddisfazioni non tardano ad arrivare, dopo solo un mese dall’inizio della rubrica. I dati Insights parlano chiaramente, più di 2900 utenti raggiunti e un incremento del 70% delle interazioni. È solito pensare che basta volere per ottenere e invece noi dell’ordine dei professionisti di Brescia oltre il mero desiderio ci siamo imboccati le maniche ed abbiamo creduto nella forza intellettuale dei nostri professionisti. Il potenziale del piccolo e grande spazio online ci ha dato la possibilità di presentarci apertamente a un vasto pubblico che, per carenza di informazione, probabilmente ancora oggi definisce la figura del dottore agronomo e del dottore forestale come qualcuno che studia i fiorellini o il ciclo di semina del mais. Qualcuno addirittura non è proprio a conoscenza dell’esistenza della categoria, quindi sfruttando il potenziale del cosiddetto content marketing, e soprattutto delle risorse umane all’interno del nostro staff, abbiamo voluto fare un passo avanti verso il pubblico non solo per sensibilizzare sulle peculiarità della categoria, ma anche per comunicare il meritato riconoscimento del lavoro professionale di ciascun iscritto a favore della protezione dell’ambiente e non solo.

Certamente dobbiamo lavorare ancora molto e perfezionare su molti aspetti. Attualmente stiamo incoraggiando i nostri iscritti affinché producano materiale frutto dell’esperienza diretta sul territorio per far meglio comprendere le molteplici sfaccettature della professione del #dottoreAgronomo e #dottoreForestale oggi più che mai, IL PROFESSIONISTA DEL TERRITORIO.

 

Figura 1 Da sinistra: La Presidente Elena Zanotti, Emanuela Lombardi e Dolores Duka

 

 

 

 

 

Venerdì 24 luglio, a Villanuova sul Clisi, si terrà una fiaccolata contro il progetto del “mega” collettore del Garda presentato da Acque Bresciane, un piano di lavoro che prevedrebbe la localizzazione dell’impianto di depurazione del Garda sul fiume Chiese (a Gavardo e a Montichiari).

La volontà del Gruppo Consiliare del Progetto Villanuova è portare l’attenzione su un piano “tecnicamente non accettabile, con un insostenibile impatto ambientale sul fiume Chiese, enormemente costoso (si parla di 300 milioni di euro) e che sconvolgerà la vita dei cittadini per i prossimi dieci anni”. L’obiettivo è che si continui a discuterne nelle sedi opportune, perché sia presa in considerazione la possibilità di fare riferimento a Peschiera del Garda per la depurazione delle acque lacustri.

La manifestazione, organizzata dai membri del Progetto Villanuova in collaborazione con il Comitato GAIA di Gavardo, avrà inizio alle ore 20:30 dal parcheggio dell’Italmark di Villanuova sul Clisi, proseguirà lungo la via Romana che costeggia il fiume Chiese – secondo le norme previste anticovid - e terminerà con un comizio in Piazza Donatori di Sangue.

Chiara Mento

 

 

 

La stagione turistica prosegue con l’arrivo in penisola di importanti flussi di visitatori che affollano le strette vie del centro storico, soprattutto durante i week end e i giorni festivi. Per la sua conformazione e per le caratteristiche che lo determinano, si sottolinea che il centro storico di Sirmione non è adatto ad accogliere automobili o mezzi a motore nelle strette vie che lo attraversano. Ecco perché l’Amministrazione Comunale ha deciso di procedere con la completa pedonalizzazione della penisola per tutte le domeniche di agosto (2, 9, 16, 23 e 30) e per il giorno di Ferragosto. Dalle 14.00 alle 19.00, anche gli ospiti delle strutture ricettive dotate di parcheggio lasceranno l'auto nello spazio a loro riservato in Piazzale Porto.

I visitatori potranno quindi raggiungere il loro hotel a piedi, o, in alternativa, farsi accompagnare da una delle golf car elettriche messe a disposizione da Sirmione Servizi nel GrifoParking. Un provvedimento particolarmente utile quest’anno poiché, tra le altre cose, consente di mettere a disposizione di turisti e visitatori maggiori spazi proprio nei giorni di maggiore affollamento: in questo modo sarà garantita una maggiore sicurezza. Dopo la positiva esperienza dello scorso anno, si rinnova l'occasione di vivere appieno i preziosi e delicati spazi del centro storico di Sirmione, che da sempre affascinano i turisti e attirano visitatori da tutto il mondo.

 

La situazione sanitaria è sotto controllo. Ma la preoccupazione ora è sul fronte dell'economia. Cosa succederà a settembre? La Valsabbia sarà in grado di tornare ai livelli pre Covid? La domanda o meglio le domande sono tutte aperte. Il presidente della Comunità Montana di Vallesabbia Giovan Maria Flocchini se le pone tutte. "Intanto c'è un fatto positivo - dice Flocchini - ad oggi non c'è più nessun paziente in terapia intensiva ricoverato all'ospedale di Gavardo. La situazione sanitaria è buona. Ci sono ancora alcuni casi, soprattutto nei comuni più grossi, in isolamento domiciliare ma la maggior parte dei paesi della Vallesabbia è covid free". Questa è la buona notizia. Ma ci sono altre preoccupazioni... "Pensiamo alla ripresa - sottolinea il presidente - le nostre imprese sono ripartite praticamente tutte, ma ce la faranno? Pensiamo al turismo che non sta ovviamente attraversando una buona fase. Riusciremo almeno a recuperare i livelli pre Covid? Io non lo so. Non lo sa nessuno. Intanto però resta importante mantenere le precauzioni che ci siamo dati, mascherine, distanziamento perchè l'aspetto sanitario resta quello decisivo".

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Bilancio Silmar Group 2019: quale futuro ci aspetta? A causa dall’emergenza sanitaria provocata dalla diffusione del virus Covid-19 nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020 si registra una cospicua contrazione della domanda. Si legge nella nota finale al comunicfato stampa. A partire però dal mese di giugno abbiamo iniziato a rilevare una ripresa del mercato che si è ulteriormente incrementata nel mese di luglio. Seppur con cauto ottimismo, prevediamo che nei mesi a seguire potremmo assistere ad un costante aumento della domanda tornando ai volumi pre-Covid entro la fine dell’esercizio 2020. Tutte le aziende del Gruppo, come sempre, hanno dato la priorità alla salute dei propri collaboratori e delle loro famiglie, adottando fin da subito le misure di sicurezza sul luogo di lavoro indicate dal Ministero della Salute ed applicando in modo rigoroso tutte le azioni stabilite dal “Protocollo di regolamentazione per il contrasto ed il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”.

Il know-how acquisito negli anni ha permesso ai dipartimenti interni di Salute e Sicurezza di avviare una Task Force dedicata di Gruppo per intervenire in modo proattivo, rigoroso e coordinato nei confronti dell’emergenza sanitaria. In tale contesto le aziende di Silmar Group, la famiglia Niboli e tutti i collaboratori si sono attivati per dare il proprio contributo raccogliendo fondi utili per la donazione di strumenti medici, dispositivi di protezione individuale e liberalità per un valore di 645.000 € destinati sia alle strutture sanitarie della Città di Brescia e provincia, sia di tutta la comunità locale.

Per i dettagli sul bilancio:

https://www.51news.it/societa-51news/6672-bilancio-2019-del-gruppo-silmar-della-famiglia-niboli

 

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