Società

Il 12,5% del personale della sede di via XXV Aprile in smart working, l’acquisto di nuovi uffici a Brescia, l’ampliamento degli spazi a disposizione del personale nella sede di Vestone e il potenziamento dei canali digitali e dell’home banking. Queste le principali iniziative messe in campo da Banca Valsabbina per affrontare le restrizioni indicate negli ultimi Dpcm, per garantire la massima sicurezza del personale e dei clienti.

“Abbiamo superato la prima fase della crisi, ma non volevamo farci trovare impreparati di fronte a una eventuale recrudescenza dell’epidemia, ha dichiarato Marco Bonetti, Condirettore Generale di Banca Valsabbina. In estate abbiamo definito quali iniziative mettere in campo per limitare i rischi per i dipendenti, garantendo alle filiali di operare in sicurezza. Abbiamo quindi acquistato nuovi uffici e realizzato nuovi spazi per consentire un maggiore distanziamento dei dipendenti presenti in sede, oltre ad aver accelerato l’upgrade dei nostri canali digitali e dell’home banking, così da consentire ai clienti di operare da remoto con più facilità, riducendo spostamenti e contatti. Ma la crisi generata dalla diffusione del Coronavirus continua a mettere a dura prova sia le famiglie che le imprese. Per questo, conclude Bonetti, continuiamo a cercare nuove soluzioni per supportare il tessuto sociale e imprenditoriale del territorio, cercando in particolare di far fronte ai problemi di liquidità che si sono determinati”.

 

Nel dettaglio, la Banca ha disposto lo smart working in blocco per molti dipendenti della sede di Brescia, pari al 12,5% del personale presente. Modalità già adottata in occasione del lockdown della scorsa primavera, quando lo smart working aveva interessato complessivamente 88 dipendenti (di cui 76 della struttura centrale, pari al 39,5% del personale operativo in sede).

La riduzione delle risorse in smart working è resa possibile anche dall’aumentata capacità degli uffici, grazie all’acquisto di nuovi spazi adiacenti la sede centrale di Brescia, per una superficie di 180 mq, che possono accogliere 20 persone. A questo si aggiunge il potenziamento della sede legale di Vestone, dove le postazioni di lavoro sono passate da 33 a 70, per accogliere personale proveniente da diversi settori e servizi.

Questo per quanto riguarda la sicurezza del personale. In merito invece alle filiali, oltre a tutte le norme relative al distanziamento e all’utilizzo dei dispositivi di protezione, Banca Valsabbina sta ultimando l’aggiornamento e il potenziamento dei propri strumenti digitali - home banking e app - che a breve verranno messi a disposizione dei clienti.

 

"Come in primavera, l’attività della Banca e delle filiali è sempre garantita - ricorda Bonetti - ma ove possibile privilegiamo l’utilizzo degli strumenti da remoto. Pur avendo adottato tutte le misure e i dispositivi necessari ad assicurare la massima tutela della clientela e del personale, suggeriamo comunque ai nostri clienti di limitare l’accesso alle filiali ai casi di estrema necessità, eventualmente contattando la propria filiale per fissare un appuntamento telefonico”.

 

Le iniziative della Banca dall’inizio dell’emergenza - Fin dai primi giorni dell’emergenza, all’inizio di marzo, Banca Valsabbina aveva aderito alla moratoria Abi per le PMI, estendendola anche ai liberi professionisti che avevano registrato una riduzione significativa del fatturato.

Recependo le disposizioni del Decreto Cura Italia, aveva poi concesso alle imprese clienti la sottoscrizione del Mutuo Serenità e consentito l’accesso al piano per l’anticipo dei crediti verso la PA anche alle imprese che nel corso dell’emergenza avevano siglato contratti di fornitura con aziende sanitarie territoriali, ospedali o con la Protezione Civile.

A metà maggio era stato invece istituito il Mutuo Light AGRI, riservato alle aziende clienti in possesso della qualifica di “azienda agricola”. Recependo le disposizioni del Decreto Cura Italia, aveva inoltre offerto alle imprese la possibilità di sottoscrivere il Mutuo Serenità, per finanziamenti a partire da 25mila euro con durata di 72 mesi.

Alle aziende e agli studi professionali era stata poi concessa la possibilità di sottoscrivere una polizza ad hoc per tutelare i dipendenti dai rischi legati alla diffusione del Coronavirus, in seguito perfezionata per consentire a un numero ancora più ampio di imprese di garantire una copertura assicurativa a dipendenti e collaboratori.

