Cultura

La celebrazione del 25 aprile assumerà quest'anno la forma di un video che sarà trasmesso domenica a partire dalle 10 sul canale YouTube della scuola. Gli studenti dell'istituto superiore Don Milani di Montichiari si stanno mobilitando in questi giorni per produrre contributi personali o di gruppo sulla Resistenza.
 
 
I quattro rappresentanti d’istituto Lisa Irle, Matteo Botturi, Lorenzo Lancini e Samuele Rizzo - in collaborazione con alcuni docenti di Storia, numerosi compagni e la dirigente scolastica Claudia Covri - hanno organizzato l'evento on line "Materiali Resistenti". L'audiovisivo verrà trasmesso sul canale YouTube della scuola domenica a partire dalle ore 10: sullo schermo scorrerà una nutrita serie di contributi realizzati dai ragazzi con musiche, canzoni, letture di documenti d'epoca, lettere, articoli di giornale, racconti, poesie, riflessioni, saggi e ricerche.
 
«Il progetto – raccontano i quattro – è nato dalla profonda sensibilità che da sempre il nostro istituto ha nei confronti di questa tematica. Riteniamo fondamentale sensibilizzare ed essere sensibilizzati su un argomento tanto importante quale la libertà di pensare, decidere e dunque fare. Se oggi tutti noi possiamo esprimerci senza costrizioni né violenze è proprio grazie alle imprese compiute nella seconda guerra mondiale dagli eserciti alleati, in collaborazione con gli italiani che ebbero il coraggio di opporsi al ventennale regime fascista».
 
La preside Covri è intervenuta chiedendo a tutti «di aderire alla pregevole iniziativa di approfondimento storiografico, per fare memoria del variegato movimento di idee e azioni che seppe ridare al nostro Paese la pace e la libertà». La rassegna si articolerà in cinque parti: La dittatura, La scelta, Vita da partigiani, Il sacrificio, L’eredità.
 
«Auspichiamo – concludono i quattro studenti – che l’evento da noi organizzato sia accolto positivamente dalla cittadinanza monteclarense e dei comuni del territorio. Siamo consapevoli che il grande lavoro svolto in questi giorni dai nostri compagni per realizzare questa rassegna di video è l'esempio migliore di come il ricordo di quella gloriosa pagina di storia si perpetua imperituro nel tempo».
 
Dopo il 25 aprile la rassegna di filmati autoprodotti resterà a disposizione degli interessati sulla homepage del sito web dell'Istituto Don Milani.
 
Giovanna Gamba
 

 

Roberto Van Heugten torna in libreria con una nuova avventura di Gianluca Vanetti, l’investigatore suo malgrado. E' uscita giovedì 25 marzo Area riservata (Homo Scrivens), la quarta avventura di Gianluca Vanetti, l’investigatore della Valtènesi nato dalla penna dello scrittore Roberto Van Heugten.

 

Con questo libro, il nr. 1/2021 della collana “I dieci”, il lettore compie un viaggio nel mondo delle communities digitali, quelle che davanti ai recenti, drastici cambiamenti di abitudini si pongono come nuovi ambienti lavorativi, di scambio e di conoscenza. Tutto bello e condivisibile, senonché in uno di questi circoli virtuali succede qualcosa che esce dallo scopo per cui la community “Nuovi panorami” era stata ideata.

Sullo sfondo, la pressione di azioni criminose condotte da chi vuole compromettere i delicati equilibri dell’integrazione tra comunità reali, approfittando dell’anonimato garantito dal virtuale.

 

«Ho iniziato a pensare al romanzo Area riservata – ha dichiarato l’autore Van Heugten - già all’indomani della pubblicazione del precedente Asia, ombre e intrighi nella Brescia che conta.

Avevo appena finito di raccontare la crescita professionale e investigativa del protagonista, Gianluca Vanetti, che già pregustavo l’idea di affibbiargli un caso intricato in ambientazioni che non fossero confortevoli e vicine alle sue abitudini. Difatti gli ho fatto scoppiare la casa, e da lì in poi la trama è diventata un vortice di fatti e misfatti di crescente atmosfera thriller.

Il libro mette a confronto le nuove tecnologie digitali con le tradizioni di una civiltà millenaria, affronta inoltre il tema dell’integrazione e del rifiuto, creando un insieme ad alta tensione che lascia al lettore ben poche pause di relax. Posso però dire di essermi divertito molto, durante la sua scrittura; spero di riuscire a trasferire questa sensazione in chi si troverà a viaggiare insieme alle mie parole».

