Cronaca

Grave incidente in mattinata a Roè Volciano. Un motociclista 62enne di Vobarno ha urtato violentemente una vettura che si era incanalata sulla corsia di svolta a sinistra. Il centauro ha avuto la peggio. E' stato sbalzato dalla moto e ha strisciato sulla careggiata per diversi metri. Una volta raggiunto dai soccorsi il 62enne era cosciente, ma aveva riportato ferite gravi tanto da richiedere l'utilizzo dell'eliambulanza per il trasporto in ospedale. L'elicottero è atterrato al campo sportivo di Roè Volciano. Dinamica dei fatti al vaglio della Polizia locale della Vallesabbia.

L’istituzione del senso unico sulla strada della “Forra”, con direzione dal porto di Tremosine, a riva di lago, salendo al capoluogo comunale e alle frazioni montane di Tremosine, istituita nei giorni scorsi dalla Provincia, ha sollevato le proteste di operatori turistici e cittadini.

La decisione relativa alla Strada Provinciale n. 38 era scaturita in seguito ai lavori che si stanno effettuando nella galleria artificiale tra Campione e Limone, per sistemare il tunnel, in condizioni preoccupanti dallo scorso novembre e puntellato. La Gardesana di notte è chiusa e la strada sulla collina tremosinese costituisce l’alternativa.

La decisione aveva sollevato perplessità che sono andate allargandosi tra cittadini ed operatori turistici che hanno preso carta e penna, rivolgendosi al sindaco, al presidente della Provincia, alla Pro Loco e all’Assessore al Turismo della Regione Lombardia.

La richiesta di base è di essere anzitutto coinvolti nelle decisioni che hanno ricadute di vario genere, a partire da quelle sul settore turistico e sulle ripercussioni che producono sull’unica frazione a lago del Comune, vale a dire Campione. I firmatari della petizione parlano di “limitazione, o forse cancellazione, della possibilità di raggiungere Campione per sport e tempo libero”.

Tra le altre questioni messe in evidenza figura anche l’allungamento del percorso per i mezzi di soccorso.

 

Giordano Silvestri

 

Il locale di Desenzano, che si trova in via Pilandro 16, si è visto sospendere la licenza per 30 giorni a causa di un accoltellamento avvenuto nella notte tra sabato e domenica.

Il “Madai Exotic” è stato teatro dell’accoltellamento di una persona a seguito di aggressione e contestuale ferimento di una seconda. L’episodio ha richiesto l’intervento degli agenti del Commissariato di P.S. di Desenzano, a seguito del quale il questore di Brescia ha disposto la sospensione dell’attività per un periodo di 30 giorni (ex art. 100 T.U.L.P.S.).

In particolare, gli accertamenti hanno rilevato la necessità di adottare soluzioni utili ad evitare qualsiasi possibile nuova tensione ed hanno richiesto un intervento rapido e necessario al fine di tutelare la sicurezza pubblica.

L’adozione del decreto non ha scopo sanzionatorio ma, attraverso la temporanea chiusura del locale, ha la finalità di impedire il ripresentarsi di episodi simili.

Gli agenti della Squadra Mobile di Brescia nei giorni scorsi hanno dato esecuzione all’ordinanza con cui il Tribunale di Brescia ha disposto il ripristino della custodia in carcere nei confronti di un 36enne.

 

La vicenda trae origine da una segnalazione pervenuta in Questura a proposito di pesanti disagi all’interno di un nucleo familiare, con continue vessazioni da parte dell’uomo nei confronti della compagna. Questi maltrattamenti hanno poi effettivamente trovato sbocco in una richiesta di intervento alla Polizia di Stato da parte della donna, con l’immediato arrivo del personale delle Volanti della Questura.

E’ emerso che l’uomo, destinatario di misura di custodia cautelare in carcere, era stato posto agli arresti domiciliari, presso la casa della compagna, nel mese di aprile 2020.

Ma i continui comportamenti minacciosi dell'uomo nei suoi confronti e, soprattutto, nei confronti della figlia minorenne hanno spinto la donna a dichiarare che non intendeva più ospitare il compagno presso la propria abitazione. Il Tribunale di Brescia ha disposto quindi il ripristino della custodia cautelare in carcere.