 

 

 

 

 

 

Nel terzo trimestre del 2020, la variazione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente della produzione delle imprese manifatturiere bresciane è risultata pari a -14,0%(tendenziale), dopo il dato fortemente negativo del secondo trimestre (-25,7%). Nel periodo estivo, l’attività in sostanza recupera quanto perso nel secondo trimestre dell’anno, ma rimane sotto il livello pre-Covid. L’evoluzione complessiva è la sintesi di dati aziendali fortemente eterogenei.A evidenziarlo è l’indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia al terzo trimestre 2020.La dinamica dei mesi estivi risente principalmente del sostegno della domanda interna, a fronte di una domanda estera che procede in maniera incerta. La fiducia degli imprenditori manifatturieri ha mostrato qualche segnale positivo, ma il peggioramento della crisi sanitaria e i crescenti timori sulle prospettive di una soluzione in tempi brevi accentuano i rischi sul consolidamento della ripresa nei prossimi mesi.

 

Nel dettaglio, la produzione industriale evidenzia un aumento sul trimestre precedentedi +10,6%(congiunturale).Dopo aver toccato i minimi storici nel trimestre scorso, i livelli produttivi realizzano un recupero; la distanza dal picco di attività pre-crisi (primo trimestre 2008) risulta pari a -33,4%.Le previsioni a breve terminedelle imprese –che non incorporanotuttaviai fatti intervenuti nei mesi di ottobre e novembre, tra cuiil riacutizzarsi della pandemia e l’entrata in vigore dei nuovi DPCM emanati dal Governo (del 24/10 e del 3/11)–sonomoderatamente positive: le aziende che stimano un miglioramento della situazione nei prossimi tre mesi sono il 33%. Quelle che prevedono di mantenere i livelli attuali sono il 42%, mentre il 25% stima un calo dell’attività. In generale, la crescente incertezza su tempi e modi di uscita dall’emergenza sanitaria allontanacomunquela ripresa: frena i consumi privati e gli investimenti delle imprese, mentre le esportazioni nei prossimi mesi rischiano di subire pesanti contraccolpi dalle chiusure messe in atto anche negli altri paesi. ▪La disaggregazione della variazione della produzione per classi dimensionali mostra incrementi superiori alla media nelle grandi imprese (+37,4%) e uguali alla media nelle piccole (+10,6%). La produzione è cresciuta meno della media nelle micro imprese (+1,1%) e nelle medie (+8,1%). ▪Con riferimento alla dinamica congiunturale per settore, l’attività produttiva è aumentata: oltre la media nel comparto della meccanica (+13,4%); sotto la media nell’alimentare (+1,4%), chimico, gomma, plastica (+6,9%), legno e minerali non metalliferi(+2,2%), metallurgia (+9,5%), sistema moda (+8,5%). ▪Il tasso diutilizzo della capacità produttiva, che si è attestato al 73%, è aumentato nei confronti della rilevazione precedente (62%) e risulta inferiore a quello del terzo trimestre del 2019 (75%).▪Le vendite sul mercato italianosono aumentate per il 42% delle imprese, rimaste invariate per il 24% e diminuite per il 34%. Le vendite verso i Paesi comunitari sono cresciute per il 43% degli operatori, calate per il 27% e rimaste stabili per il 30%; quelle verso i Paesi extra UE sono aumentate per il 34%, diminuite per il 32% e rimaste invariate per il 34% del campione.▪I consumi energeticisono cresciuti per il 49% degli operatori, con una variazione media di +7,4%. Le giacenze di prodotti finitisono ritenute adeguate alle necessità aziendali dall’81% delle imprese; le scorte di materie prime sono giudicate normali dall’83% del campione.▪I costi di acquisto delle materie prime sono cresciuti per il 25% delle imprese, con un incremento medio dello0,7%. I prezzi di vendita dei prodotti finiti sono calati per il 20% degli operatori, per una variazione media pari a -0,4%. ▪Tra i fattori che limitano la produzione, le aziende hanno segnalato: per il 53% la domanda insufficiente a causa del Covid-19 e/o la temporanea chiusura degli impianti durante la fase di lockdown; per il 4% la scarsità di manodopera; per il 3% la scarsità di materie prime/macchinari; per il 23% nessuno.▪Le aspettative a breve termine appaiono moderatamente positive. La produzione èprevista in aumento da 33 imprese su 100, stabile dal 42% e in calo dal rimanente 25%. I comparti attesi in crescita sono: alimentare, chimico, gomma, plastica, legno e minerali non metalliferi, metallurgia e sistema moda. La produzione è prevista sostanzialmente stabile nella meccanica.