 

«Roberto Van Heugten – ha affermato l’editore Aldo Putignano - è di quegli autori cui non è difficile prevedere un futuro luminoso. Nato nel sottobosco del noir italiano, cui anche la grande editoria ha iniziato da qualche anno ad attingere con sempre maggiore frequenza, più volte premiato e segnalato in concorsi e manifestazioni di genere, ha col tempo affinato gli attrezzi del mestiere e sviluppato una scrittura che crea grande empatia con il lettore. Ha inoltre il pregio di accompagnarsi a un personaggio gradevole e anticonvenzionale, Gianluca Vanetti, detective "suo malgrado", che fa dell'ascolto il suo principale strumento di indagine». 

 

Un romanzo rapido, incalzante e pieno di colpi di scena, sorretto da una scrittura che non lascia tregua, disponibile in tutte le librerie indipendenti, su Bookdealer e negli store fisici e online.

Per chi, poi, volesse avere un filo diretto con “l’investigatore suo malgrado”, può sempre scrivergli una mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Titolo: Area riservata

Autore: Roberto Van Heugten

Editore: Homo Scrivens

Collana: Dieci

Anno edizione: 2021

In commercio dal: 25 marzo 2021

Pagine: 208 p., Brossura

Costo: 15,00 Euro

ISBN: 9788832782011

 

Sinossi

Pomeriggio settembrino, un boato scuote la paciosa pausa caffè di Calvagese, nei pressi del lago di Garda. La soddisfazione per il successo dell’annuale asta antiquaria di casa Vanetti è oscurata da fumo e calcinacci, così la famosa Casa sul meteorite, piegata ma non sconfitta, diventa di nuovo lo sfondo su cui prendono forma trame misteriose e intrighi inediti.

Cosa c’è di tanto importante nei suoi scantinati? Perché un cliente folle, ma non meno determinato, è pronto a tutto pur di accaparrarsi il pezzo mancante di un ordigno dall’ignota origine?

Quali macchinazioni si nascondono dietro i sempre più frequenti attentati a negozi e ristoranti del nord Italia gestiti da stranieri?

Per vederci chiaro, Gianluca Vanetti, biografo e investigatore non convenzionale, decide di entrare nel mondo sfuggente delle communities digitali d’affari e partecipare ai progetti della Nuovi Panorami, gestita da Asia Vangadizza, sua vecchia conoscenza. E per cercare la verità, dovrà incamminarsi su un terreno accidentato.

 

L’autore

Roberto Van Heugten è nato in Olanda, ma vive sul Lago di Garda. Con Homo Scrivens ha pubblicato i romanzi La casa sul meteorite (nuova edizione 2020); Il silenzio di Ada (2017); Asia, ombre e intrighi nella Brescia che conta (2019) e l’e-book 1000 Miglia 1951. Una fantastica edizione della corsa più bella del mondo (2020) più volte premiati e tutti con protagonista lo scrittore Gianluca Vanetti, l’investigatore suo malgrado.

 

 

“Mamma e papà, non fate i capricci!”, a cura di Mirna Zambelli, è un libro per genitori con figli di ogni età, che attraverso il capriccio crescono insieme a loro.

Il capriccio, che da sempre spiazza generazioni di genitori, è il punto di partenza di un’analisi volta a dimostrare quanto questo comportamento non sia esclusiva del mondo infantile, anzi. Nel volume Mirna Zambelli, pedagogista e consulente familiare, offre un vero e proprio cambiamento di prospettiva in cui i genitori, veri protagonisti del libro, vengono condotti dall’autrice in un viaggio verso la propria interiorità, giungendo alla rivelazione delle origini delle proprie reazioni. 

"Questo manuale – ha spiegato l'autrice - ha origine dalla mia esperienza in qualità di consulente psicopedagogico in studio, ma soprattutto dagli incontri e corsi per genitori ed educatori, durante i quali ho potuto avvertire quanto l'esperienza del capriccio rappresenti per mamme e papà qualcosa di profondamente segnante. Nel libro i genitori possono scoprire le cause nascoste dietro al comportamento capriccioso, ma soprattutto prendere consapevolezza di quanto in queste dinamiche proprio loro giochino una parte molto attiva, arrivando così a maturare un nuovo modo di esercitare e vivere  la responsabilità genitoriale". 

A fare da cornice alle parole dell’autrice, ci sono le esperienze, i pensieri e gli sfoghi dei piccoli Leo e Tea, le testimonianze reali di tante mamme e papà e le illustrazioni che ritraggono la famiglia Speranza.

Sostenere iniziative per lo SVILUPPO SOCIALE, CULTURALE E SCIENTIFICO del territorio e che pongano particolare attenzione all’ARTE IN TUTTE LE SUE FORME - grafiche, figurative, musicali ed espressive - supportandole con varie misure tra cui premi rivolti a giovani studenti ed universitari.

