La vicenda di un post sui social che ha fatto...discutere. O meglio ha scatenato le ire di chi si è sentito tirato in causa e offeso, ossia albergatori, ristoratori, baristi ecc. al centro dell'intervento. L'autore si è scusato e ha ritirato il post ma la questione non ha smesso di scatenare polemiche, tanto che è sceso in campo anche il sindaco di Gavardo Davide Comaglio che è intervenuto sulla sua pagina facebook. Come mai? Perchè l'autore del post era proprio un consigliere comunale.
Qual è la vostra opinione? Il dibattito è aperto e intenso a giudicare dalle tante reazioni che ha suscitato.
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Ho aspettato qualche giorno a scrivere su una questione che sta riguardando un ragazzo che è anche consigliere comunale, perché il tempo aiuta nelle riflessioni. Questo quindi non è un post stringato ma un mio pensiero personale, forse un po’ lungo, che partendo dalla vicenda specifica si allarga sull’uso e abuso dei social.
Lo faccio con il massimo rispetto di tutti e senza voler giudicare nessuno.
Non è il mio compito.
Qualche sera fa è stato pubblicato un post da Enrico, un ragazzo del nostro paese che tanti conoscono per vari motivi...come insegnante, musicista, maestro del coretto parrocchiale, estroverso artista, una persona con le sue idee, giuste o sbagliate che siano, del mondo e della politica.
Simpatico, antipatico, buono, supponente, disponibile o arrogante, ...insomma ognuno si sceglie gli amici che vuole e ognuno è libero di considerare l’altro una persona con cui condividere un pezzo di vita o abbandonare l’amicizia dopo il primo incontro.
Il ragazzo ha fatto un post sbagliato, assolutamente non condivisibile, soprattutto nei modi. Insomma un post per cui le persone hanno ragione ad offendersi ed arrabbiarsi.
Il ragazzo da poco più di un anno si sta impegnando anche nell’amministrazione comunale, un impegno forse non prioritario a quell’età, ma i voti li ha presi ed è stato eletto portando il suo contributo e sfruttando, tra l’altro, anche le sue abilità artistiche. Per inciso ha votato in consiglio comunale tutte le misure a sostegno delle attività produttive (tante o poche non è l’oggetto della questione).
Fare il consigliere comunale o avere un qualsiasi ruolo nella società (ad esempio rappresentante di qualsiasi associazione religiosa, culturale, sportiva o politica) implica degli impegni importanti tra i quali, indirettamente, usare i social in maniera corretta (questo dovrebbero farlo tutti) perché quando scrivi, chi legge non vede solo la tua persona ma anche quello che rappresenti.
Il post del ragazzo/consigliere, oltre a ferire i diretti interessati, ha rammaricato anche me e tutti i suoi colleghi in consiglio comunale, tra i quali i colleghi della minoranza guidati da Marco Molinari, che attraverso il loro profilo social ufficiale hanno rimarcato l’errore chiedendone le scuse pubbliche attraverso il suo profilo fb. Una cosa credo per non enfatizzare un grave errore commesso da un ragazzo.... “senza precedenti”.
I bar e ristoranti di Gavardo, ma possiamo dire di tutta Italia, sono in grande sofferenza. Dietro il bancone ci sono famiglie in difficoltà che non vedono clienti da mesi, ma nonostante tutto hanno sempre avuto grande senso di responsabilità. Molte famiglie, nel nostro paese, stanno vivendo momenti di tensione e forte preoccupazione sia per la questione sanitaria che per la crisi economica ed a tutte dobbiamo il massimo rispetto.
In una qualsiasi famiglia, se un figlio sbaglia gli si spiega l’errore, si cerca di riparare allo stesso e lo si manda a chiedere scusa. In un qualsiasi gruppo alcune volte qualcuno esagera, butta la palla fuori dal campo, offende un avversario…l’allenatore richiama, corregge, educa e fa crescere i propri ragazzi. Enrico ha capito presto di aver sbagliato, di aver ferito delle persone, anche amici, cancella il post e chiede scusa pubblicamente nella piazza virtuale che ormai sostituisce la piazza reale.
Questo è il percorso corretto: riconoscere gli errori, chiedere scusa a tutti e ripartire possibilmente non rifacendo lo stesso errore.
Certo...la parte offesa fa fatica a perdonare e nel mondo virtuale i toni difficilmente si abbassano anche quando il tuo post non esiste più e hai chiesto scusa pubblicamente.
