Cultura

Lo storico dell'arte dice la sua sul capolavoro recentemente restaurato e sulla contaminazione che ispira gli allestimenti contemporanei.

 

La luce bagna il metallo fresco di cure. La mancanza dello scudo, anziché mutilarne la bellezza, esalta l’imperio del gesto; braccia eternamente protese a governare lo spazio. Sì, stiamo parlando di Lei: la Vittoria Alata ... e del suo nuovo allestimento. Dopo il massacro, tutto casalingo, della Pinacoteca Tosio-Martinengo, la scelta è caduta sull’architetto spagnolo Juan Navarro Boldeweg per dotare la statua di una rinnovata base in un riallestito Capitolium, e così sia.

Per glorificare il ritorno a Brescia, dopo il complesso restauro, la parola d’ordine è “contaminazione” (come se non bastasse l’attuale pandemia). L’arte antica ha necessità, nell’immaginario di politici e curatori di eventi, di essere sostenuta dal contemporaneo per apparire accattivante; sarebbe a mio dire vero il contrario, ma così stanno le cose. Se Roma (Galleria Borghese) assolda Damien Hirst per dialogare con gli antichi capolavori, con effetto tra il comico e il tragico, Brescia non si sottrae e mette in campo una sua gloria del contemporaneo per supportare il “datato” bronzo. Ma se mirando la vetusta statua comprendo il sublime, dinanzi al contemporaneo sono propenso allo sbadiglio. Allorché i “palloncini” di Jeff Koons saranno sgonfi e i cessi d’oro rubati, cosa resterà?

La Vittoria eterna e sublime. Brescia sa bene sfregiare la sua bellezza: vedi Santa Giulia, uno dei più fascinosi complessi museali italiani, e non solo, che dopo essere transitato indenne dalle oranti benedettine ai fucili austriaci non ha retto all’attacco dei politici e oggi si presenta decorticata negli intonaci e depauperata del suo ruolo di museo d’eccellenza. Percorrendo le belle strade del centro storico, ingombre di macchine posteggiate su marciapiedi, di cassonetti decorati da ogni possibile lordura, rifletto: se la cultura in città boccheggia, la civiltà è senz’altro agonizzante, con buona pace degli imperiali busti che dal Palazzo osservano sdegnosi.

Giuseppe Merlo

Venerdì 25 giugno, alle 20:30, la biblioteca comunale Primo Levi ospita il primo incontro della rassegna "Ripresi" con Ileana Montini, autrice di "La valigia di cuoio. In viaggio tra Novecento e ventunesimo secolo". La scrittrice dialogherà con Rosangela Comini.

 

E' un viaggio a cavallo tra due secoli quello proposto da Ileana Montini figura poliedrica che ha rivestito diversi ruoli, da insegnante a pedagogista, da psicologa e psicolterapeuta a giornalista per quotidiani e periodici come Avvenire, Il Manifesto, Testimonianze, Noi Donne, Nuova Ecologia. Nell'ultimo libro la srittrice ripercorre la propria vita dalla Romagna, terra delle radici familiari, fino a Brescia, rivisitando diversi luoghi ed esperienze significativi, con uno sguardo appassionato, anche se a tratti velato dall'amarezza.

Sono numerosi e profondi gli spunti di riflessione, a partire dall'esperienza della guerra, vissuta da bambina, che la portava a viaggiare sui treni con una valigia di cuoio, cui si deve il titolo del volume. Ancora, la Montini tratta del rapporto tra uomo e natura, con la narrazione delle ferite alla pineta di Cervia, ma anche toccando gli effetti della recente pandemia, per invitare a un nuovo turismo più sensibile e responsabile. Il percorso continua tra professione giornalistica e impegno politico, viaggi e incontri significativi, come quelli con due donne scomparse entrambe nel 2020 e a lei molto care, Rossana Rossanda e Lidia Menapace.

Assessorato alla Cultura e Tavolo della Biblioteca, in collaborazione con la Proloco di Bedizzole, hanno organizzato l'evento, che è gratuito, ma prevede la prenotazione obbligatoria al numero 030.675323 o via mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (indicando nome, data di nascita, Comune di residenza e recapito telefonico).

Giovanna Gamba

 

La Rocca d'Anfo sarà il cuore del folto calendario di eventi che si alterneranno in Valle Sabbia nel mese di giugno!