Con questo obiettivo – per volontà della madre Nadia, del padre Roberto e della sorella Claudia – è stato costituito presso Fondazione della Comunità Bresciana il FONDO GIULIA MINOLA. Il Fondo nasce per ricordare Giulia, giovane studentessa che ha frequentato dapprima il Liceo Scientifico A. Calini di Brescia e successivamente il Politecnico di Milano, dove studiava Design della Moda per realizzare il suo sogno di disegnare e realizzare abbigliamento. Fin da piccola si è sempre industriata a disegnare e realizzare vestiti, con fantasia, gusto e creatività. Un’altra sua passione era viaggiare, conoscere luoghi, vivere posti nuovi o antichi. Visitava una capitale europea ogni estate, spinta dalla curiosità e dal desiderio di vedere cose di cui aveva sentito parlare. Arte e musica riempivano le sue giornate di viaggio. In lei vivevano tante idee, sorrette dal desiderio di voler fare qualcosa di diverso, dalla volontà di sperimentare continue novità. Purtroppo i sogni di Giulia vengono tragicamente infranti il 24 luglio 2010, giorno in cui la ventunenne si recò a Duisburg, in Germania, per partecipare all’edizione annuale del festival di musica LoveParade, durante la quale Giulia ed altre 20 persone trovarono la morte, mentre i feriti furono oltre 500.

Nadia Zanacchi, madre di Giulia: “Questi lunghi anni, ed il faticoso processo conclusosi recentemente con l’archiviazione, hanno rappresentato un periodo molto duro, ma ora che questa fase è terminata sentiamo la necessità di pensare in positivo. Desideriamo far capire che Giulia non era solamente una vittima o un numero, ma una persona, una giovane ragazza con i propri sogni e desideri. Fin dalla scomparsa di Giulia ho sempre avuto un piccolo tarlo nella testa: fare qualcosa per non perderla del tutto. Incontrare Fondazione della Comunità Bresciana ha permesso di trasformare questo desiderio in realtà. Attraverso il Fondo chiunque lo desidera potrà contribuire al sostegno delle future iniziative a favore di giovani studenti e universitari, nel ricordo di Giulia”. Alberta Marniga, Presidente Fondazione della Comunità Bresciana: “Fin dalla sua costituzione Fondazione della Comunità Bresciana promuove lo sviluppo ed il benessere della comunità, anche affiancando coloro che, avendo subito gravi perdite, desiderano reagire, stimolare progetti e quindi realizzare azioni concrete nel ricordo dei propri cari. Tutti noi ricordiamo con dolore il tragico evento in cui, quasi 11 anni fa, perse la vita la giovane Giulia Minola. Tale evento, tuttavia, grazie alla sensibilità della famiglia, non è più destinato a cristallizzarsi unicamente in sofferenza, ma è invece orientato a produrre del bene”. La famiglia Minola, parallelamente alla costituzione del Fondo Giulia Minola, ha recentemente istituito DUE BANDI IN MEMORIA DI GIULIA finalizzati alla premiazione di studenti meritevoli. La prima borsa di studio, presso il POLITECNICO DI MILANO, è stata assegnata nel febbraio scorso ad una studentessa per la discussione della miglior tesi di laurea inerente a tematiche connesse al design della moda. Con lo stesso spirito è successivamente nata l’idea della creazione di un bando anche presso il LICEO SCIENTIFICO A. CALINI, dove Giulia si è diplomata nel 2007.

Il premio verrà destinato, al termine del corrente anno scolastico, al migliore studente o studentessa del corso di studi con doppia lingua, al superamento dell’esame di maturità. La PRESENTAZIONE DEL BANDO alla comunità scolastica si è tenuta il mattino di venerdì 23 aprile, nella cornice del progetto di educazione civica “QUALE GIUSTIZIA PER GIULIA”. Durante l’incontro gli studenti hanno potuto inoltre approfondire - grazie alla presenza dei propri docenti e degli avvocati della famiglia Minola - la dinamica dell’evento del 24 luglio 2010, l’iter giudiziario fino all’archiviazione nel maggio 2020, il funzionamento della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ed infine importanti tematiche legate alla giustizia. In futuro, grazie alle risorse disposte dalla famiglia, il FONDO GIULIA MINOLA potrà sostenere studenti meritevoli attraverso la realizzazione di PROGETTI DI FINANZIAMENTO AGLI STUDI. Per coloro che desiderassero sostenere le attività del Fondo ricordiamo che è possibile effettuare una donazione secondo la seguente modalità: · c/c intestato a Fondazione della Comunità Bresciana Onlus · Dipendenza: Banca Intesa Sanpaolo · Codice IBAN: IT 55 B 03069 09606 100000009608 · Causale: Sezione corrente Fondo Giulia Minola

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Martedì 30 marzo alle 18:30, nell’ambito delle proposte di Manifesto Costituente, si terrà una conferenza dal titolo “Dall’Assemblea Costituente alla Biblioteca del futuro” ovvero “Una biblioteca vivente: dai libri alle persone sui percorsi di partecipazione”. La diretta sarà trasmessa sulle pagine Facebook di “Manifesto Costituente Brescia”, “Colori e Sapori Arci Brescia” e “Cultura Libera”.