 

▪Gli ordini provenienti dal mercato interno sono in diminuzione per il 34% degli operatori, stabili per il 37% e in aumento per il 29%; quelli dai Paesi UE sono in calo per il 24% degli operatori del campione, invariati per il 55% e in crescita per il 21%; quelli provenienti dai mercati extracomunitari sono in aumento per il 21% delle imprese, stabili per il 60% e in calo per il 19%. L’Indagine viene effettuata trimestralmente su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero

 

 

Come illustrato dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione “La Memoria” in un incontro avvenuto ieri sera, l’11 novembre, con le rappresentanze dell’Amministrazione comunale di Gavardo (oltre al Sindaco, l’Architetto Davide Comaglio, la Giunta ed i capigruppo di maggioranza e minoranza), in un anno così travagliato, anche i conti hanno avuto un grosso peso nel lavoro di riorganizzazione amministrativa e gestionale della casa di riposo intrapreso dal nuovo C.d.A., entrato in carica il 23 agosto 2019 su nomina del Sindaco del Comune di Gavardo. Ecco il comunicato stampa.

Da subito i nuovi amministratori (la Presidente, Prof.ssa Manuela Maioli, il Vicepresidente, Prof. Giacomo Comincioli, i consiglieri Fabrizio Mora, Nadir Loro ed Emanuele Cappa), scegliendo di rinunciare ai compensi previsti da Statuto, constatate alcune criticità rilevate, si sono concentrati sulla definizione dei ruoli chiave nella gestione dei servizi erogati dalla RSA, giungendo a selezionare a fine marzo 2020, mediante bando pubblico, il nuovo Direttore, Dott. Giorgio Landi, professionista con una lunghissima esperienza direttiva nel settore delle RSA. Ciò ha consentito, in sinergia con il CdA, di colmare diverse lacune gestionali apparse quali evidenti freni alla buona organizzazione del personale e dei servizi.

La presa in carico del bilancio 2019 ha da subito messo alla luce alcune incongruenze di natura tecnica, oltre che amministrativa.

Il bilancio, infatti, chiude l’esercizio 2019 con una perdita di -659.808 €, mentre il bilancio 2018 aveva chiuso con un segno negativo di -105.570 €. Tale incremento delle perdite è da imputarsi alla “gestione straordinaria” che ha implicato l’iscrizione a bilancio di 2 considerevoli svalutazioni. Alcune poste di bilancio, negli ultimi esercizi erano state iscritte o conservate come voci di attivo, quando oggettivamente e più opportunamente, si sarebbero dovute escludere dall’attivo o svalutare nei valori, scelte che, ovviamente, non avrebbe potuto fare nemmeno l’allora CdA “pro tempore”, nominato dal Commissario straordinario del Comune di Gavardo, la Dott.ssa Anna Pavone, in seguito alla revoca del C.d.A. precedente, dato il proprio insediamento solo a dicembre 2018. Scelte, quindi, che gli due ultimi CdA hanno ereditato dalla penultima gestione. Prendendo atto delle due voci estremamente impattanti sul dato finale negativo del bilancio approvato per il 2019, il C.d.A. in carica, in discontinuità con scelte precendenti, ha voluto condurre un’operazione di esatta chiarezza sullo stato economico dei conti della fondazione, una sorta di “punto e a capo”.

L’argomento è complesso. Sul portale web della fondazione è stata pubblicata anche una video presentazione animata oltre ai documenti di bilancio. Cerchiamo, tuttavia, di illustrare brevemente le scelte pertinenti le scelte più impattanti:

-       La 1° svalutazione dell’importo di -353.408 € è relativa alle “consistenti” spese relative alla progettazione degli ipotizzati (tra il 2015 e il 2018) interventi di ampliamento e ristrutturazione, non sostenuti da un sufficiente e analitico business plan. L’attuale CdA, preso atto della prudenziale e cautelativa sospensione della realizzazione di tale progetto, deliberata dal precedente C.d.A., in ordine a questa cifra, ha ritenuto, di procedere all’integrale svalutazione della posta di bilancio. L’iter approvativo del progetto, già oggetto di molte e aspre discussioni, si era fermato nel 2018 con la mancata approvazione del Piano integrato in Consiglio comunale. L’attuale C.d.A., in fase di approvazione del Bilancio 2019, nel rispetto della normativa, non essendo tale progetto autorizzato e realizzabile a breve o nell’immediato, non poteva ulteriormente mantenerlo a patrimonio. Va detto, in ogni caso, che tale decisione non pregiudica eventuali successivi utilizzi del progetto o di parte dello stesso, il cui costo era stato totalmente saldato dai precedenti consigli di amministrazione.