“Un mese ricco di appuntamenti per valorizzare le eccellenze culturali, gastronomiche e sportive del territorio, lanciando anche un messaggio di resilienza e di rilancio turistico: è questo il nostro obiettivo” - afferma il Presidente della Comunità Montana di Valle Sabbia, Giovanmaria Flocchini - “Questi eventi, organizzati sempre nel rispetto di tutte le normative anti-Covid, segnano un nuovo inizio che rinnovi, per tutti, il piacere autentico di una partecipazione reale a un evento in presenza”.

I primi appuntamenti sono previsti per domenica 6, 13 e 27 giugno con “La Rocca in Giallo” la rassegna culturale organizzata nell'ambito del Festival Giallo Garda. Il format prevede una breve visita introduttiva alla Rocca con guida alle ore 17:00, per poi passare alle 18.30 alla presentazione di un libro giallo, con la presenza dell’autore. Il 6 giugno verrà proposto “Le Ombre dell'Eridio”, di Paolo Tognola, scrittore e musicista che ha ambientato l’opera proprio sulle rive del lago d’Idro. La presentazione sarà arricchita dagli interventi degli attori Costanza Scaroni e Giuseppe Tonolini e animata da intervalli musicali a cura degli allievi dell’Associazione Artistico Musicale l’Ottava di Brescia. A moderare l’evento sarà Laura Marsadri, titolare della libreria Bacco di Raffa di Puegnago, fondatrice e anima del Festival Giallo Garda. La rassegna proseguirà il 13 giugno con Roberto Van Heugten che presenterà “Storie di Gianluca Vanetti” moderato dalla libraia Marjkal Tomasi. Domenica 27 giugno sarà la volta di Romina Casagrande che presenterà il suo libro “I bambini del Bosco”, moderata da Roberta Ghirardi. Si tratta di eventi a partecipazione gratuita con prenotazione obbligatoria al 375.6221121 oppure Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Sempre domenica 6 e 13 giugno sarà la volta del grande ritorno degli “Artigiani dei sapori valsabbini” con i loro stand di prodotti gastronomici del territorio. Domenica 6 giugno saranno protagonisti Gabriele Francinelli di Vallio Terme, con i formaggi di capra, insieme alle confetture e al radicchio selvatico sott'olio di Terre Solive (Bagolino), mentre domenica 13 giugno saranno esposti altri formaggi, confetture di piccoli frutti e miele. L'ingresso agli stand dei produttori sarà gratuito.

Il 21 giugno, proprio in occasione della giornata mondiale dello Yoga, la meravigliosa cornice della Rocca d'Anfo farà da sfondo, a partire dalle ore 18.00 ad una sessione en plain air. La lezione è rivolta anche ad un pubblico di principianti che scopriranno tutti i segreti di questa antica pratica ascetica e meditativa, sotto la sapiente guida di Gabriella Guerini, insegnante, nonché socia fondatrice, dell'Associazione Studio Yoga di Brescia. L'evento, che si terrà presso il piazzale della Batteria Statuto, facilmente raggiungibile in pochi minuti dal parcheggio, è gratuito e vi si potrà accedere tramite prenotazione al numero 375.6221121 o alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. È necessario portare un tappetino, abbigliamento comodo e acqua.

Giovedì 24 giugno, in occasione del plenilunio la fortezza napoleonica valsabbina, torna a svelarsi ai visitatori al chiaro di luna grazie a speciali tour panoramici. Le visite inizieranno alle 19.30 con partenza dalla Caserma Zanardelli e termineranno con la visita della batteria Rolando. La prenotazione è obbligatoria e i biglietti possono essere acquistati sul sito www.roccadanfo.eu.

La Rocca d'Anfo sarà inoltre aperta mercoledì 2 giugno con il Tour Napoleonico guidato che inizierà alle ore 9.00 e giovedì 3 giugno con un Tour in lingua tedesca dedicato ai turisti provenienti dalla Germania che partirà alle ore 9.00 e che verrà riproposto regolarmente nel corso della stagione estiva. Per prenotazioni www.roccadanfo.eu

 

 

 