Si è così interrotta una vicenda che, ancora una volta, vedeva vittima una donna e una minore. La Polizia di Stato, che profonde giorno dopo giorno il massimo impegno per tutelare le fasce deboli, soprattutto in quelle circostanze che coinvolgono persone conviventi o appartenenti al medesimo nucleo familiare, sottolinea l’importanza fondamentale, ineliminabile, del contributo che i diretti interessati possono offrire alle indagini. Il coraggio dimostrato dalle vittime di violenze e maltrattamenti è sempre determinante affinché la catena di violenze possa spezzarsi.

Giovanna Gamba

Questa mattina, intorno alle 10:20, un uomo che percorreva in bicicletta la strada di San Quirico è caduto rovinosamente a terra. Inizialmente confuso, è stato ricoverato alla Poliambulanza in codice rosso, ma le sue condizioni sono poi migliorate.

 

Il ciclista, B.A., 71enne residente a Castel Mella, era in sella alla sua bicicletta da corsa e stava facendo un’escursione nell’entroterra. Giunto a San Quirico, poco dopo il Santuario della Madonna del Carmelo, nell’affrontare un dosso artificiale perdeva il controllo del mezzo e cadeva rovinosamente a terra.

Un testimone, giunto immediatamente a soccorrerlo, si è reso conto che l’uomo era in stato confusionale, dava risposte imprecise e non ricordava neppure di essere caduto, pertanto ha deciso di allertare la centrale operativa del 112. Soccorso dai mezzi inviati sul posto, il ciclista è stato trasferito presso il Pronto Soccorso della Poliambulanza in codice rosso. In un primo momento si temeva una prognosi riservata, tuttavia con il passare delle ore il quadro clinico sembra in miglioramento.

Per i rilievi di legge è intervenuta sul posto una pattuglia del Servizio Intercomunale di Polizia Locale Calvagese della Riviera – Muscoline, al comando di Stefano Dondelli, che al momento ha escluso il coinvolgimento di altri veicoli.

Giovanna Gamba

Vento forte, grandine, pioggia, raffiche fortissime e improvvise. Si è scatenato l'inferno in Valsabbia ma anche sul Garda. In pochi minuti nel primo pomeriggio fenomeni molto intensi che hanno provocato problemi per la loro inaspettata manifestazione. Alberi sradicati, rami caduti, bidoni dei rifiuti che volavano o "passeggiavano" per le strade. Il tutto è durato meno di un'ora e poi è tornato il sereno. Erano stati annunciati temporali e in effetti ci siamo trovati di fronte al tipico temporale estivo ma con una notevole intensità, insorto improvvisamente nel giro di pochi minuti.

 

Erano da poco passate 17:30 quando un violento fronte proveniente da nord est con pioggia e vento forte, ha investito il Lago di Garda nella parte Nord dal Comune di Malcesine, per poi raggiungere tutte le coste del Lago fino alle sponde a Sud tra Desenzano, Sirmione e Lazise.

La Sala Operativa della Guardia Costiera di Salò ha ricevuto quasi contemporaneamente e per circa 60 minuti, numerosissime richieste di soccorso tramite il terminale 112 NUE e il numero  blu 1530, che provenivano da più zone del Lago.

Per coprire le varie segnalazioni, sono stati impiegati e coordinati dalla Sala Operativa sede di Unità Costiera di Guardia, cui è demandata la gestione delle attività SAR sulle acque di tutto il Lago di Garda, due mezzi navali della Guardia Costiera e un mezzo navale dei Vigili del Fuoco del Distaccamento di Bardolino.

Alla fine dei dieci eventi di soccorsi aperti e coordinati, nei quali ben 20 persone risultavano in pericolo di vita, tutti sono stati tratti in salvo o sono riusciti a raggiungere autonomamente la riva, grazie anche all’intervento di altre unità che si trovavano nei pressi dei malcapitati.

Le Unità della Guardia Costiera impiegate hanno assistito due natanti e sette persone tra cui un bambino, due adolescenti e i rispettivi nuclei familiari.

Tutto è bene quel che finisce bene – dichiara il Capitano di Corvetta (CP) Antonello Ragadale - al Comando del Primo Nucleo Guardia Costiera del Lago di Garda, presente in Sala Operativa a gestire le varie chiamate di soccorso – che ci tiene a ringraziare il proprio Personale, nonché i Vigili del Fuoco del Distaccamento di Bardolino, per la prontezza d’intervento con lago formato e onde che raggiungevano anche i 3 metri di altezza.