-       La 2° svalutazione dell’importo di -146.132 € è da imputarsi alle perdite costanti di valore del titolo relativo alla sottoscrizione (avvenuta nel maggio 2015) dello strumento finanziario denominato «Fondi Azimut». Nell’attivo dello stato patrimoniale risultava iscritta la voce «Obbligazioni ed altri titoli» per un importo di 1.750.000 € (Fondi Azimut). L’attuale CdA ha deciso di adeguare tale cifra - che precedentemente era sempre stata riportata  tale e quale anche a seguito di perdite e distribuzione dei dividendi sui vari esercizi del Fondo – imputando a Bilancio l’esatto valore del titolo al 31/12/2019, in modo chiaro, per ogni futura valorizzazione, con un risultato di controvalore al 31/12/2019 sceso a 1.603.368 €.

Proseguendo con l’analisi del conto economico, si registrano ricavi per 3.108.226 € (con un incremento del 6% rispetto al 2018). Costi e spese si attestano sui 3.171.570 € con un incremento determinato dai costi per il personale. Il valore quantitativo e qualitativo dei servizi erogati si è elevato con l’assorbimento dei servizi di ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) con accreditamento dell’ATS Brescia.

Sotto il profilo economico, alla luce dei dati di bilancio 2019, la perdita è nell’ordine del 4% sul patrimonio netto. Sotto l’aspetto finanziario, invece, la disponibilità di mezzi permette alla fondazione nel breve periodo di non risentire della perdita economica.

In conclusione va sottolineato, rispetto all’andamento degli ultimi 10 anni di esercizi, quanto, ad esempio, il margine operativo al netto delle imposte, abbia sempre riportato segni negativi – perdite, tuttavia, non evidenziate nei bilanci precedenti al 2018 anche grazie agli utili maturati per l’incasso di quanto fruttato negli investimenti finanziari.

Ora la mission primaria per il CdA è, innanzitutto, l’azione di ristrutturazione e riqualificazione dell’operatività aziendale, la salvaguardia dei conti, prevedendo in tal senso il raggiungimento del break-even point nel 2021. Ma, al contempo, anche valutare la sostenibilità economico-finanziaria di un intervento di adeguamento strutturale e sull’impiantistica dell’edificio, ormai non più differibile. Valutazione non semplice. Soprattutto considerate le difficoltà e criticità che l’amministrazione e la direzione della casa di riposo si è trovata ad affrontare quest’anno, causa le due terribili “ondate” pandemiche, ma sul 2020 il CdA si impegna a riferire con specifico comunicato a fine anno. Il C.d.A. ritiene che la necessità di ristrutturare ed eventualmente ampliare la struttura debba essere compatibile con le risorse finanziarie oltre che straordinarie disponibili, affinchè si valuti la realizzazione di un progetto realmente utile e rispondente alle esigenze della comunità gavardese/territoriale, tenuto conto delle proiezioni future di ingresso degli ospiti e del’’attuale quadro normativo regionale, in continua trasformazione anche a causa delle molte riflessioni post-Covid in ambito delle politiche socio-sanitarie.

 

Riceviamo e pubblichiamo.

Gentile direttore, come Partito Democratico di Valle Sabbia desideriamo condividere e sostenere la recente proposta di integrazione, avanzata dal consigliere provinciale, con delega alla Gestione del servizio idrico integrato, Gian Battista Sarnico, con obiettivo il principio generale secondo cui gli impianti consortili di depurazione siano localizzati nelle aree territoriali dei Comuni afferenti all’impianto stesso. Il riferimento puntuale, e locale, è chiaramente legato alla depurazione del Garda e al relativo progetto di depuratore la cui localizzazione è prevista sul territorio del Comune di Gavardo.

 

Lontani dal voler sostenere una posizione di fazioso campanilismo, sosteniamo, come già ampiamente condiviso nell’articolato documento inviato al Consiglio Provinciale circa un anno fa, il perseguimento di una soluzione di buon senso che consenta la tutela di tutti i territori interessati. Questo progetto sta fratturando in modo preoccupante il territorio provinciale.

 

Coordinamento Circoli del Partito Democratico di Valle Sabbia

 

 

 

Si è tenuta in modalità online, l’Assemblea Generale – Sessione Privata di Confindustria Brescia, che ha portato all’elezione di 24 nuovi membri – che andranno a completare il Consiglio Generale per il quadriennio 2020-2024 –, insieme al Collegio dei Revisori contabili e al Collegio dei Probiviri.