Inizio emozionante e promettente per il programma “Callas 1923-2023” varato dal Comune di Sirmione per celebrare la cantante lirica definita “la divina” che per sei anni, dal 1952 al 1958, dopo il matrimonio con Giovanni Battista Meneghini, trascorse le vacanze estive proprio nella residenza di famiglia, nella penisola di Sirmione. L’altra sera, nell’ora magica del tramonto, alle Grotte di Catullo, al prato denominato “la pelosa”, si è svolto un applauditissimo recital lirico. Chiara Isotton (soprano) e Simone Frediani (tenore) hanno interpretato alcune celebri arie dalla Madama Butterfly e dalla Turandot di Puccini. Opere che fecero rifulgere la bravura canora e interpretativa della Callas. Ad accompagnarli è stata l’orchestra Virgilio Ranzato diretta dal maestro Jacopo Rivani. La serata – intitolata “L’Oriente di Maria. La divina emozione” - è stata condotta da Fabio Larovere, a fare gli onori di casa il sindaco Luisa Lavelli e l’assessore Mauro Carrozza. Interpreti e orchestra hanno dato vita a interpretazioni di grande carica espressiva, sottolineata dalla bellezza della location e dal gioco di luci fra tramonto, imbrunire e prime tenebre notturne rischiarate dalle luci del lago e da una magnifica luna rossa che ha fatto la sua apparizione nel finale. Il concerto è stato ripreso e sarà trasmesso da Sky Classica. Il Comune di Sirmione ha varato un programma triennale che, dopo il concerto di sabato, prevede una importante mostra fotografica e di cimeli della Callas nel centralissimo palazzo a lei intitolato. La conclusione sarà nel 2023, centenario della nascita della “divina”. Ma già il debutto del progetto ha convinto il folto pubblico presente alle Grotte di Catullo.

Odoardo Resti

 

 

Durante l'estate la Direzione regionale Musei Lombardia sul Lago di Garda ha deciso aperture straordinarie di monumenti quali le Grotte di Catullo, il Castello Scaligero di Sirmione e la Villa Romana di Desenzano del Garda.

 

"Un'estate al museo": questo lo slogan che accompagna le aperture straordinarie estive dei luoghi della cultura sul Lago di Garda. Grazie al piano di valorizzazione 2021, approvato nei giorni scorsi e finanziato dal Ministero della Cultura, già a partire dal mese di giugno e per tutta l’estate le Grotte di Catullo, il Castello Scaligero di Sirmione e la Villa Romana di Desenzano del Garda estenderanno i propri orari di apertura.

Per garantire maggiori possibilità di visita nei mesi estivi tutti i siti gardesani saranno visitabili sette giorni su sette e, in alcune date, anche in orario serale grazie ad aperture straordinarie. In particolare, i due musei di Sirmione, Castello Scaligero e Grotte di Catullo, saranno aperti anche di lunedì, il primo la mattina e il secondo il pomeriggio.

Ecco in dettaglio le estensioni dell’orario di apertura previste per i tre musei:

Castello Scaligero di Sirmione dal 21 giugno fino al 30 agosto: aperto tutti i lunedì mattina dalle 9.00 alle 13.00 (turni di visita 9:15, 10:00, 10:45, 11:30, 12:15). Invariati gli orari per il resto della settimana: da martedì a sabato ore 9:00 – 19:15; domenica: 9:00 – 13:45.

Grotte di Catullo a Sirmione dal 21 giugno fino al 30 agosto: aperte tutti i lunedì pomeriggio dalle 14:00 alle 18:00; da martedì a sabato ore 8:30 – 19:30; la domenica, tra il 27 giugno e il 25 luglio, all’apertura pomeridiana già in vigore dalle 14:00 alle 19:30 si aggiunge l’apertura straordinaria della domenica mattina dalle 10:00 alle 14:00.

Villa Romana di Desenzano del Garda dal 21 giugno al 30 agosto: aperta tutti i lunedì mattina dalle 9:00 alle 13:00; da martedì a sabato ore 8:30 – 19:30; domenica dalle 14:10 alle 19.30.

Il piano di valorizzazione prevede inoltre un folto calendario di iniziative, appuntamenti e aperture straordinarie, diurne e serali, che va dai mesi estivi fino alla fine dell’anno, di cui daremo via via notizia.

Sabato 19 giugno alle ore 21 - nella Chiesa Monumentale di Sant'Andrea a Maderno - è in programma il terzo concerto del Festival Suoni e Sapori del Garda. L'appuntamento vedrà protagonisti Piercarlo Sacco al violino e Andrea Dieci alla chitarra.