Importante – si legge nella nota – è riuscire in questi casi a distribuire le risorse di soccorso su più fronti, avendo sempre chiaro il quadro delle chiamate, anche perché moltissime richieste di intervento riguardavano medesimi eventi.

In situazioni di questo tipo, infatti, è necessario sempre cercare di acquisire quante più informazioni possibili dai segnalanti, per evitare di sovrapporre i vari eventi di soccorso da coordinare.

 

Riceviamo e pubblichiamo.

Sabato 11 luglio, a Brescia e provincia, per l’ennesima volta abbiamo assistito a un intenso evento meteorico che ha divelto molti alberi, oltre a creare danni a cose e a persone. Leggendo i dati della velocità del vento rilevati dalla centralina ARPA in via Ziziola a Brescia, il valore medio della velocità del vento alle ore 15 è stato di 140 km/ora. Secondo la scala e misura dei venti (classificazione Beaufort) a tale velocità si attribuisce il termine “tempesta violenta”, alla quale corrisponde  l’effetto “alberi sradicati e danni a manufatti”.

Io ed altri colleghi dottori agronomi e dottori forestali di Brescia siamo stati chiamati per constatare i danni. Tutti abbiamo convenuto come i danni principali siano avvenuti, principalmente, su alberi che presentavano difetti o malformazioni dovute all’abbandono, ad errati interventi di manutenzione, alla loro messa a dimora in aree non idonee o con modalità sbagliate.

Alcuni esempi… Cedri di 50 cm di diametro messi a dimora in aree acclivi e abbandonate da circa 30 anni (uno di loro, schiantato a terra, presentava radici strozzanti); Liriodendri di 15 m, schiantati, con le radici chiaramente affondate in soli 20 cm di suolo… Di questi esempi ne potremmo aggiungere altri cento.

E’ un po’ come pensare di far diventare nostro figlio un campione di calcio, ma senza che possa usare un pallone…

Ogni volta che cade un albero parte un’eco mediatica che ritengo spesso esagerata. Penso a quanto viene scritto e detto da persone che purtroppo non si rendono conto della propria incompetenza in materia, e che, dopo aver dato un’occhiata ai danni, puntualmente dicono la loro senza conoscere le piante e come funzionano. Da ciò purtroppo discende la percezione distorta del problema da parte dei cittadini, e spesso anche della pubblica amministrazione. Un albero che abbia più di 35 cm di diametro e superi di 7/8 m di altezza appare subito come un pericolo.

 

“Rischio” e “pericolo”, però, non sono sinonimi. In qualsiasi processo decisionale si passa, in maniera conscia o inconscia, attraverso una “valutazione di rischio” o, meglio, attraverso un’analisi costi –benefici, che sfocia in una decisione, frutto appunto di un bilanciamento tra ciò che si guadagna (il beneficio) e ciò che presumibilmente si potrebbe perdere (il rischio). Nella Storia l’Uomo è sempre stato consapevole dei rischi legati ai fenomeni naturali e non controllabili, quali le malattie (recentemente, il Covid-19), i terremoti, i fulmini e gli incidenti di varia natura. Di strada ne abbiamo fatta molta: nel 1900 l’aspettativa di vita era di 45 anni, oggi raggiungiamo gli 80!

 

Dunque, anche per gli alberi in città e in aree urbane densamente edificate, in particolare, è necessario affinare le tecniche difensive attraverso la corretta realizzazione delle aree verdi, la giusta prevenzione e la necessaria manutenzione, se desideriamo che i benefici indiscussi della natura possano aiutarci a vivere a lungo e con una qualità della vita con standard elevati.

Per questo motivo è necessario che siano dei professionisti abilitati, come i dottori agronomi e i dottori forestali, a progettare adeguatamente le aree verdi, a valutare lo stato di salute e la stabilità degli alberi e ad affrontarne e risolverne problemi, così come tutti si aspettano che per un dolore fisico ci si rivolga al medico, per progettare un ponte a un ingegnere, a un architetto per progettare la casa dei sogni.

 

Emanuela Lombardi dottore forestale

(responsabile della comunicazione dell’ordine dei dottori agronomi e forestali di Brescia)

 

 

 

Profondo cordoglio in Valsabbia e a Clibbio in particolare ha suscitato la notizia della morte di Flavio Bianchi, il 53enne morto in un tragico incidente in tangenziale a Gavardo martedì scorso. Oggi i funerali. Flavio Bianchi lavorava alla Feralpi di Lonato. La sua scomparsa ha lasciato nella disperazione la moglie e due figli. Il primogenito Alberto era stato ospite di Radio 51 nei mesi scorsi per aver raccontato la sua esperienza come concorrente della trasmissione "Cuochi d'Italia". Gestisce il ristorante "Da Silvana"a Pregastine di Preseglie.