Di seguito, l’elenco degli eletti:

  • Giuseppe Ambrosi – Ambrosi S.p.a.
  • Andrea Astori – Luxor S.p.a.
  • Fabio Astori – Luxor S.p.a.
  • Mario Bonomi – Rubinetterie Bresciane Bonomi S.p.a.
  • Cristiana Bossini – R.B.M. S.p.a.
  • Ruggero Ceriali – O.M.R. S.p.a.
  • Roberto Dalla Bona – Fonderie Guido Glisenti S.p.a.
  • Loretta Forelli – Forelli Pietro S.r.l.
  • Maria Chiara Franceschetti – Gefran S.p.a.
  • Francesco Franceschetti – Francesco Franceschetti Elastomeri S.r.l.
  • Flavio Gandolfi – BAI Brescia Anticendi International S.r.l.
  • Mario Gnutti – Gnutti Carlo S.p.a.
  • Renato Gnutti – Gnutti Transfer S.p.a.
  • Umberta Gnutti Beretta – Almag S.p.a.
  • Franco Gussalli Beretta – Fabbrica d’Armi Pietro Beretta S.p.a.
  • Pietro Iotti – Sabaf S.p.a.
  • Riccardo Lonati – Dinema S.p.a.
  • Silvia Mangiavini – Raffineria Metalli Guizzi S.p.a.
  • Renato Mazzoncini – A2A S.p.a.
  • Luigi Meroni – Mega Italia Media S.p.a.
  • Roberto Saccone – Olimpia Splendid S.p.a.
  • Paride Saleri – OMB Saleri S.p.a.
  • Giovanni Silvioli – Camfart S.r.l.
  • Stefania Triva – Copan Italia S.p.a.

Di seguito l’elenco dei Revisori contabili eletti:

  • Leonardo Cossu – Dott. Leonardo Cossu (effettivi)
  • Saverio Gaboardi – Dott. Saverio Gaboardi (effettivi)
  • Andrea Menni – Dott. Andrea Menni (effettivi)
  • Alberto Facella – Studio Associato Facella (supplenti)
  • Roberto Fedrigolli – Dott. Roberto Fedrigolli (supplenti)

DI seguito l’elenco del Collegio dei Probiviri:

  • Sandro Bertoli – Abert S.p.a.
  • Sandro Bonomi – Enolgas Bonomi S.p.a.
  • Antonio Minervini – Antonio Minervini
  • Luigi Moretti – Palazzoli S.p.a.
  • Andrea Puccio – Puccio – Penalisti Associati
  • Sandro Torchiani – Torchiani S.r.l.
  • Alessandro Triboldi – Fondazione Poliambulanza
  • Enrico Giuseppe Zampedri – Metra Holding S.p.a.

 

 

 

 “Il nuovo DPCM, pur non prevedendolo in modo esplicito, di fatto impedisce ai nostri cacciatori di esercitare la loro passione e per questa ragione ritengo sia essenziale che lo Stato e la Regione prevedano un rimborso, o uno storno sull’anno prossimo, delle tasse di concessione governativa e regionale, e delle altre imposte”. Così Floriano Massardi, vice capogruppo della Lega al Pirellone interviene sul tema delle limitazioni alla caccia.

“Si tratta di una questione di equità e giustizia – prosegue l’esponente leghista – e sarà opportuno prevedere un risarcimento, oppure uno sconto sulla licenza, parametrato in base ai giorni di effettiva “sospensione” della caccia. Purtroppo infatti vige molta confusione al riguardo e le interpretazioni più recenti sembrano andare nella direzione di vietare l’attività venatoria, anche se non ci si spiega come mai invece il ministero abbia consentito la pesca sportiva”.

“Inoltre, la notizia che il Tar, a causa di un ricorso fatto dai soliti animalisti militanti, ha chiuso la caccia in tutte le zone di Rete Natura 2000 rappresenta un ulteriore problema, specialmente per molti cacciatori del nostro territorio. Di fatto questa decisione ha impedito, anche nella settimana precedente all’entrata in vigore del DPCM, di esercitare l’attività venatoria in importanti porzioni del territorio bresciano, come ad esempio il Parco dell’Alto Garda e l’altopiano di Cariadeghe, in zona Serle.

 

Considerate quindi queste premesse, e tenuto conto di come il Tar abbia accolto il ricorso presentato dalla LAC contro la Regione Lombardia, ritengo essenziale che la nostra istituzione provveda a rimborsare i cacciatori, facendo la sua parte – conclude Massardi – e rimediando agli errori commessi da qualcuno”.