 

Riflettendo sul pensiero musicale di Astor Piazzolla è facile rendersi conto che il comun denominatore delle sue composizioni stabilisce una certa affinità con il procedimento   borgesiano   dell'autocitazione.   Per   questo   le   partiture   più eterogenee nutrono la loro identità di una raffinata arte manipolatoria, attraverso cui si percepisce la continuità del suo stile. Un alfabeto di ricorrenze che affiorano nella narrazione musicale, come una sorta di eterno ritorno biologico. Da loro è distillata l'essenza di un'opera che si distingue come unica tra le strepitose negromanzie del '900 musicale. In loro risiede il genius loci che l'autore ha saputo comunicare, inserendolo in un quadro formale di respiro universale.  La combinazione fortunata si condensa in un'estetica, dove è espresso il riuscito mèlange dei due aspetti etimologici inerenti a questa parola, costruzione del bello ma anche sensazione del corpo. Ed è proprio la riuscita coniugazione di questi aspetti che conferisce alla musica piazzolliana quello che Roland Barthes chiamava "effet du réel", vale a dire l'impressione di trovarsi di fronte a musiche che prima di essere scritte sul pentagramma, sono ispirate dalla realtà e per ciò in grado di esprimere una formidabile potenza evocativa. Tra le composizioni registrate in questo cd, ad esempio, ci sono alcuni riferimenti diretti alla biografia dell'autore, Calle 92 è la strada in cui Piazzolla risiedeva nei suoi anni newyorkesi; oppure Imágines 676, fa esplicito riferimento ad un club di Buenos Aires sito in Calle Tucuman 676, dove si esibiva con il suo quintetto alternandosi con figure quali Joao Gilberto. Stan Getz, Gato Barbieri, mentre tra gli habitué mancava di rado Anibal Troilo..."el   bandoneon   mayor   de   Buenos   Aires". L'unicità di Piazzolla sta proprio nella capacità di declinare questo dolce rumore   della   vita" (cantato   in   un   verso   di   Sandro   Penna), attraverso un'inesauribile vena melodica distillata almeno in un passaggio di ogni sua composizione. Melodie per così dire "visive" che iniettano nella sua scrittura accademica la forza vitalistica delle sue origini di musicista popolare, alias profondo conoscitore di tutti i segreti del Tango. Piercarlo Sacco e Andrea Dieci sono tra i pochissimi musicisti di formazione classica a far emergere la verità che abita lo spirito di Piazzolla e tutto quello che di simbolico ne consegue. Lo abbiamo ascoltato nelle loro vibranti interpretazioni riunite in Café 1930; lo riascoltiamo in questa seconda impresa discografica intitolata La Calle 92, un'incantevole Wunderkammer formata da quattordici episodi in cui l'arte di Piazzolla risuona forte e chiara con la voce della chitarra in dialogo con quella del violino e della viola (quest'ultima solo in Fievre e Detresse). La caratteristica che rende prezioso questo lavoro di Sacco e Dieci, oltre che per il merito di aver riportato alla luce diverse composizioni raramente eseguite (Psicosis, Suavidad, Dernier lamento, Tango choc, Made in USA...)  e di aver arrangiato tutto il materiale registrato con magistrale sapienza, è il coraggio interpretativo con cui i musicisti hanno affrontato le loro realizzazioni. Piercarlo  Sacco  ad  esempio, riprende la musica di Piazzolla riflettendola nel suo mondo espressivo e quindi leggendola  con  il  gusto  sinuoso,  rischioso  e  trascinante  di  chi  sa  corteggiare  i modelli  filologici  ma  anche  separarsi  da  loro, in  una  flessibilità  che  è  la  sola fedeltà  possibile  nel  campo  della  creazione,  quella  della  libertà,  della  passione, della  mimica  che  crea  e  ricrea  restando  in  una  relazione  fluida,  elegiaca  e cangiante  con la partitura.  Una prova maiuscola che sintetizza maturità artistica, suono curatissimo e felicità virtuosistica.  Dal canto suo, la chitarra di Andrea Dieci contiene e sottolinea le iperboli del violino in una tessitura disegnata per coniugare l'inquieta e mobile cadenza del ritmo. Dieci coglie perfettamente il senso che traspare ogni qual volta Piazzolla ha scritto per la chitarra insieme ad un partner (esempio tra tutti i numeri della Histoire du tango): il contributo di questo strumento non deve essere circoscritto ad semplice, ancor che complesso, ruolo di accompagnamento. Infatti le partiture preparate da Dieci suggeriscono all'interprete di abbandonarsi ad un gesto che palpiti, incarnando il suono fresco di colori luminescenti, per dare luogo ad una sorta di venerazione verso i soggetti melodici che si rincorrono in modulazioni e variazioni, ondeggianti tra il veleno e la grazia, il sangue e l'incanto, il furore e l'intimità. Queste considerazioni sulla scienza del pathos che si manifesta nelle esecuzioni di Sacco e Dieci, valgono per tutte le tracce registrate nel magico riverbero naturale della Cappella del Collegio Rotondi di Gorla Minore (VA). Sia che si tratti di un arrangiamento costruito a partire da una edizione sintetica che vale poco più di una traccia, sia che sia stata sperimentata una riscrittura partendo da quella conosciuta attraverso un  altro  organico  (ad  esempio Jeanne y  Paul,  mancata  colonna  sonora  di L'ultimo  tango  a  Parigi; Fracanapa    scritta per Paula cautiva, un film del 1963 diretto da Fernando Ayala, con un titolo che riprende il nome di una maschera del Carnevale di Venezia, antagonista antiborghese di Pantalone; Calambre  ispirato ad una fughetta inserita tra i numeri delle Variazioni Goldberg e primo esperimento di una fuga inserito nel contesto del Tango piazzolliano; Milonga  en  Re, dedicata a Salvatore Accardo e scritta originariamente per violino e pianoforte). Come alludendo alla discesa di un sipario finale il cd si conclude con il brano intitolato Se   termino. Ma intuiamo che Sacco e Dieci abbiano ancora molto da farci ascoltare. La Calle 92 non finisce qui.