E qui inizia l’altra storia...la vita virtuale che colpisce le persone reali. Basta uno screenshot di qualcosa che non esiste più per farlo rivivere. Vedere la gogna mediatica verso persone che non conosci è ben diverso che vederla verso delle persone che conosci...ti colpisce per la violenza, le infamie che si scrivono, l’intreccio del malessere reale con chi butta benzina sul fuoco per altre finalità...la cosa impressionante è che la tua vita, quello che sei veramente, viene azzerata senza possibilità di replica. Ho letto post che piano piano sono diventati attacchi personali, odio contro l’uomo, la sua professione di insegnante, le sue passioni, odio verso categorie di lavoratori a stipendio fisso contro altre categorie di lavoratori, offese ad insegnanti, parole inaudite di ogni sorta....insomma il post di Enrico è passato quasi in secondo piano perché la gogna non perdona...immagino che questa sia la giusta punizione per chi sbaglia...immagino che chi scaglia queste pietre contro una persona che scrive post non condivisibili siano umani che non hanno mai offeso nessuno e non hanno mai scritto un post che poteva ledere la dignità di qualcuno...
Ma Enrico è anche consigliere comunale alla prima esperienza e quindi la punizione deve essere esemplare. Non interessa cosa implica mescolare queste cose: la responsabilità è responsabilità anche se sei un giovane consigliere a 15€ lordi al mese. E allora dopo aver scritto ogni brutalità si passa al dileggio...e cosa c’è di meglio che appendere la sua foto allegata al simbolo con cui è stato eletto e il post incriminato sulle strade della sua frazione in modo che i suoi paesani durante un funerale possano ben leggere...perché quelli che lo conoscono devono sapere che questo ragazzo deve pagare per il suo errore ...quanto e come deve pagare non lo sappiamo perché i giudici non sono in tribunale ma sono i frantumatori delle comunità ...certo non ha scritto lui la legge sulle chiusure degli esercizi commerciali in zona rossa e non ha neanche rubato o rotto vetrine nei negozi… ma che differenza fa per quelli che non riescono a perdonare un post profondamente sbagliato?
Ma la gogna, che per me ha già oltrepassato ogni livello umanamente sopportabile per una persona, qualsiasi sia la colpa, e soprattutto in un paese dove ci si conosce tutti e tutti conoscono di che ragazzo stiamo parlando, non può fermarsi..no no...ieri leggo un volantino con stampati i loghi di due partiti (senza firma dei responsabili) al quale fanno riferimento credo alcuni consiglieri d’opposizione a cui non bastano né le scuse né la gogna fin qui perpetrata. Io credo che chi ha responsabilità amministrative, soprattutto in una pandemia, dovrebbe attutire i conflitti della comunità perché la gente è esasperata. Mi chiedo se era proprio necessario mettere al pubblico ludibrio un trentenne con nome e cognome in bella mostra?
Perché non avete scritto che il ragazzo ha cancellato velocemente il post e si è scusato pubblicamente? I responsabili di questi due partiti si reputano migliori di chi ha scritto un post inaccettabile e ritengono di essere i designati esecutori della pena rovinandogli la vita e la sua professione??
Spero non si arrivi a distribuire nelle case tale materiale. Le pene inferte al ragazzo/consigliere non risarciranno le categorie in difficoltà perché sappiamo che le vere colpe dobbiamo cercarle più in alto.
Oggi un giornale pubblica il riassunto della vicenda e, ciliegina sulla torta , dal profilo fake (falso) di un certo Kemy Danton che gestisce la pagina Gavardo (Italy) (dal quale sono stato bannato poco dopo essere stato eletto sindaco e senza aver mai scritto un commento) mi viene chiesto se non ho qualcosa da dichiarare sulla vicenda. Una polemica nata sul web non poteva che finire con un profilo fake che chiede spiegazioni ad un sindaco reale.
Concludendo e tornando alle cose serie devo dire che sono preoccupato per molte cose legate a questa vicenda: dalle preoccupazioni di baristi, ristoratori e di tante altre categorie, dopo mesi di sacrifici indescrivibili (Governo e Regione elargiscano i benedetti ristori...ristori veri non elemosina), a quelli che scrivono o fanno bullismo in modo irresponsabile sui social, a chi aizza la piazza per un po’ di consenso. Facciamo attenzione perché se i giudici diventano carnefici...il colpevole diventa vittima.