 

 

“Storia di una bambina farfalla di Gaza” è il titolo del volume pubblicato da Edizioni Q il cui ricavato contribuirà a finanziare le cure ai bambini portatori di epidermolisi bollosa (EB), una rara malattia cutanea. Autrice del libro è Gianna Pasini, infermiera bresciana da anni volontaria a Gaza, dove promuove un progetto dedicato a questi bambini, per migliorare la loro qualità della vita. Il volume è in vendita presso la libreria Rinascita a Brescia oppure online su www.edizioniq.eu. Info su https://www.facebook.com/ButterflyChildrenGaza/. Diamo la parola all’autrice.

 

«Ciao! Mi chiamano “bambina farfalla” ma non perché ho le ali. Sono una bambina, soltanto che ho una malattia dal nome Epidermolisi Bollosa. Per è difficile da capire, ma questa cosa fa crescere delle bolle sulla mia pelle che è molto sottile, poi loro, le bolle, scoppiano come un palloncino e mi fanno male. Per questo credo mi chiamino “bambina farfalla”, perché la mia pelle è fragile come le loro ali».

Questo è l’incipit del libro nato per contribuire ad “adottare” bambini particolarmente fragili. Chi scrive è un’infermiera bresciana che, ormai una decina di anni fa, ha conosciuto questi bambini durante una sua prima missione in terra palestinese e non li ha più lasciati perché conquistata dalla loro dolce fragilità e disperato bisogno di cure.

L’EB è una malattia genetica, rara e spesso invalidante che colpisce in particolare l’epidermide di chi ne è affetto, rendendola molto sottile e a rischio di lacerazione con successive lesioni molto dolorose. Queste lesioni sono state paragonate ad ustioni di terzo e quarto grado e può darci l’idea della sofferenza che comporta a chi ne è portatore. Quando poi un “bambino farfalla” ha anche la sfortuna di nascere in un contesto di Occupazione ed Embargo, quale la Striscia di Gaza, ha ancora più difficoltà nell’accedere alla cura dei sintomi che la patologia comporta, in quanto purtroppo non esiste una guarigione definitiva.

Per questo motivo anni fa è nato, grazie a Daniela Riva che era sul posto come cooperante per una Onlus, il progetto di sostegno a questi bambini così speciali ma anche tanto fragili.

Nel libro verrà percorsa tutta la storia della nascita del progetto di solidarietà, ma la parte centrale sarà la narrazione in prima persona di una bambina di 9 anni con EB, che descriverà le limitazioni alle quali è sottoposta a causa della sua malattia, anche per il contesto in cui vive. Il testo viene inoltre arricchito dalle vignette di Fogliazza che metteranno in risalto dieci punti particolari della narrazione di questa piccola storia, ambientata in un contesto storico e politico molto più grande e opprimente.

Si tratta di un lavoro a più mani col racconto di diversi protagonisti coinvolti in questo sostegno al progetto di cura, in cui anche la ONLUS PCRF Italia descrive il suo ruolo attraverso la penna di Martina Luisi che è nostra grande alleata nel far sì che i bambini, non soltanto quelli con EB, non debbano essere lasciati soli nell’affrontare la loro malattia e la sofferenza che ne consegue.

Il libro infine è bilingue, in lingua italiana ed araba, per consentire anche ai protagonisti del nostro progetto di cura di poterlo leggere ed ai loro genitori di poter conoscere qualcosa di più sulla patologia che affligge i loro figli. Inoltre, grazie alla testimonianza della “farfalla” bresciana Martina e di sua madre, scopriranno che l’EB esiste in ogni parte del mondo e non soltanto nella Striscia di Gaza.

Ma abbiamo voluto pensare anche ai bimbi più piccoli, facendo stampare le vignette di Fogliazza in bianco e nero che saranno allegate al libro, in modo che possano con i colori che preferiscono dipingerle a loro piacimento.

“Storia di una bambina farfalla di Gaza” si presta quindi ad ogni lettore che voglia conoscere attraverso una piccola storia anche la Storia più grande che la contiene. In questo è grande maestro e collaboratore Wasim Dahmash nella sua postfazione. Il libro potrebbe essere un regalo gradito da avere fra le mani e farci compagnia in questi tempi di solitudine e limitazioni nei nostri spostamenti a causa della pandemia da Covid che ci affligge già da parecchi mesi.

Gianna Pasini – Infermiera e volontaria per il progetto di cura a sostegno dei “bambini farfalla” di Gaza

Riceviamo e pubblichiamo questa riflessione di Sonia Piccoli che conosciamo per la sua passione per il cammino e la montagna.