 

Il Festival propone un circuito di spettacoli ad ingresso libero inseriti in un unico cartellone, con il diretto coinvolgimento dei Comuni afferenti all’intero bacino lacustre e al suo immediato entroterra. La direzione artistica è affidata al maestro Serafino Tedesi coadiuvato dalla sua associazione culturale Infonote; l’intento è quello di riuscire a coinvolgere sempre più comuni, anche delle province limitrofe. I comuni che fanno parte dell’edizione 2021 sono: Calvagese della Riviera, Desenzano del Garda, Gardone Riviera, Lonato del Garda, Salò, San Felice del Benaco, Tignale e Toscolano Maderno.

Tornare indietro nel tempo di 495 anni e far rivivere il Rinascimento è quello che accadrà domenica 27 giugno alla Rocca d'Anfo, grazie alla rievocazione storica del passaggio dei Lanzichenecchi nella Valle del Chiese, organizzata dall'Associazione Lebrac, Lanzi Lodron!

L'obiettivo è quello di valorizzare la storia legata al territorio valsabbino e alla nobile famiglia dei Conti Lodron con i suoi palazzi e castelli qui dislocati, come ad esempio il Castello di San Giovanni a Bondone.

L’evento storico rievocato risale al 1526 quando un esercito di 14.000 lanzichenecchi sostò per tre giorni proprio nella Valle del Chiese, preparandosi ad assediare la più grande fortezza napoleonica d'Italia. L'attacco non si verificò mai ed il 16 novembre il comandante Georg Frundsberg, accolto ed ospitato in Giudicarie dal cognato Ludovico Lodron, insieme all'intero esercito ripresero la marcia, diretti verso la pianura padana per combattere la lega di Cognac, che si concluse con il sacco di Roma da parte dei Lanzichenecchi.

 

La rievocazione dei Lanzi Lodron si compone di differenti scene che permettono allo spettatore di rivivere realmente e fedelmente l’atmosfera presente in un bivacco lanzichenecco del 1500. Nel Piazzale della Caserma Zanardelli sarà infatti allestito un vero e proprio accampamento con cucine, tende, un grande velario, tavoli e riproduzioni di arredi da campo dell'epoca.

Il visitatore vivrà un'esperienza diretta di come si viveva all'epoca poiché saranno presenti bambini che giocano, donne intente ai lavori di cucina, soldati che sistemano le armature e che giocano ai dadi.