 

L’Articolo 9 della nostra Costituzione afferma: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. E indubbiamente le biblioteche sono un importante strumento per concorrere alla sua attuazione. Da tempo, infatti, non sono solo custodi del nostro patrimonio librario, ma si sono trasformate in luoghi di promozione della cultura e della cittadinanza attiva e consapevole.

Ma la nostra Costituzione ha preso in considerazione e dato il giusto rilievo alle biblioteche? Quando la legislazione è intervenuta per tutelarle e rafforzarle? A che punto è l’attuazione dell’articolo 9, in questo contesto? E ancora, in che situazione si trova attualmente il nostro sistema bibliotecario? E’ possibile migliorarlo?

L’incontro di martedì 30 marzo intende rispondere a questi interrogativi, oltre ad altri che sorgeranno nel corso della serata. Organizzato da Colori e Sapori Circolo Arci e dall’Associazione Cultura Libera,  vedrà intervenire Sandro Foti, responsabile della Biblioteca Prealpino e Dottore in Teologia Fondamentale.

L’iniziativa si svolge nell’ambito delle proposte di Manifesto Costituente, laboratorio politico costruito in rete da 50 associazioni bresciane, promosso e coordinato dall’Anpi provinciale,  nell’intento di ricreare il tessuto culturale e politico del nostro territorio in epoca post-covid, al fine di stimolare in sinergia istituzioni e politica ad attuare principi e valori posti al centro della Carta Costituzionale.

Per collegarsi, seguire la diretta e interloquire con il relatore, sarà possibile visitare le pagine facebook di “Manifesto Costituente Brescia”, di “Colori e Sapori Arci Brescia” e di “Cultura Libera”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le nuove restrizioni imposte in provincia di Brescia in seguito all’aumento dei casi di Covid hanno decretato al chiusura anche di tutti i musei gardesani della sponda bresciana. Anche il Vittoriale di Gardone Riviera ha dovuto chiudere i battenti. Una situazione che preoccupa, anche il Vittoriale ha avuto seri danni dagli stop imposti dalla pandemia, ma il suo presidente Giordano Bruno Guerri non si perde d’animo.

«Lo scorso fine settimana abbiamo avuto 700 visitatori. Lo scorso al 23 febbraio avevamo accolto 17.687 visitatori, quest'anno sono stati 3.445. Abbiamo già rimandato la festa del 13 marzo. Certo, se si potrà riaprire per Pasqua, la ripresa sarà fortissima, anche perché il Vittoriale è al suo massimo. Tutti i lavori di restauro sono terminati».

 

 

Cento anni di storia del Vittoriale degli Italiani. L’incantevole sogno. In occasione del centenario 1921-2021, il volume che per la prima volta ripercorre

un secolo della casa di Gabriele d’Annunzio. Con un saggio introduttivo di Giordano Bruno Guerri.

La casa si trasforma. La pace è perfetta. Bisogna proteggerla, con queste parole scritte in una lettera a Tom Antongini suo segretario da molti anni, d’Annunzio parla del Vittoriale.

Cento anni del Vittoriale degli Italiani: è il 1921 quando d’Annunzio, dopo le imprese di Fiume, sceglie come sua nuova casa, innamorandosene, questa dimora di pace immersa nel verde. Una villa di origini settecentesche posta in località Cargnacco (contrada di Gardone Riviera), affacciata sul Lago di Garda e appartenuta a Henry Thode, illustre studioso d’arte tedesco cui era stata sequestrata dal Governo italiano come risarcimento dei danni di guerra, che verrà trasformata dal Poeta, insieme all’architetto Giancarlo Maroni, nella sua ultima e grandiosa opera d’arte.

“Chiedo a te la ossatura architettonica” scrisse il Vate a Maroni “ma mi riservo l’addobbo – da tappezziere incomparabile. Desidero di inventare i luoghi dove vivo”.