 

Il Covid questo maledetto virus che porta via giovani meno giovani e anziani. Oggi come ieri, sono in PS per altre problematiche, ma all'interno tanti anziani soli. Il regolamento esige meno persone presenti. Fanno tenerezza. Senza di loro l'italia non andrebbe avanti per mille motivi. Siate sempre riconoscenti sempre a chi  ancor oggi si sacrifica. Medici, infermieri e tutti gli operatori, sono i nostri protettori, amorevoli e delicati in circostanze come questa che stiamo vivendo. Grazie mille 

 

NON LASCIAMOLI SOLI !

 

Gli anziani…

 

sono garanti d’ogni passato,

 

sono come una pianta,

 

sembra appassire ma

 

se la innaffi può mettere

 

fiori bellissimi.

 

Non lasciamoli soli,

 

sono persone da amare,

 

fermiamo quel vento impetuoso

 

che li affligge!

 

In fondo un fior dentro

 

ancor c'è ed i loro cuori

 

possono ringiovanire 

 

di fronte all’amore.

 

Sonia Piccoli 

 

Istruttore della camminata sportiva Wellness Walking Benessere e Natura 

 

 

Il comune di Vestone attraverso il vicesindaco Gianni Zambelli smentisce i dati regionali e precisa che i contagi registrati da inizio pandemia sono 125 (2,89%). Una vicenda davvero curiosa. Quale sarà il numero corretto? Di certo si sa che regione e territorio hanno qualche difficoltà di comunicazione.

Il Comune di Vestone infatti per la Regione Lombardia è quello con la percentuale più alta di persone contagiate dal Covid-19. Vestone avrebbe avuto fino a questo momento in totale 167 persone contagiate dal Sars Cov-2, il che rappresenta il 3,87% della popolazione. Sarebbe attualmente il dato più alto in provincia di Brescia. In 7° posizione c’è Odolo, con il 3,24% della popolazione contagiata (62 persone). Tutti gli altri posti nella parte alta della classifica sono occupati da Comuni della Valle Camonica: Capo di Ponte è 2° (3,84%), Breno 3° (3,74%), Borno 4° (3,31%), Ceto 5° (3,27%), Malonno 6° (3,27%), Temù 8° (3,15%), Esine 9° (3,04%), Bienno 10° (2,97%). La percentuale di contagiati nel capoluogo è invece del 2,14%. La media provinciale dei contagiati è del 2%, in provincia di Bergamo è dell’1,82%, in provincia di Milano del 3%.

La regione continua a confermare 167. Ci sarebbe da sorridere se non fosse per la incredibile drammaticità di questa situazione.

 

Risolto il "giallo" dei dati che non tornavano. Per la Regione nei giorni scorsi i contagi a Vestone da inizio pandemia erano 167, per il comune 125. Ecco la risposta ufficiale della Regione. Il caso era stato sollevato da 51news.

"La discrepanza per Vestone  è dettata da   42 soggetti che sono ospiti di RSA di Vestone ma ufficialmente sono residenti in altri comuni ma domiciliati a Vestone (sostanzialmente vivono sempre nella RSA) : nel   database regionale è riportato il domicilio mentre presso quello di ATS la residenza , sono entrambi corretti i due databas. Si conferma pertanto il dato regionale".

 

E’ di nuovo emergenza, gli ospedali faticano a garantire i ricoveri in corsia a tutti coloro che si recano al pronto soccorso e dagli operatori sanitari si continua a ripetere che va implementato il servizio di assistenza domiciliare. Anche per garantire una assistenza piena a chi è in grave condizione.

Torna dunque ancora più attuale l’utilità dello strumento di monitoraggio a distanza “ComeSto” offerto gratuitamente dal Rotary Valle Sabbia e realizzato da Appocrate (la stessa società che ha inventato il sistema di prenotazione per la Poliambulanza). Il procedimento è semplice ed intuitivo, il medico o anche un assistente o l’infermiere è in grado da remoto di verificare i sintomi del paziente non solo per i casi di covid ma anche per chi soffre di disturbi cardiovascolari o ha problemi oncologici. Lo strumento che funziona con qualsiasi smartphone tranquillizza il paziente che si sente seguito e monitorato e solleva i sanitari che possono contare sul supporto del sistema per l’inserimento e il salvataggio dei parametri e per la segnalazione (alert) di eventuali dati critici.

Rispetto al programma proposto questa primavera ad inizio pandemia l’attuale App ComeSto è stata ulteriormente implementata consentendo al medico che la utilizza di inserire nuove patologie a seconda del paziente seguito e anche nuove e personali quesiti e parametri che quotidianamente vengono richiesti al paziente. Grazie alla facilità di utilizzo e alla velocità con la quale si possono verificare i sintomi lo strumento si presta particolarmente bene all’utilizzo dei sanitari che hanno un numero elevato di pazienti da monitorare, per esempio per coloro che seguono le residenze sanitarie per gli anziani.