L'evento sarà gratuito e inizierà a partire dalla tarda mattinata fino alle 17.30. A conclusione della rievocazione Romina Casagrande presenterà il suo libro “I bambini del Bosco”, moderata da Roberta Ghirardi. Anche questo evento è a partecipazione gratuita con prenotazione obbligatoria al 375.6221121 oppure Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

 

 

Si chiama Caliente. È il nuovo brano musicale uscito oggi che porta la firma di Mirko Crescimbeni, Leonardo Mazzari e Manuele Bertelli, tridente vincente tra i giovani talenti musicali dell'ultima generazione. Le sonoritè estive, di ispirazione esotica rendono... Caliente il nuovo pezzo creato in Valsabbia che sta andando già per la maggiore. Sono in molti ad averlo scaricato sin da queste prime ore. Un'estate Caliente dunque all'insegna della musica e quella che Mirko, Leonardo e Manuele propongono per questo 2021. Non resta che sentire il brano.... https://youtu.be/PnD_t7R9p4M

 

 

Novità alla Fondazione Ugo da Como di Lonato. Nuove importanti proposte con cui la Fondazione Ugo Da Como di Lonato del Garda accoglie i visitatori dopo le forzate chiusure per il lockdown: il restauro della Galleria nella Casa del Podestà in seguito al quale sono stati definitivamente attribuiti a Girolamo Romanino i tre monumentali strappi da affresco raffiguranti Capitani di ventura, la Sala immersiva nella Rocca (che avvolge a 360° i visitatori con straordinarie immagini del castello, della Casa del Podestà e dei vicini comuni del basso Garda e dei colli mantovani) e le visite virtuali  al complesso della Fondazione Ugo Da Como con occhiali Artglass, che coinvolgono i visitatori in un viaggio nel tempo e nello spazio, facendo loro scoprire la storia delle collezioni di Ugo Da Como, degli esemplari più particolari del museo ornitologico e la vita quotidiana nella Rocca al tempo di Isabella d'Este Gonzaga, con ricostruzioni in 3D di alcuni luoghi particolari del castello.

Nel corso dell’inaugurazione, hanno preso la parola il Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brescia e Bergamo Luca Rinaldi, l’Assessore all’Autonomia e Cultura della Regione Lombardia Stefano Bruno Galli, il Presidente della Provincia di Brescia Samuele Alghisi, il Vice Sindaco di Lonato del Garda Monica Zilioli, l’ Amministratore Delegato Green UP  Flavio Raimondo.

A fare gli onori di casa, il Presidente della Fondazione Ugo Da Como Antonio Porteri con il Direttore Giovanna Nocivelli.

 

 

Rappresentazioni all'aperto nel mese di luglio sono la proposta estiva del Teatro Centro Lucia, con il primo appuntamento venerdì 2 luglio alle 21:30 nel parco dietro il teatro. In scena le Giulia e Paola Michelini con lo spettacolo "Alza la voce".

 

Le due sorelle sono conosciute dal pubblico come interpreti di numerose serie televisive, tra cui Distretto di Polizia per Paola e Squadra Antimafia per Giulia nei panni di Rosy Abate. A Botticino le sorelle porteranno in scena uno spettacolo che prende spunto da un fatto reale, l'Orsa Pizza chiusa da anni all'interno di una teca in un centro commerciale in Cina. Questo punto di partenza diventa una metafora per riflettere sugli stereotipi legati al femminile oggi, attraverso i personaggi di due donne, Stella e Pizza. 

Stella e Pizza sono due lati contraddittori della stessa donna: una decisa e determinata, che combatte contro le ingiustizie; l'altra disillusa, leggera e troppo stanca per combattere. “Alza la voce” è un tentativo di parlare del  femminile e della sua natura, che sfugge a qualsiasi definizione e non si può legare ad alcun stereotipo.

Per lo spettacolo è obbligatoria la prenotazione, chiamando il numero 340.3913752 o scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Il costo del biglietto è di 20 euro, 18 per residenti a Botticino e under-13. Per tutte le informazioni è possibile consultare il sito web www.centrolucia.it oppure seguire i canali social, Facebook e Instagram.

 

 

 

 

 

“Prendo possesso di questa terra votiva che m’è data in sorte: e qui pongo i segni che recai meco, le mute potenze che qui mi condussero”: così Gabriele d’Annunzio nel febbraio 1921, al suo primo ingresso in quello che diventerà il Vittoriale degli Italiani.

A cento anni da quelle parole, lo stesso Vittoriale si prepara a festeggiare le sue mura e la propria storia, che lo ha reso nel tempo un simbolo italiano nel mondo e il terzo luogo di cultura più visitato della Regione Lombardia nel 2020 e quello che ha accolto il 60% del pubblico totale dei musei bresciani. Domenica 20 giugno, a partire dalle ore 11, il Parco del Vittoriale celebrerà quindi l’importante anniversario, inaugurando nuove mostre e accogliendo nuovi doni. Per l’occasione l’ingresso al parco sarà gratuito durante tutta la mattinata, dall’apertura alle ore 13.00.