E così inizia la storia di questa casa, divenuta negli anni un punto di riferimento della cultura italiana. Per la prima volta, un volume ripercorre integralmente la storia del centenario di questo luogo iconico. Un racconto, curato da Valentina Raimondo, sviluppato in due parti: la prima dedicata agli anni in cui la villa e i suoi dintorni sono trasformati dagli interventi del Poeta; la seconda con la storia della Fondazione del Vittoriale degli Italiani che ha tutelato nel corso del tempo il complesso monumentale, istituita per volontà dello stesso d’Annunzio nel 1937.

E proprio all’attuale Presidente, Giordano Bruno Guerri, si deve il prezioso saggio introduttivo: una sottile analisi della controversa figura del Vate, che si fonde e incrocia a quella della sua ultima dimora, condotta attraverso l’esperienza di oltre dieci anni di operato che, con il progetto rinominato Riconquista, hanno riportato il Vittoriale ai suoi splendori originari.

Cento anni di storia del Vittoriale degli Italiani

L’incantevole sogno

di Valentina Raimondo

Silvana Editoriale

Pagine: 224

Prezzo: 25 €

Libreria: 20 aprile 2021

*Valentina Raimondo, assegnista di ricerca presso l'Università degli studi di Bergamo, è una studiosa di arte italiana del XX secolo con una particolare attenzione per la scultura. Ha collaborato con gli Archivi Guttuso, l’Archivio Severini Franchina, la Fondazione Helenita e Aligi Sassu e la Fondazione Giorgio Cini. Ha studiato i rapporti fra Gabriele d’Annunzio e alcuni degli artisti che hanno lavorato per lui, pubblicando saggi su Guido Marussig e Adolfo de Carolis. Di quest’ultimo ha curato il carteggio con il Vate.

 

In occasione della Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, nel 700.mo anniversario dalla sua scomparsa, anche San Felice del Benaco ha programmato un evento per ricordarne il genio.

In collaborazione con l'Istituto Secondario di Primo grado “Angelo Zanelli” del Comprensivo Valtenesi, gli Insegnanti e gli alunni delle classi seconde, dedicheranno delle letture ad alcuni brani celebri della Divina Commedia, che saranno poi visibili attraverso un link a cui accedere dal portale istituzionale del Comune.

Lo stesso video sarà poi proiettato sulla facciata dell'edificio Postale di Piazza Municipio, che è divenuto nell'ultimo anno, un importante schermo di Comunità. Lo spiega Sandra Tarmanini, Assessore alla Cultura :”Questa occasione ci è favorevole e apprezzata, per ricordare e celebrare il sommo Poeta, che del nostro Benaco ha scritto e ne è stato ospite. La collaborazione con la scuola ci rende particolarmente felici, in quanto è nelle sue aule sia fisiche che ora virtuali, che si formano i nostri giovani cittadini e si consolida il loro pensiero”.

Nel corso dell'anno si terranno altre importanti e significative manifestazioni legate alla figura dantesca, esplorata attraverso arti diverse, sempre nel territorio sanfeliciano”.

 

 

Un simbolo, un'istituzione per Gavardo, per la Vallesabbia, per l'intera provincia. Il maestro Pietro Simoni se n'è andato all'età di 101 anni. E' andato a raggiungere la moglie Luciana che lo aveva lasciato nel 2019. Recentemente aveva combattuto e vinto anche il Covid. Oggi lascia i figli Livio con Anna, Misa con Rolando e i nipoti, Stefano, Sebastiano, Matteo e Giulia. I funerali si terranno nella parrocchia di Gavardo giovedì alle ore 15. La salma si trova presso la casa funeraria "Domus Aurora" e da giovedì dalle ore 11 presso la sede del Museo (del "suo" Museo) di Gavardo e Vallesabbia accanto alla chiesa Parrocchiale.

Il maestro Simoni aveva compiuto 101 anni il Primo gennaio festeggiato all'interno della casa di riposo La memoria dove era ospite.

Aveva ricevuto il Premio Brescianità nel 2015. Queste motivazioni con cui gli era stato attribuito:

Piero Simoni, per tutti a Gavardo e in Valsabbia il maestro Piero Simoni, è figura eminente e rappresentativa di una cultura molto radicata nei comuni della vasta provincia bresciana. Una cultura i cui esponenti alcuni decenni fa hanno saputo dare un impulso pionieristico alla conoscenza del territorio bresciano, hanno inaugurato avventurosi percorsi di conoscenza su epoche remote e in discipline poco frequentate, hanno saputo divulgare e rendere popolari le acquisizioni scientifiche via via raggiunte, hanno gettato le basi per istituzioni culturali che sono tuttora snodi vitali di quel “museo diffuso” che rende speciale – anzi unica – la qualità del nostro territorio.