 

L’iter da seguire è sempre lo stesso:

 

Il medico dovrà registrarsi dal sito www.comesto.org ed il paziente dovrà scaricare l’app “ComeSto” e l’app TEAMS per le videochiamate disponibili negli store di Google e Apple.

 

  I 10 Elementi di forza di “ComeSto”

 

1.       Piattaforma web/App “ComeSto” gratuita sia per i medici che per i pazienti per la gestione dei pazienti domiciliati con sintomatologia Covid.

 

2.       Personalizzabile dal medico in funzione dei propri pazienti

 

3.       App di facile e immediato utilizzo per i pazienti e/o per chi li assiste

 

4.       Consente al medico di monitorare a distanza i dati del paziente

 

5.       Utilizzabile per pazienti che vivono in comunità e residenze dove non è presente il medico

 

6.       Consente al medico di videochiamare direttamente il paziente in caso di necessità

 

7.       Ottimizza il tempo che il medico può dedicare ad ogni paziente

 

8.       Utile per qualsiasi necessità di monitoraggio di una patologia a distanza

 

9.       La piattaforma web/app non è limitata al periodo emergenziale

 

10.   Evita inutili spostamenti per il medico ed il paziente nel caso in cui i sintomi non siano gravi.

 

 

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Il sindaco di Bedizzole Giovanni Cottini ha ringraziato AIPO (Agenzia Interregionale per il fiume PO) e il Consorzio del Chiese che hanno operato in sinergia per risolvere l’annoso problema dei detriti presso il ponte storico della frazione. L’intervento permette di scongiurare il rischio esondazioni, particolarmente elevato in questo periodo dell’anno.

 

Un passaggio significativo per chi abita a Pontenove, ma anche per tutti i cittadini bedizzolesi. Da tempo i rami e i detriti in prossimità del ponte rallentavano il corso del fiume, costituendo un pericolo nei periodi più piovosi dell’anno, soprattutto in autunno. La manutenzione ordinaria non è più appetibile per le ditte locali che operavano con la compensazione, ossia ripagando il proprio lavoro con la rivendita della ghiaia spostata dal fiume, e oggi bandi di questo tipo vanno regolarmente deserti. Ecco allora il coinvolgimento di un ente sovraregionale che, vista l’urgenza del bisogno, ha finanziato a proprie spese la messa in sicurezza, per una spesa totale di circa 75mila euro.

«Da parte nostra ringraziamo gli enti locali – ha esordito Luigi Mille, direttore generale di AIPO – che, grazie alla loro conoscenza dettagliata del territorio, ci segnalano in maniera puntuale le situazioni difficili da monitorare per un ente come il nostro, che di solito si coordina con le istituzioni regionali». Mille ha sottolineato il carattere dell’urgenza a Pontenove, ma ha aggiunto che il progetto di riqualificazione comprende anche Barbelli, Cantrina e Ca del Bisso in località Campagnola. Cesare Zane, responsabile di AIPO per il Medio Chiese, ha informato che i lavori sono stati affidati alla ditta Panni, realtà locale che sapeva come muoversi e si era già interessata all’intervento. Per la gestione del verde è stata invece coinvolta la Sanitaria Servizi Ambientali. Luigi Lechi, presidente del Consorzio Chiese, ha sottolineato con soddisfazione la messa in sicurezza dell’abitato, obiettivo prioritario viste anche le sollecitazioni dei residenti, ma difficile da realizzare senza l’intervento risolutivo di AIPO, cui offre la disponibilità anche per collaborazioni future.

La vicenda giunta oggi a felice conclusione era iniziata già nel 2017. «Eravamo preoccupati per l’inghiaiamento di alcune zone del Chiese – ha precisato il vicesindaco Flavio Piardi – e ci siamo rivolti ad AIPO, vista l’impossibilità di trovare soluzioni a livello locale. Il progetto dei tecnici del Consorzio Chiese, guidati dal vicedirettore Francesco Proserpi, è molto dettagliato e speriamo si possa presto completare anche con le altre tre zone evidenziate». Per portare il tutto a compimento dovranno essere trovati altri 35mila euro circa.

«La bellezza di questo scorcio del fiume – conclude il sindaco Cottini – è stata ripristinata in tempi davvero ridotti con un intervento risolutivo che lo preserverà da esondazioni future, restituendo serenità ai cittadini di Pontenove che da anni convivevano con la preoccupazione di una piena incontrollabile».

Giovanna Gamba 

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