Sarà un Vittoriale completamente recuperato ad accogliere il proprio pubblico, opera d’arte esso stesso o meglio, come diceva d’Annunzio, “monumento alla sua vita inimitabile”: infatti il Presidente Giordano Bruno Guerri ha mantenuto la promessa di portare a compimento il progetto Riconquista, che prevedeva il restauro e la riapertura di tutti gli spazi del complesso per restituirlo al suo originario splendore e per far trovare ai visitatori, nell’anno del centenario, un Vittoriale aperto in ogni suo luogo, come il Vate lo desiderava. Tra i numerosissimi progetti conclusi in oltre un decennio di lavori: il restauro e la riapertura delle Vallette, del Laghetto delle Danze, del Canile, dell’Arengo, la creazione dei musei d’Annunzio segreto, d’Annunzio ritrovato, d’Annunzio eroe e L’Automobile è femmina. E ancora altri recuperi sono stati quelli del Laghetto del Mas, del Giardino delle Vittorie, del Portale, del viale di ingresso, oltre agli interventi di recupero delle stoffe della Prioria. Tappa fondamentale di questo percorso è stata rappresentata dal completamento dell’Anfiteatro, il Parlaggio, inaugurato nella sua nuova veste in marmo rosso di Verona, grazie a un contributo di Regione Lombardia, nel luglio 2020.

Alla presenza di Stefano Bruno Galli, Assessore all'Autonomia e Cultura della Regione Lombardia, verranno dunque inaugurati gli ultimi spazi restaurati durante le chiusure dell’ultimo anno: da piazzetta Dalmata, con la facciata della Prioria, casa del Vate, alla piazzetta dell’Esedra, passando dallo S.V.A - l'aereo con il quale il 9 agosto 1918 volò su Vienna.

Così il Presidente Giordano Bruno Guerri: “Restauri, opere d’arte, riaperture di spazi sono l’aspetto più visibile del lavoro svolto dalla Fondazione Il Vittoriale degli Italiani in questi ultimi anni. Ma c’è stata anche un’attività meno vistosa e forse più importante: l’acquisizione di una enorme mole di documenti, editi e inediti, un aumento degli studi parallelo a quello dei visitatori, e soprattutto il cambiamento di una vulgata su Gabriele d’Annunzio accumulata in oltre un secolo di pregiudizi – che sviliva la complessità di un innovatore geniale – e che si sta progressivamente sgretolando. Continueremo a lavorare in queste due direzioni”.

 

Cento e cento e cento e cento anni del Vittoriale: una mostra tributo, a cura di Giordano Bruno Guerri, proporrà un percorso che permetterà di comprendere come d’Annunzio abbia concepito e realizzato la cittadella, grazie al contributo dei tanti artisti che ne decorarono le stanze, ma soprattutto grazie a Giancarlo Maroni.

È proprio l’incontro con il giovane architetto trentino che cambia radicalmente l’approccio di d’Annunzio con lo spazio; l’abisso che inizialmente li divide – Maroni ha una formazione prettamente tecnica – diventa il punto di forza di un connubio che riesce a plasmare la cittadella dannunziana, vero e proprio piccolo principato popolato dalla corte di cui d’Annunzio ama circondarsi. I due creano gli interni, costruiscono nuovi edifici - tra cui la grandiosa ala di Schifamondo che avrebbe dovuto ospitare la nuova dimora del poeta e le torri degli Archivi con i loggiati a lago - incastonano la Nave Puglia nella collina con la prua che guarda verso il lago come solcasse ancora le acque dell’Adriatico, progettano il mausoleo per la sepoltura del poeta accanto ai suoi compagni eroici, il teatro all’aperto, l’hangar per il MAS (questi ultimi grandi cantieri terminati solo dopo la morte del poeta), trasformano, arredano e modellano il parco con i suoi rii, la limonaia, il giardino a terrazze, il Laghetto delle Danze, l’Arengo e i moltissimi angoli che fanno del Vittoriale un luogo di grande fascino e attrazione, con una strepitosa vista sul Garda.

A testimonianza dell’enorme lavoro preparatorio e di gestione della Fabbrica del Vittoriale, saranno esposti: la prima lettera del Vate a Maroni, il disegno di Schifamondo con la data e la firma del poeta e uno dei modellini di legno dell’architetto, completamente restaurato per l’occasione.