Quella del maestro Piero Simoni è dunque la vicenda di un uomo di cultura che raggiunge competenze disciplinari molto alte senza perdere mai di vista la dimensione corale della ricerca, il carattere popolare della storia locale, la funzione pedagogica della scienza, la valenza civile delle istituzioni culturali.

Nato a Vobarno l’1 gennaio del 1920, Piero Simoni si diploma alle magistrali e dopo la guerra, nel 1947, inizia la sua carriere di maestro sulle cattedre di Bione, Navono, Visano, Ghedi e Vallio. Anni di grande passione pedagogica e di scarsissimi mezzi nelle scuole dei paesini di provincia, i cui ricordi affiorano in alcuni racconti antichi e recenti di Simoni.  Nel 1955 arriva la nomina di ruolo alle scuole elementari di Gavardo, dove Simoni manterrà la docenza per un trentennio. Nel frattempo il giovane umanista sviluppa la passione per gli studi naturalistici, paleontologici e archeologici che lo accompagnerà tutta la vita. I segnali sono precoci quanto minimali: un ammonite regalatogli dal padre che lavorava nel settore marmifero e un altro fossile scoperto casualmente sul ronco di san Cristo in città, e poi una moneta romana regalatagli dal fratello reduce dalla prigionia in Nord Africa sono per lui motivi sufficienti per dedicarsi a studi accurati a partire da quegli oggetti.

Ma Simoni non è uomo da studi condotti in una torre eburnea, e la svolta che segnerà la sua vita di ricercatore avviene – com’egli stesso ha scritto – durante un incontro fra quattro amici in un bar della sua Gavardo, che risale alla primavera del 1954. Presenti oltre a lui sono i gavardesi Alfredo Franzini, commerciante, Alberto Grumi, insegnante come Simoni, e Silvio Venturelli, pittore: fra loro nasce una discussione su come sia meglio impiegare il tempo libero, ed è lì che spunta l’idea di un’esplorazione con finalità scientifiche nel “buco del Frate”, una cavità profonda esistente nel cosiddetto Carso di Paitone che era stata oggetto di alcune indagini un ventennio prima, ma aveva poi conosciuto un abbandono pressoché totale. I quattro amici, con scarsa attrezzatura e molto entusiasmo, si spingono così a un’esplorazione da cui affiorano i primi reperti che apriranno la strada a scoperte esaltanti, come la ricostruzione completa dello scheletro di un esemplare di Ursus spelaeus, oltre che di altre specie animali antiche. La raccolta dei reperti diviene subito metodica, scrupolosa, scientifica, e i contatti immediatamente avviati con il Gruppo naturalistico Giuseppe Ragazzoni di Brescia e con il professor Angelo Pasa, del Museo di storia naturale di Verona, consentono di accertare le rilevanza della scoperta. I reperti vengono riuniti prima in un’aula dlele scuole elementari di Gavardo, poi i locali messi a disposizione da un privato. Il gruppo di amici estende le proprie ricerche all’ambito archeologico, partendo da altre cavità della bassa Valsabbia. Il Gruppo grotte di Gavardo è ormai realtà e nel 1956, grazie a un accordo con la signora Maria Dallavia Sigismondi, viene allestito nel “castelletto” posto all’ingresso settentrionale del nucleo storico di Gavardo il primo museo civico. La fama delle scoperte e dell’attività del Gruppo grotte fondato dal maestro Simoni e dai suoi amici varca ben presto i confini comunali. Nel 1960 la “Onda film” di Angio Zane realizza un documentario a colori sulle scoperte del buco del frate, mentre non c’è sito archeologico, non c’è affioramento di reperti antichi in quegli anni che non richiami la presenza e l’intervento degli “archeologi dilettanti” ma sempre più competenti guidati da piero Simoni: nascono da lì gli interventi (e i preziosi ritrovamenti) del 1961 nel podere Lugone a Salò, e quelli del 1965 nell’ex lago Lucone di Polpenazze, con il celebre ritrovamento della piroga preistorica e dei resti di un villaggio palafitticolo che attira l’attenzione dei media nazionali e persino del “re archeologo”, Gustavo Adolfo di Svezia. Un insediamento, quello in località Lucone, che dopo quasi mezzo secolo rimane ancora al centro di attive campagne di scavi e di avvincenti scoperte.