A partire da venerdì 17 luglio, la Questura ha messo in atto un nuovo dispositivo di supervisione del territorio, uno strumento che andrà a sostenere l’attività ordinaria svolta dagli Uffici della Questura preposti al contrasto della criminalità diffusa. L’ obiettivo è il controllo di persone sospette e agli arresti domiciliari, di parchi pubblici ed esercizi commerciali, insieme all’aumento di posti di blocco sulle arterie stradali. Controlli più stringenti e puntuali dunque. La prima giornata di controlli si è svolta a Sanpolino. In che modalità verranno gestite le operazioni? Il Tavolo Tecnico Permanente (un organo composto da Questura, Polizia di Stato e Polizia Locale) si occuperà di analizzare gli esposti cittadini e le zone sensibili a fenomeni criminali, per poi eseguire i controlli seguendo modalità versatili, tutte regolate da un’ordinanza apposita.

Anche il Comune di Desenzano del Garda ha scelto di partecipare all’iniziativa, grazie al contributo del locale Commissariato di P.S. e della Polizia locale del Comune gardesano. È forte l’impegno per la tutela della cittadinanza e degli elevati standard di vivibilità di Brescia e Provincia.

Chiara Mento

 

 

Per la polizia locale valsabbina è stato un altro fine settimana di intenso lavoro serale e notturno sul territorio, con l’obiettivo dichiarato di prevenire incidenti dovuti al mancato rispetto delle regole.

 

Anche in questo weekend i controlli avevano come primo intento quello di contrastare la guida in stato di ebbrezza. Gli automobilisti fermati e sottoposti a pretest sono stati circa un centinaio. Tra questi, solo quattro violazioni: tre persone avevano un tasso alcolemico compreso tra 0.5 e 0.8, quindi rientravano nella fascia amministrativa che prevede semplicemente la sospensione della patente; uno di loro, tra l’altro, era un neopatentato. La quarta violazione era invece più seria perché è stato rilevato un tasso superiore, quindi è scattata la denuncia con nomina del difensore d’ufficio e la conseguente procedura.

Tra gli automobilisti sanzionati tre sono residenti in Vallesabbia, mentre uno risulta della provincia di Monza Brianza. Il comandante Fabio Vallini si dichiara soddisfatto del lavoro degli agenti e sottolinea l’importanza dell’attività di prevenzione per garantire a tutti più sicurezza sulle nostre strade.

La tecnica utilizzata è sempre la stessa: sono donne che si avvicinano ad un uomo e abbracciandolo cercano di sottrarre orologi, telefonini ed oggetti di valore. Solitamente la sottrazione avviene senza violenza ma con la sola destrezza ed abilità delle donne che abilmente sfilano alle vittime l’orologio o altri oggetti di valore senza che queste se ne accorgano immediatamente, ma fortunatamente in questa situazione il derubato è riuscito subito a dare l’allarme. Nel primo pomeriggio di martedì nella zona di via Solferino, il personale della squadra volante ha arrestato due donne resisi responsabili del reato di furto aggravato. La notizia nel comunicato dlela questura.

Gli agenti sono intervenuti in soccorso ad un uomo che, in strada, si agitava facendo presente di aver subito il furto del proprio cellulare ed il tentato furto del proprio Rolex da parte di due donne che si stavano dando alla fuga.

I poliziotti si sono immediatamente messi all’inseguimento delle donne raggiungendo inizialmente  la prima fermandola e successivamente posti all’inseguimento dell’altra riuscivano a bloccarla.

Le due donne, di 30 e 25 anni, si sono dimostrate  poco collaboranti per cui sul posto sono giunte altre due volanti in ausilio. Entrambe le donne avevano numerosi precedenti per reati analoghi, commessi negli ultimi anni, inoltre una delle due, a seguito di accertamenti, risultava latitante per una precedente condanna alla pena di due anni. Nella direttissima di mercoledì mattina il giudice ha confermato gli arresti ed entrambe sono state condannate ad un anno e due mesi.

 

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