La mostra continua percorrendo i grandi temi di d’Annunzio attraverso degli “oggetti simbolo”: dalla musica allo sport, dall’amore per i cani al genio del Vate al servizio dei grandi marchi italiani, passando per le donne del Vittoriale.

Ma l’anno del centenario dannunziano incontra con una felice coincidenza anche quello del Sommo Poeta: per ricordare il profondo legame che unì Gabriele d’Annunzio a Dante, e per celebrare l’importante contributo che entrambi diedero allo sviluppo della lingua italiana, il Vittoriale ospiterà una prima mostra, #DantePOP, dell’artista Sandra Rigali, che intende raccontare il Poeta e la sua visione del mondo evidenziando il forte legame tra l'opera dantesca e la società attuale.

Ospiti speciali della giornata di festa saranno Lucrezia Hardouin di Gallese e Federico d’Annunzio, discendenti del Vate, Lorenzo Sospiri, Presidente del Consiglio Regionale dell’Abruzzo, e il regista Gianluca Jodice, che mostrerà alcuni frammenti e parlerà del film Il cattivo poeta, omaggio agli ultimi anni di vita di d’Annunzio. Verrà anche inaugurata un’opera della serie Seme, l’ormai celebre creazione di Emilio Isgrò, che il grande artista ha voluto chiamare Aligi, in omaggio a un protagonista delle tragedie di d’Annunzio: arricchirà il museo a cielo aperto che negli ultimi anni è diventato il giardino del Vittoriale, nel prato di fronte al MAS. Infine, il festival estivo Tener-a-mente, che torna con una programmazione ricchissima dopo l’anno di pausa obbligata, e la presentazione della nuovissima bottega online GardaMusei, e dei molti prodotti che accoglierà.

 

Vittorialmente è un evento sponsorizzato dalla Camera di Commercio di Brescia e dall’Associazione Amici del Vittoriale.

 

Tornano le riflessioni graffianti dello storico dell'arte Giuseppe Merlo su Brescia e sui suoi tesori artistici spesso poco curati o valorizzati.

 

Le divinità e gli eroi sbiadiscono, silenti nel crepuscolo della loro bellezza affievolita ma non perduta. Le storie ovidiane sfumano sconfitte da una lotta combattuta, con armi impari, contro la polvere e l’indifferenza degli uomini, vegliate da figure d’ignudi dalle ormai esauste muscolature. Tempus edax rerum e il tarlo divora lo splendido soffitto ligneo e i pensieri dei pochi che hanno a cuore le sorti di una delle più belle sale del Cinquecento, e non solo bresciano: il salone di quella che fu la residenza della nobile stirpe degli Avogadro del Giglio e, per sua sciagura, di proprietà pubblica da oltre due secoli.

Decenni di colpevole abbandono minano la stessa esistenza di questo palazzo dolorosamente conficcato nel centro cittadino a ridosso della Loggia. Mancanza di fondi, la logora motivazione per non intervenire. Se distrattamente, da profano, analizzi le risorse spese in futili eventi, orridi arredi urbani, vanagloriose parate assessorili, prendi coscienza di quante risorse potevano essere impiegate nel recupero del pregevole salone. Se si vuole nascondere il nulla, le rughe, l’incapacità, esistono due vie, diametralmente opposte: o nascondersi nella più totale oscurità, scelta da subdoli o da timorosi, o, al contrario, porsi in piena luce; luce abbagliante, quasi divina, che acceca.

I politici vanno con ineffabile indifferenza dall’una altra, tranne quelli delegati alla cultura che prediligono la seconda, devoti al poeta del "m'illumino d’immenso"; Brescia non fa eccezione. Scordiamoci il salone magnificamente dipinto da Lattanzio Gambara e si continui con solerzia nella costosa distruzione di quella che fu la pinacoteca Tosio – Martinengo, ingabbiandone l’ elegante architettura in vitree cupole. Pensiamo a inutili ascensori che alleviano la fatica di salire al Castello, quasi fosse posto su una vetta himalaiana, si prosegua con caparbia stoltezza a riempire le vie cittadine di orride fioriere. Effimero, eventi, contaminazioni sono le parole che si rincorrono in proclami, editti, esternazioni. Se i presupposti per Brescia capitale della cultura 2022 sono questi, Libera nos Domine.

Giuseppe Merlo

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