Gli anni pionieristici sono stati raccontati da Piero Simoni nel suo avvincente volume “Memorie di un archeologo dilettante”, che documenta come il dilettantismo iniziale sia rimasto come propellente di entusiasmo ma sia via via stato affiancato da una competenza spiccata e riconosciuta, tanto che lo stesso Piero Simoni, è stato nominato nel 195 conservatore del Museo del gruppo grotte di Gavardo, nel 1962 ha fondato la rivista Annali del gruppo grotte gavardo, nel 1965 è diventato bibliotecario della Biblioteca Eugenio bertuetti di gavardo e nel 1968 è diventato ispettore onorario della Sovrintendenza alle antichità della lombardia, e nel 1971 è diventato socio effettivo dell’Ateneo di Brescia.

La crescita scientifica dell’esperienza del gruppo grotte non ha fatto venir meno, in quegli anni e fino ad ora, la dimensione popolare della ricerca paleontologica, archeologica e storica del gruppo promosso da Piero Simoni, dapprima con il coinvolgimento di tanti cittadini giovani e meno giovani nelle attività manuali necessarie in ogni campagna di scavo, oggi attraverso la mobilitazione di tanti studenti delle scuole medie superiori della zona nei cantieri estivi. 

Nel frattempo il maestro Piero Simoni, senza flettere dalla sua curiosità individuale e dalla sua attitudine didattica, ha affinato la propria passione per le ricerche sul campo attraverso studi personali e frequentazioni significative, che ne hanno fatto un punto di riferimento per tanti studiosi a livello provinciale e oltre. Per tutti basti ricordare il rapporto di amicizia e collaborazione con Lawrence Barfield dell’Università di Birmingham.

Nel frattempo il museo gavardese ha trovato a partire dal 1988 una nuova sede, nella ex “casa del vescovo” accanto alla parrocchiale gavardese. Il museo è diventato nel frattempo Museo archeologico della valle sabbia, a conferma della preveggenza dei fondatori, mentre la longevità di studi e creatività del maestro Piero Simoni ha trovato conferma in una produzione bibliografica vasta se non imponente attraverso saggi pubblicati sugli Annali del museo del Gruppo grotte, gli Annali benacensi, i supplementi ai Commentari dell’Ateneo di Brescia, il Notiziario della Soprintendenza archeologica della Lombardia, Memorie dell’Ateneo di Salò, senza tralasciare una feconda e più recente produzione narrativa, nonché opere individuali e collettanee di storia locale.

Il tutto secondo un sapiente approccio alla conoscenza, una fine cura del rigore scientifico, un’attenzione mai revocata alla divulgazione culturale, che fanno di Piero Simoni, del maestro Piero Simoni, una figura eminente della cultura bresciana e della vitalità culturale della nostra provincia e della sua attitudine a farsi avventura collettiva, motivo di crescita comunitaria, fattore di un’identità comune sempre più articolata e consapevole.

 

Massimo Tedeschi     

 

 

 

Nuovo appuntamento della rassegna dedicata alla drammaturgia contemporanea del Centro Teatrale Bresciano. La quarta rivoluzione di Guido Chiarotti e Carlo Longo con Elisabetta Pozzi, Graziano Piazza,Fabrizio Martorelli, Alberto Onofrietti e il coordinamento registico di Piero Maccarinelli.

Il video sarà disponibile dal 17 aprile gratuitamente sulla pagina Facebook, canale YouTube e sito web del CTB.

Dopo averne pubblicato il backstage in occasione della Giornata Mondiale del Teatro, il Centro Teatrale Bresciano presenta la lettura scenica integrale de La quarta rivoluzione di Guido Chiarotti e Carlo Longo, un nuovo appuntamento virtuale della rassegna dedicata alla drammaturgia contemporanea Teatro (Aperto) del CTB.

Dalle ore 15.30 di sabato 17 aprile sarà disponibile online il video della lettura scenica del testo selezionato da Elisabetta Pozzi, Direttrice artistica della rassegna, che vedrà sul palcoscenico Elisabetta Pozzi, Graziano Piazza, Fabrizio Martorelli, Alberto Onofrietti.

Il coordinamento registico è di Piero Maccarinelli, Silvia Quarantini è assistente alla regia, la drammaturgia del suono di Daniele D’Angelo, le luci sono di Cesare Agoni.

Sulla scena in penombra di un teatro disadorno prende vita il soliloquio di un anziano Cardinale Bellarmino, padre teorico della controriforma. Rievocando i più importanti avvenimenti della sua vita nella Roma del primo Seicento, racconta l’incontro con due uomini che sconvolsero i suoi tempi e le sue convinzioni: Giordano Bruno da Nola e Galileo Galilei. Un monologo che si scopre presto essere una finzione: il testo è, infatti, ambientato in un teatro moderno e sul palcoscenico ci sono tre attori che provano un testo teatrale. Squilla un telefonino, le prove s’interrompono e una misteriosa voce femminile fuori campo irrompe sul palcoscenico. È l’autrice del testo che, con un sorprendente colpo di scena finale, svelerà il significato del titolo del testo, La quarta rivoluzione.

 

Come di consueto, gli spettatori sono chiamati a esprimere i propri giudizi, commenti e sensazioni sui testi presentati, in un avvincente percorso collettivo di dialogo e confronto che porterà a definire uno o più testi vincitori che potranno essere prodotti nelle prossime Stagioni o presentati in forma di mise en espace. È possibile inviare i propri commenti all’indirizzo e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Il video de La quarta rivoluzione sarà disponibile gratuitamente e senza obblighi di registrazione dal sito www.centroteatralebresciano.it, sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Centro Teatrale Bresciano nella data indicata e rimarrà sempre fruibile in seguito.

Teatro (Aperto) rappresenta un ulteriore tassello alla progettualità di creazione di contenuti virtuali per tenere vivo il legame con il teatro e gli spettatori, iniziata nel marzo del 2020 con la rassegna Il trucco e l’anima e proseguita con Resistenze Teatrali e RiCreazione, teatro in Dad per la scuola.

Un’occasione che il Centro Teatrale Bresciano vuole offrire al proprio pubblico di continuare ad amare il Teatro e attendere insieme una possibile e sperata riapertura delle sale teatrali.

 

 

Dopo il successo della lettura scenica de La guerra dei mondi – il celebre dramma radiofonico diretto e interpretato dall’attore e cineasta Orson Welles disponibile dallo scorso 13 marzo e tutt’ora visibile – il Centro Teatrale Bresciano propone il secondo appuntamento della rassegna dedicata alla drammaturgia contemporanea Teatro (Aperto): Il bacio di Tosca.

 

Dalle ore 15.30 di sabato 20 marzo sarà disponibile online il video della lettura scenica del testo del britannico Kenneth Jupp, selezionato da Elisabetta Pozzi, Direttrice artistica della rassegna, che vedrà alternarsi sul palcoscenico Francesca Ciocchetti, Alberto Onofrietti, Graziano Piazza, Carlo Valli.

Il coordinamento registico è di Elisabetta Pozzi, la drammaturgia del suono di Daniele D’Angelo, il disegno luci è di Claudio Clemenza, Silvia Quarantini è assistente alla regia.

Testo di enorme successo, Il bacio di Tosca vide Harold Pinter tra gli interpreti della prima lettura pubblica, avvenuta nel 2005. Ambientato a Norimberga nel 1946, il testo è ispirato a fatti realmente accaduti che nel racconto di Jupp diventano testimonianza di una possibile corresponsabilità delle banche americane, britanniche e francesi nel riarmo della Germania Nazista. Come di consueto, gli spettatori sono chiamati a esprimere i propri giudizi, commenti e sensazioni sui testi presentati, in un avvincente percorso collettivo di dialogo e confronto che porterà a definire uno o più testi vincitori che potranno essere prodotti nelle prossime Stagioni o presentati in forma di mise en espace. È possibile inviare i propri commenti all’indirizzo email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Il video de Il bacio di Tosca sarà disponibile gratuitamente e senza obblighi di registrazione dal sito www.centroteatralebresciano.it, sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Centro Teatrale Bresciano nella data indicata e rimarrà sempre fruibili in seguito.

Teatro (Aperto) rappresenta un ulteriore tassello alla progettualità di creazione di contenuti virtuali per tenere vivo il legame con il teatro e gli spettatori, iniziata nel marzo del 2020 con la rassegna Il trucco e l’anima e proseguita con Resistenze Teatrali e RiCreazione, teatro in Dad per la scuola.

Un’occasione che il Centro Teatrale Bresciano vuole offrire al proprio pubblico di continuare ad amare il Teatro e attendere insieme una possibile e sperata riapertura delle sale teatrali.

 

 

Il Vittoriale è riaperto al pubblico. Dal 1º febbraio 1921 Gabriele d’Annunzio si stabilisce nella villa di Henry Thöde, che nei diciassette anni successivi trasformerà nella sua dimora inimitabile. A cent’anni da questo evento si ricorda che il Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera può essere visitato.

🌳Il Parco è aperto dal martedì alla domenica, dalle ore 10:00 alle 17:00.

🏛Secondo le indicazioni governative la Prioria sarà visitabile dal martedì al venerdì, dalle ore 10:00 alle 16:00, con chiusura del Parco alle ore 17:00.

🎟Consigliamo la prenotazione online al fine di organizzare al meglio la vostra visita.

Il modo migliore di festeggiare il nostro centenario è venire in visita al Vittoriale, “hic manebus optime!”

Per informazioni e acquisto biglietti: https://bottega.vittoriale.it/#/

 

 

 

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